Battaglia del fiume Metauro

Avvenuta nel contesto della seconda guerra punica, la battaglia del fiume Metauro, nell’odierna provincia di Pesaro-Urbino,  venne combattuta il 22 giugno del 207 a.C., e vide contrapporsi le forze cartaginesi guidate dal fratello di Annibale, Asdrubale Barca e le forze romane guidate dai due consoli, Gaio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore. Il console romano Gaio Claudio Nerone si era già scontrato qualche centinaio di chilometri più a sud, con l’esercito punico guidato da Annibale in persona, a Grumento (località incerta, probabilmente situata nell’odierna regione della Basilicata), dopo di che ripiegando verso nord, a marce forzate si congiunse con l’altro esercito consolare di Marco Livio Salinatore, il tutto all’insaputa di Asdrubale Barca, che si ritrovò così di fronte ad un esercito numericamente superiore.

la Battaglia del Metauro
la Battaglia del Metauro

Battaglia del fiume Metauro, contesto storico:

La campagna militare intrapresa da Asdrubale Barca, con l’intento di portare aiuto in Italia al fratello Annibale, si stava svolgendo nel migliore dei modi, non solo infatti egli riuscì a far perdere le proprie tracce, mentre Publio Cornelio Scipione, in Spagna tentava di impedirne l’avanzata, ma riuscì in breve tempo a varcare sia i Pirenei, seppur più verso l’interno visto che i passi più vicini alla costa erano presidiati dai romani, sia le Alpi, percorrendo la stessa strada sulla quale Annibale era transitato una decina di anni prima. La traversata delle Alpi di Asdrubale fu molto più veloce rispetto a quella del fratello, in quanto i Galli che tanto avevano avversato le truppe di Annibale, ora rispettavano i cartaginesi, e non ne impedivano in nessun modo la marcia, anzi molto spesso erano desiderosi di aggregarsi andando così ad incrementare le forze puniche, non solo, la traversata di Annibale avvenuta dieci anni prima, aveva in qualche modo facilitato il percorso, spianando alcune strade e costruendo stazioni di sosta che Asdrubale potè sfruttare. Tutto ciò consentì al fratello di Annibale di giungere in Italia con un esercito pressochè integro, elefanti da guerra compresi. In questo contesto, Roma era ancora prostrata dopo le devastanti sconfitte inflitte da Annibale dieci anni prima, e la prospettiva di combattere contro due forti eserciti separati preoccupava non poco i due consoli. Gli eserciti repubblicani si guardarono bene dall’attaccare per primi, e a parte qualche scaramuccia avvenuta in Abruzzo fra gli uomini del console Nerone e gli uomini di Annibale, gli eserciti nemici si tennero a debita distanza, lo stesso Marco Livio Salinatore si avvicinò ad Asdrubale nei pressi del fiume Metauro, nell’odierna provincia di Pesaro-Urbino. La situazione per qualche tempo rimase immutata, fino a quando Asdrubale decise di inviare alcuni messaggeri al fratello Annibale con la richiesta di unire gli eserciti e puntare decisamente alla conquista di Roma. Fortunatamente per le sorti dell’Urbe, gli inviati di Asdrubale furono catturati dai romani, e i piani cartaginesi furono così rivelati. Molto coraggiosamente Gaio Claudio Nerone, lasciato a presidio un piccolo contingente a fronteggiare le forze di Annibale e partendo con 6.000 uomini e un migliaio di cavalieri, si riunficò alle truppe di Salinatore, viaggiando di notte per passare inosservato al nemico e a marce forzate percorrendo fino a 60 chilometri al giorno, coprì in pochissimo tempo i 5-600 chilometri che li separavano. L’esercito di Asdrubale si trovava circa mezzo miglio più a nord e l’arrivo di Nerone con il favore del buio della notte non venne notato, almeno fino al giorno successivo quando gli eserciti si schierarono in campo aperto per la battaglia. Asdrubale si rese conto fin da subito che l’esercito schierato contro di lui era notevolmente cresciuto numericamente, il che gli fece ricordare alcuni suoni di tromba uditi dal campo romano la notte precedente, un dettaglio che la sua esperienza avuta in Spagna contro i romani, gli fece capire che l’esercito schierato contro di lui non era più quello di un solo console, ma di entrambi, cosa che  lo fece desistere dallo scontro per ritirarsi nuovamente al proprio campo. Il resto della giornata trascorse senza che nulla accadesse, ma al calare della notte Asrdubale trasse fuori dal campo le proprie truppe nel tentativo di allontanarsi senza farsi notare, per recarsi nella Gallia Cisalpina dove sarebbe stato più al sicuro, per sua sfortuna però, le sue guide lo tradirono poco dopo l’inizio della marcia, abbandonandolo alla ricerca di un punto dove guadare il fiume Metauro. Il resto della nottata passò tranquillamente, ma al mattino Asdrubale si rese presto conto che la sua armata procedeva in modo confuso, e come se non bastasse i Galli alleati erano in gran parte in grave stato di ebbrezza, in tutto questo la cavalleria romana con le legioni consolari al seguito erano in rapido avvicinamento, e Asdrubale con grande riluttanza fu costretto a schierarsi a battaglia.

la Battaglia del Metauro
la Battaglia del Metauro

Battaglia del fiume Metauro, lo scontro armato:

L’esatto numero di armati coinvolti nella battaglia sia da una parte che dall’altra è piuttosto incerto, come incerto è il luogo esatto dove avvenne lo scontro armato, alcuni rilevamenti tendono però ad individuarlo all’altezza del guado di Serrungarina. Stimando approssimativamente le forze in campo possiamo affermare che Asdrubale avesse a disposizione circa 30.000 soldati, mentre i romani, grazie anche agli uomini guidati dal console Nerone, potevano contare su circa 10.000 soldati in più. L’arma decisiva a favore di Roma era però la cavalleria rispetto alla quale l’armata cartaginese era palesemente in inferiorità. Nonostante la confusione il generale punico tentò di schierare le proprie forze nel miglior modo possibile. Come la gran parte delle armate puniche, anche quella di Asdrubale si distingueva per la sua multietnicità, all’interno delle sue fila erano infatti presenti arabi, spagnoli, galli e altre truppe provenienti da altre zone dell’Africa. Asdrubale schierò quindi i fanti ispanici più affidabili nel combattimento corpo a corpo sull’ala destra coadiuvate dagli ausiliari africani, al centro, davanti ai dieci elefanti da guerra schierò i Liguri in gran numero, anche se va detto che questi ultimi erani più avvezzi alla guerriglia che allo scontro in campo aperto, per ultimi tenne i Galli sul fianco sinistro, sperando nella protezione data dal terreno particolarmente dissestato in quel punto.

Da parte romana l’avanzata avvenne in modo molto disciplinato, come era loro consuetudine, a Gaio Claudio Nerone,a cui venne affidato il fianco destro, fu dato l’incarico di contrastare i Galli, ma fu lo stesso Asdrubale a rompere subito gli indugi, concentrando il centro del suo schieramento e il lato destro vestro il fianco sinistro romano comandato da Marco Livio Salinatore. Lo scontro inizialmente fu favorevole ai punici che con i loro elefanti da guerra riuscirono a rompere lo schieramento romano, creando panico e confusione, sia gli ispanici, e inaspettatamente, anche i liguri, riuscirono brillantemente a reggere lo scontro contro i legionari di Salinatore. A quel punto l’altro console, valutando l’inutilità nel superare il terreno dissestato per affrontare il nemico, lasciò una parte dei suoi uomini ad affrontare gli impreparati Galli, mentre con un altro reparto aggirò lo schieramento attaccando il fronte degli ispanici con una tale veemenza che questi ultimi vennero spinti verso il centro finendo per creare scompiglio anche fra i Liguri, che combatterono fino allo strenuo delle loro forze. Asdrubale a quel punto poteva contare ormai sui soli Galli che però, anche a causa delle baldorie della notte precedente erano del tutto incapaci alla battaglia. I Romani a quel punto si lanciarono sui Galli inermi e ne fecero strage praticamente senza incontrare resistenza alcuna, Asdrubale vedendo tutto ciò, piuttosto che cadere in mano nemica, preferì lanciarsi nel folto della battaglia incontrando se non altro, una fine gloriosa.

Il fiume Metauro oggi
Il fiume Metauro oggi

Battaglia del fiume Metauro, conclusioni e conseguenze:

Al termine della battaglia, il console Gaio Claudio Nerone, non ebbe nessuna pietà del nemico caduto, rintracciò il cadavere di Asdrubale, gli fece tagliare la testa per poi recapitarla al campo di Annibale, così da far capire al generale punico che l’aiuto da lui sperato era definitivamente tramontato. La battaglia del fiume Metauro rappresentò una svolta per Roma, che per la prima volta dopo molti anni riuscì ad avere ragione su di un forte esercito punico, scoraggiando in un solo colpo tutte le popolazioni che in quegli anni avevano aiutato i cartaginesi sul suolo italico. La vittoria sul Metauro, salvò di fatto la Repubblica, spegnendo ogni speranza di Annibale di poter vincere la guerra, Cartagine infatti era troppo impegnata nei suoi interni dissidi politici per poter organizzare altri aiuti da mandare in Italia, così il forte generale punico finì per essere relegato da Roma, nel Bruzio, dove venne di fatto reso quasi completamente inoffensivo. Nonostante tutto Annibale restò in Italia fino al 203 a.C., quando Roma, agli ordini di Scipione l’Africano, decise di spostare il conflitto alle porte di Cartagine stessa, costringendo quindi il forte generale punico a fare ritorno in patria per cercare di difenderla. Il tutto si risolse nel 202 a.C., quando a Zama, Scipione, in una grande battaglia campale, ebbe ragione di Annibale, infliggendo a lui e a tutta Cartagine, una sconfitta devastante e decisiva per le sorti della guerra. Concludendo possiamo affermare che se Asdrubale fosse riuscito nel suo intento di riunire il suo esercito a quello di Annibale, le sorti della battaglia sarebbero potute essere diverse, ma probabilmente non avrebbero significato la fine della guerra. Nonostante la battaglia del Metauro sia offuscata dalle più rinomate e conosciute battaglie di Zama o da quella di Canne, la vittoria dei consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone, nel corso degli anni ha acquisito sempre più importanza perchè spezzò sul nascere la doppia minaccia cartaginese, annientando Asdrubale e isolando Annibale nell’Italia meridionale, lanciando allo stesso tempo Roma alla conquista di tutto il Mediterraneo.

Si ringrazia per le foto:

https://www.webstagram.one/tag/LivioSalinatore

http://crono.news/Y:2018/M:07/D:13/h:10/m:40/s:38/la-battaglia-di-canne-2/

https://hu.wikipedia.org/wiki/Metauro

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