Flavio Ezio

Generale Romano definito come “terrore dei barbari e baluardo della Repubblica di Roma”, Flavio Ezio nasce nel 390 d.C. a Durosturum (odierna Silistra, in Bulgaria), e  morì a Ravenna nel 454 d.C., nella sua vita fu più volte console e ministro sotto il regno di Valentiniano III, ma la sua grande fama la deve essenzialmente per la grande vittoria ottenuta contro i temibili Unni guidati dall’ancor più tembilie Attila ai Campi Catalaunici.

Flavio Ezio
Flavio Ezio

Flavio Ezio, vita e ascesa al potere:

Flavio Ezio servì in gioventù sotto la corte imperiale dove venne arruolato  nell’unità militare dei “tribuni praetoriani partis militaris”. Dal 405 al 408 d.C., venne dato in ostaggio presso Alarico, il Re dei Goti, presso il quale imparò l’arte della guerra. Nel 408 d.C. Alarico richiese di nuovo Flavio Ezio come ostaggio ma in questa occasione gli fu rifiutato per essere inviato presso Ruta, che all’epoca era a capo della tribù degli Unni. Nel 423 d.C., alla morte dell’Imperatore d’occidente, Onorio, venne nominato suo successore Giovanni Primicerio, presso il quale Flavio Ezio servì come “Cura Palatii”, tuttavia Giovanni Primicerio non venne riconosciuto dall’Imperatore d’oriente Teodosio II che subito inviò un forte contingente militare per porre sul trono il nipote Valentiniano III. Giovanni Primicerio inviò quindi Flavio Ezio presso gli Unni per cercare alleanze, ma quando il generale romano fece ritorno Giovanni Primicerio era già stato destituito e ucciso dagli uomini di Valentiniano III (che all’epoca aveva solo 6 anni), e da sua madre Galla Placidia. Per niente dimesso Flavio Ezio attaccò alla testa di un forte contingente di Unni l’esercito romano, ma la forte presenza di barbari su suolo italico costrinse Galla Placidia a scendere a compromessi, così in cambio di un importante comando militare Flavio Ezio congedò i propri soldati e strinse un accordo con il nuovo reggente occidentale.

Nel 425 d.C., Flavio Ezio ottenne la carica di “Magister Militum” per le Gallie divenendo quindi il comandante supremo di tutte le truppe stanziate in quella regione. La sua posizione era certamente di rango inferiore a quella di “Patricius” e “Magister Militum” ottenuta da Costanzo Felice, suo grande rivale politico,  ma la sua influenza sui contingenti ausiliari barbarici garantiva a Flavio Ezio una certa sicurezza e autonomia, facendone l’uomo più forte e influente di tutta la Gallia. Nel 426 d.C., Flavio Ezio sconfisse i Visigoti che stavano assediando Arles, e due anni più tardi liberò i territori lungo il Reno respingendo i Franchi. Nel 430 d.C., Flavio Ezio, in grande competizione con Costanzo Felice,  accusò quest’ultimo e sua moglie di complottare contro la sua vita e per questo ottenne il loro arresto e poi la loro uccisione. Tolto di mezzo Costanzo Felice, Flavio Ezio divenne probabilmente il primo tra i magister militum, sebbene non ricevesse ancora il rango di patricius.  Non era finita di li a poco un altro grande rivale si poneva sulla strada del forte generale romano, questa volta si trattava di Bonifacio, governatore e generale della diocesi d’Africa. Gli storici dell’epoca ci tramandano che Ezio gettò talmente tanto discredito sul suo rivale da indurlo alla rivolta. La resa dei conti avvenne nel 432 d.C., quando Bonifacio riuscì ad ottenere il magisterio militare e il patriziato superando nel rango Flavio Ezio, solo Console quell’anno. Richiamato in Italia da Galla Placidia per sconfiggere l’esercito di Foederati guidato da Ezio, Bonifacio sbarcò alla testa di un potente e vasto esercito. Flavio Ezio dal canto suo stava già preparando anch’egli un forte esercito con l’aiuto del Re Unno, Rua, e saputo dell’arrivo in Italia di Bonifacio non perse tempo e si mosse con i suoi uomini dalla Gallia. I due generali si scontrarono in modo decisivo in una grande battaglia campale presso Ravenna, dove Flavio Ezio uscì sconfitto. La vittoria di Bonifacio tuttavia fu per lui effimera, ferito gravemente durante lo scontro morì poco tempo dopo. Flavio Ezio si ritirò nei suoi possedimenti per riorganizzarsi, ma con il supporto militare dei suoi alleati, l’anno successivo  tornò in Italia e costrinse Galla Placidia ad accettarne il ritorno al potere: fece esiliare fuori dall’Italia il genero e successore di Bonifacio, Sebastiano, e infine fu nominato Comes et Magister militum, il massimo rango militare d’Occidente, e ottenne finalmente il rango di patricius, che gli fu conferito il 5 settembre del 435 d.C. a Ravenna.

Flavio Ezio e l’alleanza con gli Unni:

Negli anni che vanno dal 433 al 450 d.C., Flavio Ezio divenne la personalità più potente dell’Impero d’Occidente. Egli continuò a curare in particolar modo la difesa della frontiera delle Gallie. A tal fine continuò a fare affidamento sugli Unni, che già lo avevano aiutato nelle lotte per il potere nel 425 e nel 433 e che continuarono a fornirgli aiuti militari in Gallia: per ottenere il loro sostegno, Ezio dovette però cedere agli Unni la Pannonia  intorno al 435 d.C..

Nel 437 d.C., la rivolta dei Visigoti, portò questi ultimi alle porte della città di Narbona che presero d’assedio, desiderosi di dare uno sbocco al mare ai loro possedimenti. Il generale Litorio venne inviato da Flavio Ezio con un contingente di Unni a liberare la città dall’assedio, la missione ebbe un grande successo e la campagna militare che ne seguì fu ancor più brillante culminata con la vittoria del Mons Colubrarius. L’alleanza di Flavio Ezio con gli Unni contro i cristiani Visigoti, scatenò lo sdegno del vescovo di Marsiglia, Salviano e di alcuni scrittori dell’epoca, e quando il generale Litorio alle porte di Tolosa, capitale dei Visigoti, intendeva raderla al suolo, la fortuna gli volse le spalle, sconfitto e catturato fu infine giustiziato per la gioia delle autorità cristiane che vedevano l’esito degli eventi come una punizione divina.  La sconfitta e morte di Litorio obbligò Ezio a firmare una pace con i Visigoti e a riconfermare il trattato del 418 d.C., dopodiché tornò in Italia, per l’emergenza dei Vandali, che proprio in quell’anno avevano conquistato Cartagine.

Flavio Ezio e la spedizione contro i Vandali:

Con la perdita di Cartagine la situazione si inasprì notevolmente, per potersi dedicare ai Vandali senza disturbi Flavio Ezio stipulò la pace con i Visigoti assicurando a loro i territori dell’Aquitania. La caduta di Cartagine in mano vandala, avvenuta nel 439 d.C., e la successiva invasione vandalica della Sicilia nell’anno successivo, spinse il comandante a ritornare in Italia. Nel giugno del 440 d.C., Flavio Ezio era atteso in Italia con un grande esercito da inviare contro i Vandali. Anche dalla parte orientale l’invasione vandala era vista con grande preoccupazione tant’è che anche l’Imperatore Teodosio II inviò una grande flotta in aiuto di Ezio per eliminare la minaccia. La spedizione romana congiunta tuttavia sfumò a causa delle incursioni  balcaniche degli Unni guidati da Attila. Per fronteggiare quest’altra nuova minaccia l’Impero fu così costretto a negoziare una pace con i Vandali nel 442 d.C., in cui riotteneva le Mauritanie e parte della Numidia, ma riconosceva ai Vandali il possesso dell’Africa Proconsolare, la Byzacena e del resto della Numidia.  Gli Unni, in precedenza alleati, ora venivano visti come una minaccia per l’Impero. Gli Unni provenienti dalla Scizia, avrebbero in realtà attaccato l’Impero romano d’Occidente solo otto anni dopo, nel 451d.C., ma, attaccando prima l’Impero romano d’Oriente proprio in coincidenza con la spedizione congiunta contro Cartagine, avevano indirettamente favorito il re dei Vandali  Genserico provocando il fallimento della spedizione e costringendo l’Impero romano d’Occidente a rinunciare alle più prospere province dell’Africa.

Flavio Ezio, battaglia ai Campi Catalaunici
Flavio Ezio, battaglia ai Campi Catalaunici

Flavio Ezio, la vittoria su Attila:

Nel 451 d.C., il Re degli Unni, Attila decise di attaccare l’Impero romano d’occidente, con l’intenzione di eliminare Flavio Ezio nelle prime fasi della sua invasione. A capo di una forte coalizione formata da Unni, Ostrogoti e Burgundi, Attila superò il fiume Reno sottomettendo numerose città. La prima mossa che Flavio Ezio mise in campo fu la diplomazia, portando dalla sua parte Visigoti, Alani e persino i Burgundi. Quando gli Alani giunsero in Gallia per affiancarsi alle truppe di Ezio, quest’ultimo insieme ai Visigoti di Teodorico si diresse verso Orleans, già assediata dagli Unni. Quando Attila seppe dell’arrivo di Ezio, lasciò la città per dirigersi verso la campagna per affrontare in campo aperto le truppe romane. Il 20 settembre del 451 d.C., i due eserciti si scontrarono nella celebre battaglia dei Campi Catalaunici, nei pressi di Chalons en Champagne. La vittoria di Flavio Ezio non fu decisiva ma tatticamente fu un vero capolavoro tant’è che Attila, pur mantenendo ogni mezzo per continuare la guerra, fu costretto a ritirarsi oltre il fiume Reno per il sopraggiungere dell’inverno. La coalizione faticosamente tenuta insieme da Ezio si sfaldò quasi subito e l’anno successivo Attila fu subito pronto a riprendere le ostilità invandendo l’Italia conquistando e distruggendo numerose città, tra le quali Aquileia. L’Imperatore Valentiniano III fuggì a Roma, mentre Flavio Ezio a capo delle sue poche truppe rimaste non indietreggiò cercando quantomeno di rallentare l’avanzata del Re barbaro. Dopo aver varcato il fiume Po Attila venne raggiunto da una delegazione composta dal prefetto Trigezio e da Papa Leone I, sono tante le versioni che scrivono di questo incontro e una verità assoluta probabilmente non sarà mai riconosciuta, fatto sta che Attila fece “dietro front” tornando nei propri territori senza rivendicare nessun’altra conquista.

Il 20 o il 22 di settembre del 454 d.C., a Ravenna, a seguito di una discussione avuta con l’Imperatore Valentiniano III, Flavio Ezio venne assassinato in un agguato dove non sembrava essere estraneo l’aristocratico e futuro Imperatore Petronio Massimo.  La sua morte fu vendicata l’anno successivo, quando due ex-guardie del corpo di Ezio, Optila e Traustila, assassinarono Valentiniano III a Roma.

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