La Classis Ravennatis

Intorno all’anno 27 a.C. l’Imperatore Ottaviano Augusto istituì la Classis Ravennatis, la flotta imperiale romana, di stanza a Ravenna, che aveva il compito di sorvegliare la parte orientale del Mediterraneo. La flotta ravennate era seconda per importanza solo alla Classis Misenensis, stanziata nel porto di Miseno, in Campania, con il compito di mantenere l’ordine nella parte occidentale del Mediterraneo.
La Classis Ravennatis fu in seguito rinominata “Classis Praetoria Ravennatis Pia Vindex”, ad indicare il compito di protezione sull’Italia e sull’imperatore.

Il fregio della colonna Traiana dove secondo molti è rappresentato il porto di Classe.
Il fregio della colonna Traiana dove secondo molti è rappresentato il porto di Classe.

Istituita da Augusto per pattugliare e difendere il Mediterraneo orientale, ovvero tutta l’area ad est del mare Adriatico, la Classis Ravennatis partecipò molto probabilmente, con alcune sue vexillationes, alle spedizioni partiche di Traiano. Dal portò di Classe partì la seconda campagna contro i Daci sempre da parte di Traiano, come pare rappresentato anche sulla omonima Colonna, contrariamente a come molti pensano, il porto che viene rappresentato nel fregio interessato, potrebbe trattarsi di quello di Classe, e non quello di Ancona o Brindisi, come riportato in altre fonti.
Molto simile per conformazione a quello di Miseno che si affacciava sul tirreno, il porto di Classe fu artificialmente modificato dai romani che scavarono un canale attraverso le dune che separavano le lagune più interne del porto dal mare. Di seguito venne poi scavato da migliaia di schiavi, un secondo canale, la celebre Fossa Augusta, larga almeno 50 metri e profonda 4, in grado di mettere prima in comunicazione il porto di Classe con la vicina Ravenna, poi, prolungata, collegava Ravenna alla laguna veneta e all’ampio sistema portuale di Aquileia. Procedendo lungo la Fossa Augusta, dal porto di Classe in direzione di Ravenna, avremmo potuto osservare l’arsenale, lo stabilimento dove venivano assemblate le navi della flotta, poi tutto attorno una quantità smisurata di depositi, le banchine si sviluppavano per oltre tre chilometri e potevano accogliere fino a 250 navi. Più avanti nel tempo la base navale ebbe alcuni distaccamenti come ad Atene o a Salona. E’ attestato che il porto di Classe fosse ancora attivo dopo la caduta dell’Impero Romano, ai tempi del Re dei Goti Teodorico, anche se nel IV sec. d.C., l’Imperatore Costantino, visto il continuo abbassamento del territorio ravennate che lo rendeva sempre più paludoso e per molti versi inservibile, trasferì gran parte della flotta a Bisanzio.

Una approssimativa ricostruzione di come poteva apparire il porto di Classe.
Una approssimativa ricostruzione di come poteva apparire il porto di Classe.

La flotta ravennate poteva contare su circa 10.000 uomini divisi tra ausiliari e legionari. Il comandante della flotta era il Praefectus Classis Ravennatis, appartenente all’ordine equestre era il comandante dell’intero bacino dell’Adriatico. Altri ufficiali di rilievo erano poi il Navarchus princeps, corrispondente al grado dell’odierno contrammiraglio . Nel III secolo d.C. fu poi creato il Tribunus classis che aveva le stesse funzioni del Navarchus princeps, più tardi lo stesso ruolo assunse il nome di tribunus liburnarum.
Ogni singola imbarcazione era poi comandata da un ufficiale chiamato “trierarchus”, dai rematori e da una centuria di marinai-combattenti, chiamati manipulares oppure milites liburnarii. Il personale della flotta (Classiari), era quindi diviso in due gruppi: gli addetti alla navigazione ed i militari addetti al combattimento. Il servizio durava 26 anni a differenza dei 20 anni dei legionari ed i 25 anni di servizio degli auxilia. A partire dal III secolo d.C., la ferma fu aumentata fino a 28 anni. Al momento del congedo (Honesta missio) ai marinai erano date: una liquidazione, dei terreni e di solito anche la cittadinanza romana, provenendo di solito dalla condizione di peregrini al momento dell’arruolamento.

Alcune curiosità a riguardo di alcuni Praefecti classis Ravennatis: per esempio Publio Clodio Quirinale a capo della flotta ravennate al tempo di Nerone, condannato a morte per tradimento, si tolse prima la vita avvelenandosi, oppure Sesto Lucilio Basso, nominato Prefetto dall’Imperatore Vitellio, tradì quest’ultimo consegnando la flotta di Classe a Vespasiano, che a sua volta nominò Prefetto, Cornelio Fusco, un suo grande sostenitore, che nel 70 d.C., con i suoi marinai formò la II Legio Adiutrix.

3 Risposte a “La Classis Ravennatis”

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