Clastidium la prima unità d’Italia

Era il III secolo a.C.,  quando  si verificava a Clastidium la prima unità d’Italia. Nel 222 a.C., infatti, il console Marco Claudio Marcello, chiudeva definitivamente il conto con gli Insubri, completando di fatto la conquista di tutta la penisola italica; in cinque secoli, quella che in origine non era più che un piccolo villaggio di capanne, estendeva ora il suo dominio su di una superficie di oltre 100.000 chilometri quadrati, divenendo un vero punto di riferimento per tutti gli italici.

Clastidium la prima unità d'Italia
Clastidium la prima unità d’Italia

CLASTIDIUM LA PRIMA UNITà D’ITALIA, CONTESTO STORICO:

Mentre in città il popolo si preparava ai riti in onore del nuovo anno, e all’entrata del mese di marzo, dedicato a Marte, il che segnava anche l’inizio delle campagne militari, una personalità di spicco della società romana, con il suo esercito, è già in pieno conflitto, contro i Galli Insubri. Si trattava di Marco Claudio Marcello, politico e militare di grande valore, che in futuro si guadagnerà il soprannome di “La Spada di Roma”, durante la seconda guerra punica, per aver conquistato Siracusa, e per aver combattuto alla pari contro Annibale, dopo la terribile disfatta di Canne. Dopo essere uscita vincitrice dall’oltre ventennale prima guerra punica, Roma, dopo aver conquistato la Corsica, la Sicilia e la Sardegna, attuava ora una politica volta non più alla conquista ma alla protezione dei suoi già vasti confini, spinta dall’impulso di Gaio Flaminio Nepote, e dalla sua energica politica di riorganizzazione territoriale. Gaio Flaminio, che in futuro in qualità di censore, diede inizio ai lavori della via Flaminia, distribuì terre da coltivare alle fasce di cittadinanza più deboli, e stanziò cittadini romani nelle nuove colonie sottratte ai Galli Senoni, di Ancona, Rimini e Ravenna. Tuttavia, le popolazione celtiche del nord Italia, come Insubri, Boi e Lingoni, che avevano ben capito le intenzioni romane, strinsero accordi fra di loro, ma   anche con tribù tradizionalmente ostili. Anche Cartagine, che mal sopportava la crescente potenza di Roma, garantì ai Galli, appoggi economici e militari in caso di conflitto.  A Roma si reagì immediatamente in funzione anti punica, stipulando nel 226 a.C., il trattato dell’Ebro, in cui l’Urbe, impegnata con i Celti, prometteva di non interferire nel consolidamento dei possedimenti punici nella penisola iberica, posti a sud del fiume Ebro, approfittando del fatto che così i Cartaginesi avrebbero messo gli accordi con i Celti, in secondo piano. Nel 225 a.C., una forte coalizione di Celti, formata da Insubri, Taurini e Gesati, si trovarono ad affrontare le armate romane a Talamone, nei pressi dell’odierna Orbetello, vicino Grosseto, subendo una catastrofica disfatta, scongiurando così il serio rischio di una pericolosa invasione dell’Italia centrale.

CLASTIDIUM LA PRIMA UNITà D’ITALIA, Roma fra Marco Claudio Marcello e fabio massimo:

Entusiasti per il grande successo ottenuto, i romani si convinsero di poter eliminare i Galli piuttosto facilmente, scegliendo così di addentrarsi in profondità nel territorio nemico. La scelta si rivelò felice, nel 223 a.C., il console Caio Flaminio ottenne un’altra grande vittoria sul fiume Oglio, tuttavia, lo stesso console era fortemente criticato dal Senato per la sua grande avversione a rispettare gli auspici, così cari ai romani, ragion per cui gli fu rifiutato il meritato trionfo e l’anno successivo, fu costretto a dimettersi dalla carica. Il magistrato incaricato a sostituirlo era Quinto Fabio Massimo Verrucoso, colui che pochi anni più tardi tenne in scacco Annibale, guadagnandosi per le sue tattiche militari, il soprannome di “Cunctator”. Fabio Massimo si affrettò a nominare come suo collega, Marco Claudio Marcello, inaugurando una collaborazione di successo, tesa a limitare le minacce puniche e celtiche. Deciso e costante il primo, più irruento e pronto alla battaglia il secondo, queste due personalità ben si combinavano insieme, anche nei momenti più difficili. Proprio Marcello spinse per la prosecuzione del conflitto, respingendo le rimostranze di alcuni senatori che avrebbero preferito intavolare trattative di pace con i Celti, più che altro per non favorire altre assegnazioni di terreni ai piccoli agricoltori. Interrotte frettolosamente le trattative i Celti non persero tempo e arruolarono circa 30.000 uomini fra i loro alleati, mentre Claudio Marcello si mosse verso la piazzaforte di Acerrae, odierna Pizzighettone, caduta in mano celtica, per cingerla d’assedio. Per attuare un diversivo, i Celti, fecero uscire da Acerrae, un contingente alleato, alla guida di Virdomaro, iniziando a devastare tutti i territori circostanti, sperando di rallentare l’avanzata romana verso la città, e impedirne l’assedio.

CLASTIDIUM LA PRIMA UNITà D’ITALIA, la battaglia:

Il diversivo non ebbe gli effetti sperati, la città venne assediata ugualmente, dopo di che, Claudio Marcello, decise di lasciare le operazioni di inseguimento agli Insubri usciti dalla città in precedenza, a parte della cavalleria e alla fanteria leggera. L’inseguimento si concretizzò a Clastidium, odierna Casteggio, in provincia di Pavia, la città apparteneva ai Marici, una popolazione ligure che già aveva accettato l’alleanza romana, probabilmente per tutelarsi dalla grande bellicosità degli Insubri. Marciando anche di notte, i romani si trovarono così a contatto col nemico, che forte di una netta superiorità numerica, e vedendo un esercito romano di soli armati alla leggera, sottovalutò la situazione credendo di avere già una facile vittoria a portata di mano. Claudio Marcello, tuttavia aveva grandissima fiducia nei suoi uomini, e non si fece trovare impreparato, schierando i suoi uomini su una lunga e sottile linea, per coprire il più possibile il campo di battaglia. Partita la carica, il frastuono si alzò a tal punto che lo stesso cavallo del console si imbizzarrì girandosi indietro verso i suoi soldati, con grande sforzo, Marcello riportò all’ordine il suo animale. Gli Insubri dal canto loro, bene avevano resisitito al primo impatto, se da una parte infatti, i loro fianchi risultavano bersagliati dalla grande mobilità della cavalleria romana, dall’altro, la superiorità numerica dei loro fanti riuscì quasi ad accerchiare i legionari. Nel proseguo della battaglia, il console Marco Claudio Marcello si trovò faccia a faccia con il Re nemico, Virdomaro, egli, come scrive Plutarco: “superava gli altri galli per grandezza fisica e si distingueva per l’armatura risplendente come un lampo, adornata d’oro e d’argento e nelle tempre e nei colori di ogni tipo”.

Clastidium la prima unità d'Italia, il Console Claudio Marcello sconfigge in duello il Re Virdomaro
Clastidium la prima unità d’Italia, il Console Claudio Marcello sconfigge in duello il Re Virdomaro

Indomito come pochi, Claudio Marcello, non ci pensò due volte e si lanciò personalmente contro di lui con la lancia in pugno, riuscì in un sol colpo a disarcionarlo da cavallo, per poi finirlo con la spada con altri due fendenti. L’impresa fu notevole, considerato il fatto che solo altri due romani prima di lui riuscìrono ad atterrare e ad uccidere un Re nemico in battaglia, si trattava del primo Re, Romolo, che uccise Acrone, e di Cornelio Cosso, che uccise Tolumnio, Re degli Etruschi. Marcello così raccoglie le armi dell’avversario sconfitto e le consacra a Giove Feretrio. A quella vista le file celtiche sbandarono paurosamente, favorendo un potente contrattacco romano che decise le sorti dello scontro, i Galli, sconfitti e in fuga vennero spinti verso un fiume vicino (non è chiaro se fosse il Po, oppure un altro corso d’acqua locale), in molti morirono annegati, altri che riuscirono a sopravvivere alle acque, vennero trucidati dai romani.

CLASTIDIUM LA PRIMA UNITà D’ITALIA, conquista della tranpadania:

Mentre la battaglia infuriava a Clastidium, il collega di Marcello, il console Cornelio Scipione, toglieva l’assedio ad Acerrae, dove era rimasto, per muovere verso la capitale degli Insubri, Mediolanum (Milano), qui però la forte resistenza degli abitanti e il sopraggiungere di altri alleati, costrinsero i romani a fermare le operazioni. Solo l’arrivo di Marcello, con la seguente notizia della grande vittoria ottenuta, fece desistere gli Insubri, costringendoli a scendere a patti. In questo modo Roma, ottiene due importanti risultati, estendere i propri territori e lasciare comunque un’ampia autonomia alle popolazioni locali, che in questo modo sarebbero state meno inclini alla ribellione. Si può quindi dire che ci fu a Clastidium la prima unità d’Italia, un’affermazione che sarà un preludio alla conquista della Gallia Cisalpina.

Credits to:

https://bardiromaantica.it/battaglia-clastidium/

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