Ascesa e caduta di Elio Seiano

L’ascesa e caduta di Elio Seiano avvennero in un periodo storico caratterizzato principalmente per l’allontanamento volontario dell’imperatore Tiberio nella sua villa privata di Capri. Lucio Elio Seiano, è stato un militare e politico dei primi anni dell’impero romano, celebre per la sua smisurata ambizione e per la confidenza che in lui nutriva l’imperatore stesso. La sua carriera politica fu caratterizzata da una repentina scalata al potere, che gli permise allo stesso tempo di eliminare, anche fisicamente, ogni avversario che potesse costituire per lui una minaccia. Seiano divenne a tutti gli effetti un consigliere privato di Tiberio, detenendo di fatto un potere quasi assoluto, ma quando l’imperatore iniziò a sospettare che Seiano cospirasse contro di lui,  lo destituì e lo condannò a morte.

Ascesa e caduta di Elio Seiano
Ascesa e caduta di Elio Seiano, busto di Lucio Elio Seiano

ASCESA E CADUTA DI ELIO SEIANO, L’ASCESA DAL 14 AL 23 D.C.:

Il primo ruolo di rilievo che Elio Seiano ricoprì, fu quello di accompagnare Druso minore a sedare le pericolose rivolte in Pannonia, poco successive alla proclamazione di Tiberio come nuovo principe di Roma, e poco tempo dopo fu associato dal padre alla prefettura della guardia pretoriana. Quando nel 15 d.C., il padre di Seiano venne proclamato come prefetto dell’Egitto, il giovane Elio, già entrato nelle grazie del nuovo imperatore, rimase come unico prefetto del pretorio, divenedo il principale fautore del grande aumento di potere che le guardie pretoriane otennero in quel periodo. Seiano vedeva così accrescere notevolmente la sua influenza, potendo contare sulla forza militare dei 9.000 soldati meglio preparati e meglio armati di tutto l’impero.  Lo scaltro prefetto ebbe modo di mettersi in luce, in particolar modo quando si distinse nel sedare un pericoloso incendio che divampò al teatro di Pompeo, per la grande gioia di Tiberio che non si risparmiò in grandi elogi.

Tra i diversi ostacoli che si frapponevano a Seiano per le sue mire di potere, vi era senza alcun dubbio Druso minore, figlio di Tiberio, che covava un forte odio per l’ambizioso prefetto, non potendo sopportare la grande considerazione che nutriva in lui il padre. Sembra che l’astio che divideva i due, sfociò in almeno un’occasione, in lite vera e propria, facendoli venire alle mani. Tuttavia Druso, nel 23 d.C., morì, apparentemente a causa di una malattia, ma fra le tante ipotesi vi sarebbe anche quella secondo cui, Giulia Livilla, sorella di Germanico e probabile amante di Seiano, sarebbe stata da quest’ultimo convinta ad avvelenarlo. Inebriato da un potere sempre più in crescita, dopo aver ostacolato e fomentato in tutti i modi le divisioni fra Tiberio e i figli adottivi dell’imperatore, fra i quali vi era anche Germanico, Elio Seiano, dopo aver ripudiato la moglie, Apicata, chiese a Tiberio di poter prendere in sposa Giulia Livilla, vedova di Druso e sua amante già da diverso tempo. L’imperatore però rifiutò la sua richiesta sostenendo che un matrimonio fra una donna appartenente al ramo imperiale con un esponente di rango equestre quale era Seiano, sarebbe apparso indegno, dopo questo inopinato rifiuto, il prefetto iniziò a fare pressioni su Tiberio affinchè lasciasse la città.

Ascesa e caduta di Elio Seiano, moneta che cita il consolato congiunto di Seiano e Tiberio
Ascesa e caduta di Elio Seiano, moneta che cita il consolato congiunto di Seiano e Tiberio

ASCESA E CADUTA DI ELIO SEIANO, L’IMPERATORE TIBERIO SI ALLONTANA DA ROMA:

Seiano ebbe gioco facile, le sue continue insistenze, accostate alle diatribe con Agrippina che tormentavano continuamente Tiberio, aumentarono le incertezze dell’imperatore, che ormai reputava Roma, una città non più sicura per lui. Così sul finire del 26 d.C., Tiberio decise che era il  momento opportuno per abbandonare la città, dirigendosi in un primo momento verso la sua villa di Sperlonga, affiancato da un ristretto gruppo di persone a lui molto vicine, fra i quali ricordiamo il cavaliere e filosofo Curzio Attico, il giurista Cocceio Nerva, padre del futuro imperatore Marco, l’astrologo Trasillo di Mende, e lo stesso Elio Seiano che venne invitato con la motivazione che era necessaria la sua presenza in occasione della dedica dei due templi che Tiberio intendeva innalzare, a Capua in onore di Giove e ad Augusto a Nola.  Nella celebre villa di Tiberio a Sperlonga, avvenne un episodio che accrebbe ancora di più la stima che l’imperatore nutriva in Seiano. In occasione di un banchetto, organizzato al di sotto della famosa Spelunca (una caratteristica grotta che all’epoca faceva parte della villa), una porzione del soffitto crollò travolgendo molti dei commensali, Seiano d’istinto si gettò sull’imperatore utilizzando il suo scudo per proteggerlo e permettendogli di salvargli la vita.  Nel 27 d.C., l’imperatore e il suo seguito raggiunsero l’isola di Capri. Nei due anni successivi, approfittando della grande considerazione che Tiberio nutriva nei suoi confronti, Elio Seiano acquisì un potere smisurato, le sue trame erano in grado di colpire qualsiasi avversario politico, attraverso una fitta rete di fidati delatori che portarono alla fine di Agrippina (esiliata sull’isola di Pandataria), e del cavaliere Tizio Sabino. Nel 29 d.C., morì Livia Drusilla, madre di Tiberio e colei che per autorità e influenza sull’imperatore, superava persino quella di Seiano, una notizia che naturalmente spianò ulteriormente la strada per la sete di potere del prefetto. Elio Seiano, famoso fra le altre cose per il suo accanito antisemitismo, ottenne anche il “maius imperium” per la provincia di Giudea, e fu proprio grazie a lui che Ponzio Pilato venne nominato governatore di quella regione nel 26 d.C..

Ascesa e caduta di Elio Seiano, le mura di conta dei Castra Praetoria
Ascesa e caduta di Elio Seiano, le mura di cinta dei Castra Praetoria

ASCESA E CADUTA DI ELIO SEIANO, CADUTA E MORTE:

Nel 31 d.C., il potere detenuto da Elio Seiano era immenso, a Roma si guardava a lui come vero imperatore, dopo l’allontanamento di Tiberio, quest’ultimo era visto come il Re di un’isola. A Seiano venivano tributati grandi onori, fu stabilita una festa pubblica in occasione del suo compleanno, e un’ambasceria di cittadini, diversa da quella di Tiberio, lo accoglieva ogni volta che il prefetto rientrava in città, e a lui venivano offerte preghiere e sacrifici di ogni tipo. Tutto questo però era arrivato al culmine e la caduta del prefetto era dietro l’angolo. I motivi della sua destituzione non sono chiari, Flavio Giuseppe sostiene che fu la madre di Germanico, Antonia minore, ad informare tramite lettera Tiberio, che il suo braccio destro stava segretamente progettando di sostituirlo a tutti gli effetti sul trono di Roma, anche Svetonio ci rivela che Seiano tramava alle spalle di Tiberio una vera e propria rivoluzione. Lo stesso imperatore in alcuni passi di una sua autobiografia, sembra che si lamentasse delle continue persecuzioni attuate da Seiano nei confronti della famiglia di Germanico, e che per questo ritenne giusto punirlo. Quest’ultima versione tuttavia appare improbabile, visto che dopo la condanna di Seiano, le sofferenze di Druso e Agrippina continuarono, è più probabile, come sostengono alcuni studiosi moderni che dietro la caduta di Elio Seiano ci potessero essere gli interessi di alcuni importanti personaggi, come ad esempio Caligola, che poi successe a Tiberio. Cassio Dione infine ci fornisce un’ulteriore ipotesi: pare infatti che l’ordine di destituire Seiano partì dallo stesso Tiberio, in ansia per il crescente potere del suo prefetto, e dal fatto che potesse davvero scalzarlo dal trono.  Tiberio così da non destare particolari sospetti, iniziò a spedire alcuni dispacci a Roma, in alcuni si lodava Seiano in tutti i modi, ordinando che fossero innalzate statue in suo onore e ricoprendolo di elogi, mentre in altri veniva trattato freddamente, impedendogli persino di recarsi in visita in Campania dalla sua promessa sposa malata, con la scusa di un imminente rientro a Roma dell’imperatore. Tiberio rinuciò anche al consolato, ordinando che Seiano facesse lo stesso, e bloccò anche il processo di Lucio Arrunzio, fervido oppositore del prefetto. Fu così che Elio Seiano si ritrovò in un costante stato di agitazione per gli improvvisi cambi di strategia di Tiberio, e la popolazione, pensando a chissà quale trama, iniziò a diffidare di lui.

Il 17 ottobre del 31 d.C., Tiberio nominò segretamente Macrone, già prefetto delle coorti urbane,  come nuovo prefetto del pretorio, dopo di che lo spedì a Roma perchè unisse i suoi uomini con i Vigiles, guidati da Grecinio Laocone. Con il nuovo console Publio Memmio Regolo, (in quanto l’altro console in carica, Lucio Trione era una creatura dello stesso Seiano), avrebbero poi dovuto convocare il Senato al tempio di Apollo. Giunto in Senato, Elio Seiano ricevette da Macrone in persona una lettera scritta dal pugno di Tiberio, nel quale gli si conferiva la potestà tribunizia, ma mentre, entusiasta prendeva posto, Macrone allontanava le guardie pretoriane per sostituirle con i Viglies, dopo di che si recò nei Castra Praetroia per annunciare la sua nomina a prefetto. Nella lettera che Tiberio recapitò a Seiano e letta da quest’ultimo in Senato, in alcuni tratti veniva lodato l’operato del prefetto, mentre in altri veniva lievemente criticato, ma verso la fine, improvvisamente lo si accusava di tradimento, ordinandone l’immediato arresto insieme a due senatori a lui collegati. Elio Seiano venne così scortato al carcere Mamertino, ma lungo il tragitto fu il bersaglio della popolazione in collera che lo insultò, ne distrusse le statue arrivando persino a malmenarlo.

 CONSEGUENZE:

La sera stessa vedendo che i pretoriani non avevano reagito all’arresto di Seiano, il Senato si riunì al tempio della Concordia, dove giudicò l’ex prefetto con un processo sommario, al termine del quale venne stabilita la sua condanna a morte e la relativa “Damnatio Memoriae”. La notte successiva Elio Seiano subì la condanna mediante strangolamento, dopo di che il corpo venne dato al popolo che ne fece scempio prima di gettarlo nel Tevere. La stessa sorte subirono i suoi amici e parenti, compresi i figli. Partcolarmente efferata fu l’esecuzione della figlia Iunilla, non potendo subire una condanna a morte in quanto ancora vergine, si ovviò al problema facendola prima stuprare da un centurione sul patibolo. La moglie Apicata si suicidò, non prima però di avere inviato una lettera a Tiberio nel quale si elencavano le colpe di Seiano e dell’amante Giulia Livilla. Il Senato, infine, ordinava feste perpetue e l’innalzamento di una statua alla Libertà con la seguente dedica:

«Saluti perpetuae Augustae Libertatique populi romani Providentia Ti. Caesaris Augusti nati ad aeternitatem romani nominis, sublato hoste perniciosissimo».

«Alla salute del perpetuo Augusto e alla Libertà del popolo romano, per la Provvidenza di Tiberio Cesare, figlio di Augusto, per l’eternità della gloria di Roma,  eliminato il pericolosissimo nemico.»

credits to:

https://www.wikiwand.com/it/Seiano

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