Marco Licinio Crasso

Figlio del nobile Publio Licinio Crasso Muciano, nato intorno al 115 a.C., dalla “Gens Licinia”, un’antica famiglia di origini patrizio-plebee, Marco Licinio Crasso, fu un noto politico e generale della repubblica Romana. Grazie alle acquisizioni fatte ai danni dei prescritti del dittatore Silla, Crasso divenne senza dubbio l’uomo più ricco di quei tempi, egli difatti considerava l’arricchirsi lo scopo predominante della sua esistenza. Plutarco nella sua “Vita di Crasso” ci rivela che : “L’amore della ricchezza fu in Crasso l’unico difetto che oscurò le sue molte virtù». Con ogni probabilità egli doveva reputare, forse anche a ragione, la disponibilità economica una risorsa fondamentale per la conquista del potere politico. Tuttavia però era noto anche per la sua generosità nei confronti dei forestieri e non di rado prestava denaro agli amici.

In ambito politico ebbe come principale concorrente Pompeo che, sebbene fosse più giovane e figlio di un uomo poco stimato a Roma, era riuscito grazie alle proprie imprese a dimostrare la sua grandezza. Come spiega ancora Plutarco, questo infiammava e irritava a dismisura Crasso, che era inferiore per esperienza. Una fama ulteriormente corrotta dal comportamento tenuto da Crasso all’epoca delle proscrizioni, quando aveva acquistato a poco prezzo grandi proprietà terriere e sollecitato donazioni. In particolare egli non tollerava il fatto che “Pompeo avesse successo nelle sue campagne e celebrasse il trionfo ancor prima di entrare in Senato e che i cittadini gli avessero dato il soprannome di Magno, cioè Grande”.
Assunse la carica di Pretore nell’anno del 72 a.C., e un anno più tardi gli si presentò una ghiotta occasione per poter eguagliare in campo militare il suo competitore politico Pompeo Magno. L’impresa che si apprestava a compiere era l’entrata in battaglia nella terza guerra servile, al comando di otto legioni contro gli schiavi e i gladiatori che si erano ribellati, capeggiati dal Trace Spartaco. Con una serie di rapide azioni, al comando di un esercito numeroso e ben addestrato, riuscì in poco tempo a soffocare la rivolta servile, vincendo i ribelli in una battaglia risolutiva in Lucania.

Il primo triumvirato con Cesare, Pompeo e Crasso.
Il primo triumvirato con Cesare, Pompeo e Crasso.

Dopo questi eventi, da avveduto uomo politico quale era, pensò che fosse il tempo di far terminare la rivalità che lo separava da Pompeo, decidendo di costruire con lui un’alleanza. Questa diede subito i suoi frutti, i due divennero consoli nel 70 a.C., minacciando il Senato di scatenare una guerra civile in caso della loro mancata elezione. Dopo essere stato eletto censore nel 65 a.C. con Quinto Lutazio Catulo e dopo aver revisionato la costituzione di Silla, nel 60 a.C. Crasso, insieme a Pompeo, strinse alleanza anche con Giulio Cesare, impegnandosi a sostenerlo per l’elezione al consolato dell’anno 59 a.C., dando così vita al noto primo triumvirato. Questo triplice accordo garantiva straordinari vantaggi politici ai tre uomini, che come stabilito dal patto garantiva un aiuto reciproco. Ognuno dei tre aveva un suo seguito di adepti e di clienti: queste forze, da sole insufficienti, se coalizzate avrebbero garantito al triumvirato un solido e lungo predominio sulla vita politica di Roma. Col passare del tempo però, tre personalità così forti che tendevano naturalmente a prevalere, crearono alcuni dissapori che incrinarono pericolosamente i rapporti. Per evitare che la fruttuosa alleanza venisse meno, nel 56 a.C. i tre si riunirono a Lucca, trovando un prezioso nuovo accordo che permise a Crasso di ottenere il governatorato della Siria, a Pompeo la Spagna e a Cesare il prolungamento di altri 5 anni del suo proconsolato in Gallia.

Approfittando della situazione Crasso pensò di utilizzare la carica di governatore della Siria per rafforzare il suo prestigio di condottiero che, nonostante le imprese compiute sotto il comando di Silla durante la guerra civile, non poteva assolutamente essere paragonato a quello di Cesare e Pompeo. Decise pertanto di intraprendere una spedizione militare, che puntava all’assoggettamento del regno dei Parti, con il quale Roma aveva, da qualche tempo, rapporti difficili.
Deboli nella fanteria ma dotati di una potente cavalleria di catafratti i Parti si rivelarono per Crasso un ostacolo insormontabile. Il governatore romano disponeva di legioni ben addestrate al combattimento corpo a corpo, ma del tutto impreparate alla tattica di guerra mediorientale che basava la sua forza sugli arcieri a cavallo che scagliavano miriadi di frecce sui soldati romani per poi darsi alla fuga, e lasciare campo libero alla cavalleria pesante che piombava sui legionari frastornati e disorientati dai proiettili, facendone scempio, Marco Licinio Crasso compreso. Tutto questo avvenne a Carrahe in Mesopotamia nel 53 a.C..
Si narra che durante la battaglia, suo figlio Publio Licinio Crasso, avendo fallito un attacco al comando di una grossa parte dell’esercito, abbia preferito uccidersi, e un soldato partico gli abbia troncato la testa, infitta poi su un’asta per atterrire i Romani e che i Parti, dopo avere ucciso Crasso, su ordine del loro re Orode gli abbiano versato in bocca dell’oro fuso, conoscendone anch’essi la sua straordinaria ricchezza, dopo aver mozzato la testa al cadavere. La disfatta di Carre fu una delle più drammatiche catastrofi della storia militare di Roma, soprattutto perché furono perse le aquile della legione, aquile poi restituite da Fraate IV ad Augusto circa 30 anni più tardi.
La tragica fine di Crasso aprì la breccia decisiva, facendo crollare l’alleanza del primo triumvirato, dando spazio ad una nuova e sanguinosa guerra civile.
Un’ultima curiosità: secondo la rivista statunitense di economia “Forbes” Crasso fu, in assoluto, l’ottavo uomo più ricco di ogni epoca con un patrimonio, rivalutato e ricostruito al 2008, che sarebbe ammontato a circa 170 miliardi di dollari.

Le legioni di Crasso vengono annientate nella disastrosa  battaglia di Carrhae.
Le legioni di Crasso vengono annientate nella disastrosa battaglia di Carrhae.

Una risposta a “Marco Licinio Crasso”

  1. la rivista forbes e’ forviantepunto grasso banchiere grasso secondo sole di roma figlio unico di famiglia patrizia da giovanissimo si fece onore distinguendosi a porta collina punto grasso eredito’ dalla sua famiglia 300 talenti di patrimonio che lo collocavano tra i ricconi del suo tempo punto grasso triunviro con cesare e pompeo a lucca si spartirono il mondo cesare in gallia grasso in oriente e pompeo a roma grasso prima di lasciare roma aveva accresciuto il suo patrimonio a oltre 2000 talenti ma si diceva che la sua ricchezza era oltre i 3000 talenti punto onore a grasso grasso si ritrova in oriente con un esercito di 100000 uomini piu 30000 armeni alleati di marco licinio grasso grasso conoscendo il poco valore degli armeni in combattimento li delego’ alla protezione dei cariateci baliste catapulte torri mobili e altro che favoriva la conquista di una citta’ punto ma gli armeni tradirono tradirono tradirono vendendosi hai parti punto e grasso fu privato dei mezzi per portare a compimento la sua campagna anti partica e decise di ritirarsi fruttando la potenza delle sue legioni attraverso i monti dove la cavalleria catafratta partica non era efficace punto osservazione grasso di sua volonta’ si ritira col suo esercito intatto e rientra in egitto punto la scaramuccia di carre perche’ di questo si tratta e niente di piu in cosa consiste mentre il grosso delle legioni si trovava sui monti in marcia verso l’egitto alcune migliaia di legionari con
    vessilliferi al seguito compreso il figlio di grasso per cause contingenti si attardarono e furono sopraffatti dal numero enorme dei parti che vigliaccamente si approfittarono uccidendo grasso il giovane e indegnamente si impossessarono delle insegne delle legioni punto tutto quello che di negativo successe a carre in quella campagna va a carico degli armeni vigliacchi bastardi e traditori compresa l’oscura morte di marco licinio grasso nella quale morte entra i gioco lo zampino di caio giulio cesare che in un presunto scambio di favori tra grasso e cesare uomini per grasso in cambio di cavalli per cesare ci fu un qualcosa in piu da parte di cesare per grasso il suo sicario personale che vigliaccamente mise fine alla vita di marco licinio grasso che cesare temeva a morte tremando al solo pensiero di una alleanza tra grasso e pompeo che li rendeva invincibili baluardo repubblicano che impediva a cesare la restaurazione della indegna monarchia dei re a danno della grandezza dei consoli e della divina repubblica cosi’ si consumo’ il tradimento verso tutto il genere umano aprendo a l’imponderabile dei pontefici e questa e’ storia punto ora chiedo a forbes che mi venga pubblicata la bozza sulle loro pagine punto fatemi sapere su google

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