Le fasi della conquista romana

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In questa prima cartina vengono rappresentate, in verde, le terre sotto il controllo diretto della primissima Res Publica fondata, secondo quanto ci tramandano gli antichi, nel 509 a. C., dopo la cacciata dell’ultimo re, Tarquinio il Superbo, mentre in giallo sono evidenziate le terre appartenenti ai popoli della lega latina, una confederazione di popoli alleati su cui Roma esercitava una forte egemonia.

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In questa cartina viene rappresentata la situazione politica dell’Italia centro-meridionale nel 272 a.C., ovvero alla fine della guerra che Roma condusse contro Taranto: in giallo sono indicate le terre sotto il dominio diretto della Repubblica romana, in marrone vengono rappresentati i territori di quelle colonie che vennero fondate secondo le leggi dell’antica lega latina. Infine, con il colore rosa è mostrato il territorio appartenente alle varie comunità legate a Roma per mezzo di un patto chiamato “Foedus”, da cui deriva il nome di “città federate”. Roma imponeva alle città federate di non farsi guerra reciprocamente, di non minacciare la sicurezza di Roma e di fornire truppe all’Urbe contro i nemici da essa indicati.


Dopo la guerra con Cartagine e la sconfitta di Annibale, Roma è libera dalla minaccia del pericolo punico ad occidente. Quindi, nel corso del II secolo a. C., l’Urbe ha la possibilità di inserirsi sempre di più negli affari e nelle dispute dei regni ellenistici in Grecia e nel Vicino Oriente. Con il passare del tempo, i territori conquistati da Roma si allargano sempre di più, principalmente in seguito ai conflitti scoppiati da un lato per iniziativa di Roma stessa e dall’altro ad opera di quei sovrani ellenistici che mal sopportavano la potenza romana in fortissima ascesa.


La battaglia di Azio, avvenuta nel 31 a. C. fra Ottaviano Augusto e le truppe di Marco Antonio e Cleopatra, segna uno spartiacque importantissimo nella storia del mondo antico: con essa, infatti, l’ultimo grande regno ellenistico ancora indipendente, l’Egitto, passa interamente sotto il dominio diretto di Roma, e Ottaviano, sconfiggendo Marco Antonio, non solo pone fine al lungo periodo di guerre civili che avevano insanguinato la vita degli ultimi anni della Repubblica, ma da inizio ad un processo che lo porterà a dar vita ad una nuova forma di governo, l’Impero.

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Ottaviano Augusto consolida le conquiste di Giulio Cesare e porta a termine la sottomissione delle Alpi, della Spagna e della Dalmazia. Inoltre, grazie alla sua abilità politica e diplomatica, riscatta l’onore di Roma facendosi restituire dai Parti, le insegne perdute da Crasso nella disfatta di Carre e stabilisce in maniera definitiva il confine orientale dell’Impero Romano. Questa mappa mostra la divisione delle province tra quelle imperiali, amministrate direttamente dall’imperatore e caratterizzate dalla presenza di truppe, e quelle senatorie, gestite dal senato e definite “pacatae”, in quanto non ospitavano truppe al loro interno.


In questa ultima cartina viene rappresentata la massima espansione raggiunta dall’Impero romano. Dopo Augusto, alcuni imperatori, a costo di grandi sforzi, allargarono i confini delle terre soggette a Roma: per la loro importanza, ricordiamo soprattutto le conquiste germaniche di Tiberio, la Britannia conquistata da Claudio, la creazione del protettorato di Armenia da parte di Nerone, la pacificazione delle province orientali operata dalla dinastia Flavia, ed infine, gli ineguagliati successi di Traiano, che conquistò la Dacia, l’Assiria e la Mesopotamia.

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