Leptis Magna


Area del Mercato, Leptis Magna.
Area del Mercato, Leptis Magna.
Fondata dai Fenici all’inizio del primo millennio a.C., Leptis Magna è un’antica città situata sulle coste libiche, che conobbe la sua fiorente crescita prima sotto il dominio cartaginese e poi sotto quello dell’Impero romano.
Situata precisamente a 130 km a sud-est di Tripoli, l’antica Lepcis (in latino), è famosa per aver dato i natali all’Imperatore Settimio Severo.

Le fonti storiche ci dicono che la città sotto l’influenza di Cartagine, non riuscì a diventare un punto di rilievo del Mediterraneo, fu solo dopo la terza guerra punica che Leptis entrò in orbita romana, dapprima marginalmente, ma con il passare del tempo acquisì sempre più importanza fino a guadagnarsi l’appellativo di “Magna”.

Ben presto Leptis Magna divenne una delle principali città romane d’Africa grazie soprattutto al fiorente commercio marittimo di spezie, schiavi ed animali provenienti dall’Africa subsahariana. Con oltre 100.000 abitanti, la città raggiunse il suo punto più alto nell’anno 193 d.C., quando Settimio Severo, nativo del posto, divenne imperatore. Egli negli anni che seguirono elargì forti somme di denaro per poter abbellire la sua città natale, che ben presto venne accostata alla stessa Cartagine o ad Alessandria d’Egitto in quanto a sfarzo. Nel 205 d.C., Settimio Severo tornò da sovrano, in visita alla sua città che per l’occasione gli rese sontuosi onori.
Tuttavia il progressivo insabbiamento del porto che portò ad un significativo ridimensionamento dell’attività commerciale, spinse la città ad un irrimediabile quanto prematuro declino, e già a metà del IV secolo d.C. gran parte di Leptis Magna era sostanzialmente abbandonata.
Nel 439 d.C. Leptis Magna divenne parte del regno dei Vandali quando il loro Re Genserico si insediò a Cartagine, per poi cadere sotto l’attacco dei Berberi nel 523, e poi riconquistata dal generale bizantino Belisario, che successivamente sciolse il regno vandalo nel 534.

Busto di Settimio Severo, Imperatore nato a Leptis Magna
Busto di Settimio Severo, Imperatore nato a Leptis Magna

Arco di Settimio Severo a Leptis Magna.
Arco di Settimio Severo a Leptis Magna.

Uno dei monumenti più celebri della città è senza dubbio l’arco di Settimio Severo, eretto in occasione della visita dello stesso imperatore nel 203 d.C.. Il monumento intendeva così celebrare l’illustre concittadino e tributare ogni onore a lui e ai suoi famigliari. Costruito in pietra calcarea e marmo, l’arco è costituito da quattro pilastri che sorreggono una copertura a cupola. Ciascuna delle quattro facciate esterne dei pilastri era affiancata da due colonne corinzie, tra le quali erano scolpite decorazioni in rilievo rappresentanti le virtù e le imprese dei Severi. Nel punto di intersezione tra la cupola e i pilastri sono scolpite delle aquile con le ali piegate, uno dei simboli della Roma imperiale. Sopra le colonne si trovano due pannelli scolpiti che riproducono nei dettagli processioni trionfali, riti sacrificali e lo stesso Settimio Severo che tiene per mano il figlio Caracalla. Sulla facciata interna delle colonne sono riportate scene di campagne militari, cerimonie religiose e l’immagine della famiglia dell’imperatore.
All’inizio del II secolo d.C., l’allora imperatore Adriano commissionò l’impianto termale che porta il suo nome. inaugurato nel 137 d.C. l’ambiente si sviluppa su un asse nord-sud con ambienti disposti simmetricamente. Ai locali termali classici, come il frigidarium, il calidarium, il tepidarium, la natatio o la palestra, l’Imperatore Commodo fece aggiungere, anni dopo, ambienti supplementari dove era possibile usufruire dei “laconica”, i bagni di vapore.
Leptis Magna era poi attraversata dalla cosiddetta Via Colonnata, in quanto affiancata da ambo i lati da portici colonnati. Era una strada davvero monumentale, essa era larga più di 20 metri e lunga almeno 400, mettendo in collegamento le terme e il nuovo foro dei Severi con il lungomare.
Vi era poi il porto, che era la vera risorsa della città, esso fu modificato radicalmente sotto Settimio Severo, che vi eresse anche un faro di cui oggi restano solo le fondamenta. Il faro era alto più di 35 m e secondo alcune fonti era simile al più rinomato faro di Alessandria. Delle installazioni portuali oggi si conservano il molo orientale, i magazzini, le rovine di una torre di osservazione e una parte delle banchine utilizzate per il carico delle merci.
Nei pressi del porto si conservano anche i resti del tempio dedicato a Giove Dolicheno, con la sua scalinata.

Altro celebre e importante monumento della città era il teatro, secondo dell’Africa per dimensioni dopo quello di Sabratha. Risale ai primi anni del I secolo d.C., come mostrano alcune iscrizioni celebrative apposte dai ricchi cittadini di Leptis Magna. Fu costruito sul sito di una precedente necropoli punica utilizzata tra il V e il III secolo a.C.. Questo monumento risale all’epoca di Antonino Pio, e al suo interno vi si trovavano numerose sculture che raffiguravano divinità, imperatori e cittadini illustri. Due di queste statue sono ancora oggi nella loro posizione originaria: la statua di Bacco, ornata da viti e foglie, e quella di Eracle, con la testa ricoperta da una pelle di leone.

Leptis Magna, testa di Gorgone
Leptis Magna, testa di Gorgone

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