Commodo

Membro della dinastia degli Antonini, Lucio Elio Aurelio Commodo regnò sull’Impero Romano dal 180 d.C. al 192 d.C., e viene descritto dagli storici come uno dei reggenti più stravaganti che la storia romana abbia mai conosciuto.  Figlio dell’imperatore Marco Aurelio, Commodo fu associato al trono nell’anno 177 d.C., succedendo poi come unico reggente alla morte del padre avvenuta nel  nel 180 d.C.. Commodo risultò da subito avverso al Senato romano e perciò da questi odiato. Commodo governò in maniera autoritaria, esibendosi anche come gladiatore  in prove di forza, arrivando a farsi soprannominare “l’Ercole romano”.

Commodo origini familiari:

Lucio Elio Aurelio Commodo, figlio di Marco Aurelio nacque a Lanuvio, vicino Roma, il 31 agosto del 161 d.C.,  ricevendo da subito una buona istruzione da tutti i maestri che contornavano la corte imperiale. Il 7 luglio del 175 d.C. indossò ufficialmente la toga che significava l’entrata nell’età adulta, e lo fece sulle sponde del Danubio mentre fervevano i preparativi per la campagna militare contro il governatore della Siria Avidio Cassio autoproclamatosi Imperatore dopo essere stato raggiunto dalla falsa notizia della morte di Marco Aurelio. Essendo stato riconosciuto imperatore dalla parte orientale dell’Impero, Avidio Cassio proseguì la sua ribellione ma fu ucciso da uno dei suoi centurioni prima che la campagna contro di lui potesse iniziare. Commodo quindi seguì suo padre nei viaggi in Oriente dove visito Antiochia per fermarsi ad Atene sulla via del ritorno. Il 27 novembre del 176 d.C., Marco Aurelio conferì a Commodo il rango di “Imperator”, e nel 177 d.C., il titolo di “Augusto”, attribuendo al figlio la sua stessa posizione, e formalmente condivise il potere con lui. Il 23 dicembre dello stesso anno, ottenne il tribunato. Il primo gennaio del 177 d.C., Commodo divenne console per la prima volta, e questo a soli 15 anni, diventando il più giovane console nella storia romana fino a quel momento. Durante il regno assieme al padre Commodo non commise stranezze né crudeltà. Sposò poi Bruzia Crispina prima di accompagnare suo padre ancora una volta al fronte del Danubio nel 178 d.C. per le guerre contro i barbari.

 

Commodo
Commodo

Commodo, ascesa al trono:

Sul fronte danubiano, dopo una serie di brillanti vittorie sui barbari di quelle zone, l’Imperatore Marco Aurelio si ammalò gravemente, probabilmente di peste, fino alla morte sopraggiunta nell’insediamento militare di Vindobona (odierna Vienna), a soli 59 anni il 17 marzo del 180 d.C.. Commodo diveniva così reggente unico dell’Impero romano. Già molti sostenevano che fosse pazzo, ma con una astuta mossa che denotava una certa intelligenza, elargì da subito forti donativi all’esercito, assicurandosene la fedeltà, cosa che gli permise di regnare per 12 lunghi anni al riparo dalle congiure ordite contro di lui dal Senato. In una di queste congiure venne coinvolta anche la sorella Lucilla, che Commodo non esitò ad esiliare e in seguito ad uccidere. Il primo atto da Imperatore di Commodo fu la divinizzazione del padre Marco Aurelio e la costruzione della colonna commemorativa in suo onore dopo le brillanti vittorie sui barbari.

Come detto Commodo fu un grandissimo appassionato di gladiatori e degli spettacoli che li vedevano coinvolti, secondo una leggenda pare che questa passione gli venne trasmessa dalla madre Faustina. Commodo era talmente immedesimato che arrivò al punto di indossare l’equipaggiamento da gladiatore e scendere personalmente a duellare nell’arena in più di un’occasione.   Questo comportamento era considerato osceno e scandaloso dai Romani in quanto  la morale comune poneva  i gladiatori nei ranghi più bassi della scala sociale, ma i vizi di Commodo non si fermavano a questo…

Le sue manìe lo portarono a cambiare il nome della città di Roma in Colonia Commodiana, questo a seguito di un incendio che avvenne nel 190 d.C., e che devastò una parte della città.   Anche i mesi del calendario furono rinominati in suo onore, e perfino al Senato romano cambiò il nome in Senato della Fortuna Commodiana, mentre l’esercito divenne Esercito commodiano e così pure la flotta Classis Commodiana. Questi atteggiamenti da monarca erano considerati gravemente offensivi dal Senato.

In politica estera stipulò trattati sfavoreoli ai romani proprio con i Marcomanni e i Quadi, con i quali Marco Aurelio aveva anni prima ottenuto sonanti vittorie, per poi cercare di farsi perdonare conducendo una campagna militare contro i Germani con cui ottenne vittorie parziali e poco più che insignificanti, che lasciavano comunque intravedere una certa dote come stratega militare e  per le quali pretendeva grandi onori dal Senato.

 

Commodo, la caduta:

Nel 192 d.C., Commodo divorziò da Bruzia Crispina accusandola di adulterio, e facendola per questo esiliare. Di fronte al crescente malcontento della popolazione, dovuto ai suoi numerosi eccessi, il prefetto del pretorio Quinto Emilio Leto, temendo per la propria incolumità essendosi in diverse occasioni opposto alle stravaganze dell’Imperatore, si decise ad organizzare un piano per uccidere Commodo. Vennero così coinvolti numerosi senatori esasperati dallo stato delle cose e la concubina Marcia, favorita di Commodo, che approfittando della sua vicinanza avrebbe dovuto avvelenare l’Imperatore. La congiura venne attuata il 31 dicembre del 192 d.C., in occasione di un banchetto, ma vista la grande abbuffata Commodo chiese ai suoi domestici di aiutarlo a vomitare, permettendogli così di salvarsi inconsapevolmente dalla dose di veleno poco prima ingurgitata.  A quel punto i congiurati messi alle strette e temendo di essere scoperti si rivolsero a un tale Narcisso, maestro dei gladiatori  e istruttore personale di Commodo. Con una promessa di una lauta ricompensa Leto e gli altri senatori convinsero Narcisso ad uccidere l’Imperatore. L’assassinio si compì la notte stessa, Commodo sorpreso mentre faceva il bagno venne strangolato dal proprio istruttore.

All’indomani Quinto Emilio Leto e gli altri senatori sparsero la voce dell’avvenuta morte di Commodo a causa di un malore, svelando inoltre i presunti piani del defunto Imperatore per farsi eleggere console per l’ottava volta.  Leto e gli altri si recarono poi dal Praefectus Urbi, Publio Elio Pertinace offrendogli la porpora imperiale, questi in un primo momento rifiutò temendo per la propria vita, ma condotto al Palatino e visto con i propri occhi il corpo esanime di Commodo accettò l’incarico.

Pertinace diede  incarico affinché Commodo fosse segretamente sepolto nel mausoleo di Adriano. Avutane notizia, il Senato dichiarò allora Commodo nemico di Roma  decretandone la damnatio memoriae: venne così ripristinato il nome corretto delle istituzioni, mentre le statue e gli altri monumenti eretti dall’Imperatore defunto venivano abbattuti. Appena due anni dopo tuttavia, nel 195 d.C., l’imperatore Settimio Severo, cercando di legittimare il proprio potere ricollegandosi alla dinastia di Marco Aurelio e in aperta contrapposizione con il Senato, riabilitò la memoria dello stravagante Commodo, ordinando che ne fosse decretata l’apoteosi. Commodo passò quindi dall’essere divenuto un nemico dello Stato alla condizione di “divus”, con un apposito sacerdote preposto al proprio culto.

Secondo alcuni storici, Commodo era ben proporzionato ed attraente, con capelli biondi e ricci. Portava la barba e gli occhi erano leggermente sporgenti ed era considerato crudele e arbitrario. Pareva strano che fosse figlio dell’imperatore filosofo Marco Aurelio e  fu messa così  in giro la voce che fosse il figlio naturale di un gladiatore. 

Finché il padre fu in vita Commodo si comportò apparentemente in maniera normale, anche se si racconta che da giovane cercò di fare bruciare vivo un servo delle terme perché gli aveva preparato un bagno troppo caldo, nonché di altri comportamenti crudeli e considerati indegni come ad esempio esibirsi come attore e gladiatore, frequentare prostitute, uccidere persone che non aveva in simpatia senza processo.

Tuttavia bisogna ricordare che le fonti erano tutte ostili. Da imperatore si considerava l’Ercole romano, scendendo nell’arena contro individui non allenati o zoppi, o uccidendo moltissimi struzzi e animali poco pericolosi, ma in alcuni casi anche elefanti. Tuttavia, anche i detrattori gli riconoscono una certa destrezza nel combattimento corpo a corpo e nel tiro con l’arco.

Per altri aveva invece un vero squilibrio mentale e caratteriale, con comportamenti  privi di rispetto per le regole sociali e i sentimenti altrui. Sebbene non fosse pazzo lo storico Cassio Dione lo descrisse come cresciuto in un clima   austero, e divenuto quindi un ribelle appena poté avere il potere, benché non fosse di indole malvagia, traviato ben presto dai suoi amici a causa della sua debolezza di carattere.

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