La Via Sacra

La via Sacra rappresenta l’asse stradale più antico e importante della valle del Foro romano, la sua rilevanza è dovuta al fatto che il primo Re di Roma, Romolo e il Re dei sabini, Tito Tazio vi firmassero la pace dopo il conflitto a seguito del celebre “Ratto delle Sabine”.

La Via Sacra, storia:

Originariamente il nome “via” stava ad indicare che presumibilmente questo tratto stradale non si trovasse nel cuore della città, bensì all’esterno di essa, il percorso più antico infatti collegava il primitivo insediamento urbano delle propaggini dell’Esquilino con la valle del Foro e con i l Campidoglio, e solo successivamente venne inglobata all’interno delle mura urbane. A supporto di tale ipotesi dalle indicazioni tramandateci da Varrone, il percorso non pare essere quello che costeggia la Basilica Giulia, ma bensì quello che costeggiava la Basilica Fulvia.

Per quanto riguarda l’appellativo di “Sacra”, può derivare da diversi aspetti: per prima cosa occorre ricordare che il percorso mantenne nel corso della storia di Roma un importante ruolo cerimoniale per l’investitura del potere, in secondo luogo era la via per le cerimonie sacre e gli atti augurali che venivano portati a termine sulla sommità del Campidoglio. Secondo un’antica leggenda, invece, il nome di “Sacra” deriverebbe dalla pace li stipulata tra Tito Tazio, Re dei sabini,  e Romolo dopo il “Ratto delle Sabine”. Vi è poi un’altra teoria che vuole che il termine derivasse dal fatto che tale percorso conduceva dal Rex sacrorum alla Regia, oltre al fatto che molti templi erano accessibili da essa.

La via Sacra
La via Sacra

Il percorso della Via Sacra nel periodo che va dalla fine della Repubblica, all’inizio dell’Impero, ci viene per lo più descritto dalle fonti dell’epoca, in particolare da Varrone, che ci spiega che: “l’antico nome della via si è conservato solo nel tratto che collega il foro all’Arx Capitolina”. Tale affermazione fa presupporre quindi che la parte del tragitto che si dirigeva verso l’esterno della città avesse perso tale nome e di conseguenza anche una certa importanza. Il tracciato della Via Sacra solcava per intero la valle nella quale poi si sarebbe eretto il Foro, tale zona venne quindi destinata principalmente al commercio e ai riti sacri, venendo poi bonificata da Tarquinio Prisco (o Tarquinio il Superbo), con la costruzione della Cloaca Maxima.

La zona in questione venne scelta da alcuni Re di Roma, come Numa Pompilio o Anco Marzio, per costruirvi le proprie dimore, mentre in epoca repubblicana fu luogo di residenza delle più importanti “gentes” romane, come ad esempio gli Scipioni, gli Ottavi oppure i Valeri. In epoca imperiale la via Sacra perse in parte la sua funzione residenziale, lasciando sempre più spazio ad esercizi commerciali e monumenti come ad esempio il Tempio della Pace, sulle cui rovine sarà poi eretta la celebre Basilica di Massenzio,  il tempio di Antonino e Faustina, oppure ancora il tempio del Divo Romolo e il Tempio di Vesta.

Con l’avvento dell’Impero, la via Sacra assunse quindi una grande monumentalità, la strada che collegava il Palatino al Campidoglio, era ora teatro di tutti i trionfi dei più grandi condottieri romani che con i loro carri sfilavano, mostrando le ricchezze acquisite e i sovrani nemici sconfitti  in catene. Il tratto di strada che oggi parte dall’Arco di Tito e arriva sotto l’Arco di Settimio Severo era anticamente usato anche nei periodi di festività religiose particolarmente importanti.

La pavimentazione attuale della Via Sacra è di epoca augustea e il suo percorso fu, nel corso della storia, più volte regolarizzato e forse anche modificato, specialmente a seguito dei numerosi incendi a cui Roma è stata nel corso della sua lunga storia soggetta. Proprio per questi motivi il tracciato autentico della Via Sacra può essere solo ipotizzato e il percorso che tanti turisti oggi ammirano, anche per la vicinanza di tanti edifici e templi di epoche diverse, è probabilmente realistico solo in pochi tratti.

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