PRIMA GUERRA ILLIRICA

PRIMA GUERRA ILLIRICA

Svoltasi fra il 230 e il 229 a.C., la prima guerra illirica vide opposti la popolazione degli  Illiri allo stato di Roma.

Gli Illiri all’epoca occupavano quelle regioni oggi corrispondenti agli attuali stati componenti la ex Jugoslavia, e sotto il regno  del Re Agrone e di sua moglie Teuta  appartenenti alla tribù degli Ardiei, erano dediti alla pirateria. Dopo la conquista di alcune importanti isole greche gli Illiri, ora sotto la guida della sola regina Teuta dopo la morte di Agrone, rivolsero la loro attenzione alle tratte commerciali che vedevano coinvolte lo stato romano.

 

Prima guerra illirica
Prima guerra illirica

PRIMA GUERRA ILLIRICA

I Romani dal canto loro, da poco usciti vittoriosi dalla prima guerra punica, non avevano tra i loro obiettivi più immediati un coinvolgimento sul mare Adriatico, rivolgendo le loro attenzioni, come è normale che fosse, verso il Tirreno e il Mediterraneo. Decisero quindi di inviare ambasciatori presso la regina Teuta alla quale intimarono di non intromettersi negli affari romani, in particolare lo storico Polibio ci racconta che il più giovane tra gli ambasciatori di Roma, un certo Lucio, prese a minacciare la regina degli Illiri di essere disposti anche a ricorrere alle maniere forti pur di difendere gli interessi di Roma. Teuta per tutta risposta fece uccidere il giovane ambasciatore creando il “casus belli” che il Senato aspettava per votare l’intervento armato contro i pirati. Roma iniziò senza indugi a reclutare nuove legioni e a riorganizzare la flotta.

Teuta non ignara del fatto che una guerra molto dura era alle porte fece le sue mosse creando anch’essa una grande flotta e dirigendola verso Corcira e le coste dell’Epiro strategicamente importantissime. Dopo varie scaramucce l’isola di Corcira che mal tollerava la presenza illirica dovette accettare la presenza della guarnigione alla cui guida venne posto Demetrio di Faro. In quello stesso periodo Roma inviava in zona i due Consoli in carica, Gneo Fulvio al comando di una flotta di 200 navi, mentre Aulo Postumio guidava le legioni via terra. Quello che successe in quel frangente ce lo racconta ancora Polibio:

« essendo al centro di sospetti (Demetrio di Faro) e temendo Teuta mandava messaggi ai Romani promettendo sia di consegnare nelle loro mani la città sia di rimettere loro tutti gli affari su cui aveva il controllo. I Corciresi […] consegnarono la guarnigione degli Illiri, in accordo col volere di Demetrio e, invitati a farlo, di comune accordo si rimisero alla protezione dei Romani ».

Grazie al tradimento di Demetrio di Faro, dovuto alle sue mire di succedere alla regina Teuta stessa, i Romani crearono a Corcira la loro base strategica, mentre allo stesso tempo il console Postumio giungeva da Brindisi con 20.000 legionari e circa 2.000 cavalieri.

Congiunte così le forze i Romani si diressero verso la capitale degli Illiri dove risiedeva Teuta, che vistasi così tradita e priva di quelle forze su cui contava si diede alla fuga insieme a pochi fedelissimi fino a rifugiarsi nella città di Rizone, lontana dal mare e ben fortificata.  I romani lasciarono Demetrio di Faro a capo di un vastio dominio composto da protettorati controllati da guarnigioni. La maggior parte della flotta e dell’esercito tornò in Italia con il console Gneo Fulvio, mentre l’altro Console Aulo Postumio, con il resto degli uomini e delle navi si trattenne in qualità di consigliere per organizzare le forze armate delle nuove popolazioni da proteggere.

La primavera seguente la regina Teuta mandò degli ambasciatori a Roma concludendo così dei patti che vedevano la regina ritirarsi dalla maggior parte delle terre illiriche, pagare tributi ai romani e, soprattutto impegnarsi alla rinuncia dei territori della bassa Illiria  e a ogni intervento militare marittimo a sud di Lisso.

PRIMA GUERRA ILLIRICA: CONSEGUENZE.

Al termine di questo conflitto Roma si affermava definitivamente nell’Adriatico, riuscendo ad annettersi alcuni nuovi territori. Affidava poi a Demetrio il governo delle isole e delle coste dalmatiche, una scelta di cui sarà portata a pentirsi, come dimostreranno gli episodi che porteranno alla seconda guerra illirica, e rendeva suo tributario un regno prima considerato potentissimo.

Roma acquistò molte simpatie presso le popolazioni greche le quali, consapevoli della sua potenza sempre crescente, cominciavano a considerarla come una loro protettrice. A dimostrazione di ciò, i romani furono invitati ai giochi Istmici del 228 a.C, e fu Corinto in particolare  a caldeggiare questa scelta, come manifestazione di gratitudine per aver liberato i mari dai pirati illirici. Infine,Atene ammise i romani ai Misteri Eleusini, equiparando così Roma non ad una città barbara ma ad una città greca.

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