Vasto e popoloso quartiere dell’antica Roma situato sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale, la Suburra benché affacciata sull’area monumentale e cuore pulsante della Roma antica, era abitata prevalentemente dalla parte più povera e miserabile della cittadinanza e ancora oggi, a distanza di secoli, il termine Suburra è sinonimo di quartiere malfamato e pericoloso.
Il nome “Subura” deriva dal termine latino “sub urbe”, ossia “sotto la città”, ad indicare la parte bassa della città rispetto al nucleo originario posto sopra il Palatino: infatti all’epoca il livello stradale era molto più basso di quello attuale e quindi il dislivello tra la “Subura” ed il Palatino era ancora più accentuato rispetto ad oggi
Proprio questo gigantesco muro rappresenta un monumento particolarissimo, esso infatti è costruito in pietra gabina, pietra che i romani consideravano particolarmente resistente al fuoco. La struttura è alta ben 33 metri dal piano di calpestio del Foro. I massi che la compongono non sono legati da malta, ma sono collegati tra loro da incastri perfetti ed esattissimi, intervallata da tre ricorsi di travertino, si regge da oltre 2000 anni per il proprio stesso peso. Al tempo della sua costruzione, il muro aveva diverse funzioni: prima fra tutte era una protezione da possibili incendi, poi separava lo spazio residenziale dallo spazio monumentale e pubblico della città, inoltre costituiva una quinta monumentale del Tempio di Marte Ultore, in forte contrasto cromatico con esso. L’accesso al Foro avveniva a fianco del tempio, attraverso l’arco in conci di travertino ancora esistente e visibile, che venne denominato in epoca medioevale, a seguito dell’impaludamento della zona dei Fori, “Arco dei Pantani”.
La Suburra entra a far parte dell’area urbana della Roma Antica quando il Re di origine etrusca Servio Tullio la sceglie per la propria residenza. E’ la zona più autentica e popolare dell’Urbe, il luogo delle contraddizioni sociali e umane, affollatissima, sporca, rumorosa e soprattutto pericolosa, anche a causa dei numerosi incendi e crolli che coinvolgono le insulae, edifici alti fino a cinque piani dove un numero illimitato di famiglie plebee vivevano ammassate in appartamenti in affitto. Sostanziali mutamenti avvengono solo sotto il pontificato di Sisto V (1585-1590), che realizza l’ acquedotto Felice, traccia via Panisperna e sistema via dei Serpenti. Nella Suburra si trovavano i bordelli più malfamati, le bettole e le locande più insicure. Anche Giulio Cesare vide i natali nella Suburra, e secondo la tradizione vi si recava Nerone travestito per captare gli umori del popolo, e Messalina, in incognito, alla ricerca di ogni trasgressione.
Complimenti per la descrizione precisa e corredata di ricostruzioni della Suburra.
Grazie mille per il complimento, anche se con poco tempo a disposizione, cerchiamo sempre di fare del nostro meglio.
Esattamente, qual è la via della foto ?
La foto è una ricostruzione virtuale trovata in rete, su quale sia la via esattamente non saprei.