La Via delle Gallie

Strada consolare di epoca romana e prima opera pubblica in valle d’Aosta, la via delle Gallie, detta anche strada delle Gallie, fu costruita da Ottaviano Augusto  sulla traccia di sentieri preesistenti, per mettere in collegamento Roma con la valle del fiume Po, e più in generale le regioni mediterranee alle regioni alpine. La via delle Gallie che attraversava la Lombardia, il Piemonte, la Svizzera e la Francia, in epoca medievale fu sovrapposta dalla famosa via Francigena, mentre in tempi più moderni il suo tracciato coincide in alcuni tratti con la  strada statale 26 e 27.

La via delle Gallie
La via delle Gallie

La via delle Gallie, storia:

In epoca preromana la viabilità, in particolare della valle d’Aosta, era in qualche modo obbligata dalla morfologia naturale del territorio prevalentemente montagnoso di quella regione, le strade erano quindi di norma costruite   lungo il crinale dei monti, per scongiurare le inondazioni causate dagli straripamenti della Dora Baltea. Ciò nonostante è attestato da numerosi ritrovamenti archeologici che un antico tracciato, risalente al terzo millennio a.C., che accompagnava il corso del fiume sia realmente esistito. La popolazione dei Salassi che abitava ai tempi in quella regione, si spostava quindi regolarmente grazie ad una rete di vie di comunicazione primitiva costituita da mulattiere che si sviluppavano  principalmente a quota leggermente maggiore rispetto a quella che sarà la via delle Gallie, per collegare tra loro i paesi di mezza costa o alpini. Ma esistevano anche strade vere e proprie, nell’ottocento il naturalista valdostano Pierre Louis Vescoz, ritrovò quelli che erano i resti di una antica strada preromana tra i paesi di Pont S. Martin e Donnas, chiamata “chemin des Salasses”, oggi ancora visibili a tratti seppure estremamente ridotti. Gli studiosi datano i resti di questa strada di poco anteriori alla fondazione della città di Augusta Praetoria, (Aosta).

Le ipotesi sulla data di costruzione della via delle Gallie si susseguono ancora oggi, alcuni studiosi sostengono, seguendo gli scritti dello storico Polibio, che la via delle Gallie era  una strada di fondovalle regolare, più che un sentiero, la cui costruzione si sarebbe conclusa nel 121-120 a.C., mentre altri invece sostengono che la grandiosità dei lavori che occorsero per terminare quel tracciato, non potevano essere stati svolti in un epoca in cui la pace in quei territori non era certo all’ordine del giorno, altre ipotesi portano la fine dei lavori ai tempi dell’Imperatore Claudio (41 d.C.-54 d.C.) che elevò l’abitato di Octodurus, odierna Martigny, e ciò è attestato da iscrizioni scolpite su di alcune pietre miliari ritrovate sul luogo.

La Via delle Gallie, itinerario:

La via delle Gallie partiva da Mediolanum (l’attuale Milano) e passava per l’abitato di Eporedia (l’attuale Ivrea), costruita nel 100 a.C. per volere del Senato Romano, e si biforcava all’altezza di Augusta Praetoria, attuale Aosta, fondata nel 25 a.C.. Da Augusta Praetoria, un ramo della strada consolare usciva dalla Porta Decumana e  partiva attraverso la Valdigne per l’Alpis Graia o Columna Jovis, oggi detta Piccolo San Bernardo fino a Lugdunum, (odierna Lione), città fondata nel 47 a.C., mentre l’altro ramo usciva dalla Porta Principalis Sinistra e arrivava all’Alpis Poenina, Mons Jovis o Summus Pœninus, oggi Gran San Bernardo e conduceva oltre le Alpi verso Octodurus (odierna Martigny), in Svizzera. Lungo la strada consolare nacquero in seguito vari centri abitati e si installarono le cosiddette “mutationes”, stazioni per il riposo e il cambio degli animali da soma. Lungo il percorso si incontra oggi il centro abitato di Carema, il cui toponimo secondo alcuni ricorda  le sue quaranta miglia romane da Aosta, “quadragesimum lapidem ab Augusta Praetoria”, mentre secondo altri la “cameram”, ossia la “dogana” che vi ebbe sede. Altre cittadine si suppone presero il nome dal miglio della strada: tra esse Quart (ad quartum lapidem), Chétoz (ad sextum lapidem), Nus (ad nonum lapidem) e Diemoz (ad decimum lapidem). Non tutte hanno mantenuto un ruolo di pari rilievo in epoca moderna, alcune sono oggi semplici frazioni di altri paesi, e soprattutto per alcune potrebbe non esserci più corrispondenza tra le distanze da Augusta Praetoria delle originarie stationes indicate dalle miglia romane e le distanze attuali: non sempre le località indicate dal nome sono rimaste esattamente tali, per alcune è oggi difficile indicare il luogo originario in cui sorgessero e l’inizio e la fine della misurazione.

La via delle Gallie, Pont Saint Martin
La via delle Gallie, Pont Saint Martin

La Via delle Gallie, i ponti:

La via delle Gallie fu un’imponente opera architettonica e ingegneristica che presentò notevoli difficoltà di realizzazione, e per costruirla furono adottate soluzioni tecniche impegnative per l’epoca. Oltre a realizzare la strada nel fondovalle con solide fondamenta, andavano superate gole e torrenti. I ponti della  via delle Gallie erano anticamente 17, di cui oggi alcuni crollati e altri in rovina. Il Pont Saint Martin è l’unico ponte romano che si sia conservato senza crollare e che sia ancora oggi in uso. Tutti gli altri ponti che furono costruiti per dare continuità alla via consolare sono crollati, distrutti dal tempo o dall’uomo, o non sono più percorribili. Il ponte romano Saint Vincent, sul torrente Cillian all’ingresso dell’omonima cittadina, conserva solo le due spalle mentre il ponte sul torrente Marmore a Chatillon fu distrutto dalle truppe francesi nel 1691, e se ne conserva solo una delle nove fasce di archi che lo componevano; il ponte dell’alta valle di Pierre Taillee e quello dell’Equiliva furono anch’essi distrutti  dalle invasioni francesi.
Curiosamente intatto resta il ponte di pietra di Aosta che però non scavalca più il Buthier dato che nel XVII secolo il corso d’acqua ha cambiato il suo corso.

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