Il Dio Mitra e il Mitraismo

Il Mitreo situato sotto la Basilica di San Clemente a Roma.
Il Mitreo situato sotto la Basilica di San Clemente a Roma.
Nella Roma su cui si era riversata l’ondata delle religioni orientali, il Dio Mitra fu per un certo periodo un pericoloso rivale di Gesù e del cristianesimo. Lo stesso Nerone si fece iniziare ai misteri di questa nuova religione il cui culto si celebrava in antri bui e nascosti.
Divinità di origine persiana, il culto del Dio Mitra già in epoca romana aveva origini molto antiche attestate già attorno al 1300 a.C.. E’ uno dei culti orientali che tramite il mondo ellenico si diffusero a Roma in alternativa alla religione ufficiale. Esso cominciò a prendere piede a partire dalla fine del I secolo d.C. e raggiunse il periodo di massima diffusione al tempo della dinastia dei Severi.
Il Mitraismo in occidente si formò dopo una lunga e difficile evoluzione dell’antico culto persiano e, come molti altri casi di altri culti di origine orientale, anch’esso aveva le caratteristiche della religione iniziatica e segreta. Questo uno dei motivi per cui i ‘mitrei’, furono sempre ricavati in ambienti sotterranei e nascosti.

Il dio Mitra e i suoi misteriosi culti sembra siano stati introdotti nel mondo greco-romano dai pirati della Cilicia deportati da Pompeo Magno nel 67 a.C. in Grecia, luogo dove questa religione ha però lasciato scarse testimonianze.Molto più vistose e numerose sono invece le tracce superstiti nella penisola italica, dove tale culto si affermò alla fine del I sec. d.C., diffondendosi poi con estrema rapidità nelle province del nord come la Mesia, la Dacia, la Pannonia, la Germania, e la Britannia, attraverso le guarnigioni militari che, insieme agli schiavi, furono i più attivi propagandisti del Dio Mitra.
La storia del Dio Mitra si sviluppa in diversi episodi: Mitra nasce da una roccia con una fiaccola e un coltello fra le mani, con un colpo di freccia fa scaturire l’acqua da una roccia. Dopo di che, Mitra inizia ai propri misteri il Sole, a cui viene da subito strettamente associato anche se inizialmente le due figure sono distinte, segue un patto fra le due divinità, che siedono insieme a banchetto per poi salire sul carro solare verso il cielo. Nell’iconografia classica, Mitra è spesso associato a Varuna insieme al quale personifica i due aspetti del cielo, diurno e notturno, nonché l’ordine cosmico e umano: Varuna punisce i malvagi e i trasgressori, mentre Mitra è protettore della giustizia e dei patti, del bestiame e degli uomini giusti.
L’avvenimento centrale del rito Mitraico è senza dubbio la tauroctonia, cioè il sacrificio del toro, la cui morte favorisce la vita e la fecondità dell’universo. L’iconografia di questo evento era posta sempre ad una estremità delle cavità dove veniva officiato il culto, solitamente di forma allungata e con due lunghi banconi ai lati, in cui venivano celebrati i sacrifici ed i banchetti rituali. Oltre al Dio Mitra ed al toro, nella tauroctonia erano sempre presenti alcune figure simboliche ben precise: un cane ed un serpente che bevevano il sangue del toro, uno scorpione che lo pungeva ai testicoli, delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell’animale morente e un corvo. Il loro significato è ancora oggi incerto: lo scorpione ed il serpente vengono visti di solito come forze del male che tentano di impedire al sangue ed al seme del toro di raggiungere e fecondare la terra, il cane al contrario ne trae forza mentre le spighe simboleggiano la forza vitale che si libera dal toro morente a favore delle piante. Il corvo, messaggero divino, stabiliva il contatto tra Mitra ed il Sole. Un’interpretazione molto diffusa e suggestiva lega i vari animali prima citati alla rappresentazione astronomica e astrologica del cielo e delle costellazioni, mentre l’uccisione del toro e la presenza del sole fanno pensare ad un rito segreto che allude al meccanismo di precessione degli equinozi. Il carattere cosmico di Mitra è sottolineato poi dalla costante presenza al suo fianco dei due dadofori, o portatori di fiaccole, Cautes e Cautopates, tipologicamete affini al dio e insieme al quale costituiscono una sorta di trinità: rappresentano infatti, nel corso della giornata, rispettivamente il sole dell’aurora, del mezzogiorno e del tramonto, mentre nel ciclo annuale alludono alla primavera, all’estate e all’autunno.

Il Dio Mitra e la Tauroctonia.
Il Dio Mitra e la Tauroctonia.

Come in tutti i culti misterici, anche a quello Mitraico si era ammessi attraverso un’iniziazione segreta preceduta dal giuramento di non rivelare tale rito. L’ingresso era riservato ai soli uomini e l’iniziato poteva gradualmente accedere ai sette gradi della gerarchia (corvo, ninfo, soldato, leone, persiano, corriere del sole, padre) attraverso prove e cerimonie delle quali si sa oggi, molto poco. Il loro carattere doveva essere però essenzialmente simbolico e non violento come potrebbe far pensare il sacrificio del toro, punto centrale della liturgia Mithraica, impossibile da eseguire nella maggior parte dei mitrei a causa delle piccole dimensioni degli ambienti.
Il punto di maggiore espansione del Mitraismo si ebbe nel II-III secolo d.C., un periodo particolarmente travagliato durante il quale l’impero vacillava minato da una crisi non solo economica e militare, ma che investiva anche tutto il mondo pagano, già sulla strada della totale cristianizzazione dell’Impero. In questo periodo, il culto Mitraico si identificò con la religione orientale del Sole, diversa dal Mitraismo ma generalmente confusa dalle masse popolari, e che fu assunta a religione ufficiale dell’Impero durante il regno di Aureliano (270 – 275 d.C.); pochi anni dopo, Diocleziano cercò di sostenere il culto di Mitra quale religione del Sol invictus nelle legioni imperiali. In quell’epoca la religione Mitraica si diffuse anche nelle classi più elevate fino ad arrivare allo stesso Imperatore.
Il Mitraismo non divenne mai religione ufficiale dell’Impero, ma godette di una grande fortuna, oltre che nell’esercito, soprattutto tra le classi più modeste della società come gli schiavi, i liberti, gli artigiani fino ad arrivare ai piccoli commercianti. Allo stesso tempo, da questi stessi strati popolari e da esigenze spirituali analoghe, cresceva anche l’altra grande religione monoteista dell’epoca: la religione cristiana, che avversò sempre il Mitraismo, riconoscendo in esso il pericolo più grande.

Nei conflitti tra le due comunità una prima vittoria fu conseguita dai cristiani grazie all’editto di Costantino del 313 d.C., mentre la restaurazione pagana di Giuliano l’Apostata (361 – 363) permise una ripresa del culto di Mitra, ponendo momentaneamente un freno alla distruzione dei mitrei precedentemente iniziata. Con la vittoria di Teodosio su Eugenio (394 d.C.) la religione cristiana prevalse definitivamente su quella Mitraica che poté resistere ancora per qualche tempo nelle zone periferiche, mentre a Roma, sopra i mitrei saccheggiati e distrutti, vennero erette le prime chiese e basiliche.

Una risposta a “Il Dio Mitra e il Mitraismo”

  1. per cui la chiesa cattolica romana a mischiato il cristinesimo con il colto di mitra.infattiil i cardinali e il papa anno in testa la mitra che deriva da mitra come i sacerdoti di mitra. anche l’altare della chiesa cattolica e come quello di mitra per cui alla fine la chiesa cattolica romana a mischiato il paganesimo. ed e una religione falsa che predica il paganesimo sotto forma di cristianesimo.e che il papa e un falso profeta.che a cambiato la legge di Dio,e il figlio del peccato che va in perdizione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.