La Battaglia di Milano

La battaglia di Milano si svolse nei dintorni della stessa città presumibilmente nella primavera del 260 d.C. e vide fronteggiarsi le legioni romane capeggiate dall’Imperatore Gallieno e le popolazioni barbare degli Alemanni che dopo molte pressioni avevano sfondato le difese del limes retico entrando in Italia dal passo del Brennero.

La Battaglia di Milano
La Battaglia di Milano

La Battaglia di Milano, contesto:

L’Imperatore Gallieno, asceso al trono nel 253 d.C. unitamente al padre Valeriano, divise l’Impero romano col proprio genitore dividendolo in due parti e mentre per lui teneva la parte occidentale, difendendola dalle continue invasioni barbariche, lasciò al padre la gestione delle frontiere orientali per occuparsi dei persiani Sasanidi.  La situazione si presentava quindi molto complicata, Valeriano combatteva contro i Goti in Asia minore prima, e contro i persiani di Sapore I poi, nello stesso tempo anche il fronte danubiano era sotto pressione per via dei continui attacchi delle popolazioni barbare, e come se non bastasse il governatore della Mesia, Ingenuo, si autoproclamò Imperatore in Pannonia.

Nel 260 d.C., i territori della Germania superiore, detti Agri Decumates, vennero, per ordine di Gallieno, abbandonati a favore  delle popolazioni degli Alemanni. Tale decisione fu presa dall’Imperatore per la difficoltà di difendere quei territori, insidiati non solo dagli Alemanni, ma anche da tutte le altre tribù stanziate nelle vicinanze, e in secondo luogo a causa della secessione promossa da un tale Postumo, governatore della Germania superiore e inferiore. In virtù di questi fatti i potenti Alemanni forzarono il limes retico ed entrarono in Italia all’altezza del passo del Brennero. Le truppe romane dell’Imperatore Gallieno intercettarono gli invasori nei pressi di Mediolanum (Milano).

 

La Battaglia di Milano
La Battaglia di Milano

La Battaglia di Milano, le forze in campo e lo scontro:

Le Legioni romane che presero parte a questo scontro furono otto per un totale di circa 30.000 uomini, le legioni in questione erano la I e la II Adiutrix, la I Minerva, la II Italica, la II Parthica, l’VIII Augusta, la XXII Primigenia e la XXX Ulpia Victrix. Gli uomini impegnati nella battaglia potevano aggirarsi attorno alle 60.000 unità, di cui 30.000 legionari come detto, e di altrettanti ausiliari.

Secondo alcuni storici gli Alemanni che varcarono il confine italico non furono meno di 300.000 compresi però i civili inadatti alle armi. Lo scontro fu decisamente cruento ma la disciplina e la preparazione delle legioni romane sbaragliarono i barbari che subirono numerosissime perdite costringendoli così a ritornare sui propri passi. All’Imperatore Gallieno vittorioso venne dedicato un arco trionfale all’interno della città di Milano. Pare inoltre accertato che dopo questi eventi, i quartieri esterni alle mura perimetrali della città vennero gradualmente abbandonati per il timore di nuove invasioni,  favorendo un grande riversamento di civili all’interno di Mediolanum.

A seguito di questi eventi l’Imperatore Gallieno si rese conto dell’impossibilità di poter difendere le frontiere affidandosi solamente ad una linea difensiva a presidio degli stessi, soldati detti appunto limitanei. L’Imperatore ufficializzò quindi una pratica che si era già diffusa alcuni decenni prima, ai tempi di Settimio Severo, ovvero la predisposizione di una legione di riserva, particolarmente ben addestrata e acquartierata in un luogo strategico dal quale potesse muovere velocemente in caso di necessità, questi soldati venivano chiamati Comitatenses. Questa riforma, alla base di quella che attuò Diocleziano nel 285 d.C., costituì quindi una riserva di soldati strategica, formata prevalentemente da temibili unità di cavalleria pesante che naturalmente erano in grado di percorrere molti più chilometri in minor tempo, rispetto a legionari appiedati. Ogni qual volta i barbari si incuneavano nei territori dell’Impero, la riserva di Comitatenses interveniva prontamente.

Naturalmente il quartier generale scelto da Gallieno per questa sua riserva di soldati fu Milano, equidistante dalle frontiere imperiali del nord e da Roma, una scelta doverosa dopo la perdita degli Agri Decumates che avevano portato le popolazioni barbariche molto più vicine alla capitale dell’Impero.

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