Gli antichi Ponti di Roma

Gli antichi Ponti di Roma, il ponte Fabricio:

Il ponte Fabricio, noto anche con il nome di “ponte dei quattro capi”, è uno dei due ponti della Capitale che non mette direttamente in comunicazione le due sponde del Tevere, bensì il lato sinistro dell’Isola Tiberina all’altezza di lungotevere Dè Cenci. Il Ponte Fabricio è il ponte più antico della Capitale tutt’ora esistente, molto ben conservato si estende per circa 62 metri per una larghezza di 5,5 metri. Nelle quattro arcate del Ponte Fabricio si trovano quattro iscrizioni che riportano la costruzione del suddetto da parte del curatore stradale, Lucio Fabricio, nel 62 a.C., mentre in un’altra più piccola è riportata l’opera di restauro messa in atto dai consoli, Marco Lollio e Quinto Lepido, nel 23 d.C., a causa di una piena del fiume. Una leggenda popolare racconta che il nome “ponte dei quattro capi” deriverebbe da una discordia scoppiata fra i quattro architetti nominati da Papa Sisto V, e incaricati del restauro del ponte. I quattro non arrivando ad alcun compromesso passarono alle vie di fatto e Papa Sisto V infastidito dal loro comportamento, li fece, al termine dei lavori, decapitare sul posto, facendo però erigere in loro memoria un monumento con quattro teste scolpite in un piccolo blocco di marmo.

Gli antichi ponti di Roma, il ponte Fabricio
Gli antichi ponti di Roma, il ponte Fabricio

Gli antichi Ponti di Roma, ponte Mammolo:

Ponte Mammolo mette in contatto le due sponde del  fiume Aniene sulla via Tiburtina nell’odierno quartiere di Pietralata, e nella zona di Tor Cervara. Il ponte anticamente era chiamato “pons Mammeus” o “pons Mammi”, attribuitogli per via del restauro promosso ad opera di Giulia Mamea, madre dell’Imperatore Alessandro Severo, ma questa versione è tutt’altro che sicura, altre fonti ci tramandano infatti di come il nome possa  banalmente essere una contrattura sviluppatasi nel tempo del termine “marmoreus” essendo il ponte, anticamente costruito in travertino. Originariamente il ponte si sviluppava su tre arcate, di cui la centrale più larga delle due laterali, fu distrutto dal Re degli Ostrogoti, Totila e successivamente ricostruito dal generale bizantino, Narsete. Nel catasto alessandrino, alcuni disegni attestano che sui due accessi del ponte erano presenti due torrioni, probabili resti di una rocca fortificata. Nel 1849 ponte Mammolo venne demolito dai francesi, cosa che costrinse lo stato della Chiesa a costruirne un altro poco più a nord, di cui oggi rimane solo qualche rudere, la costruzione dell’attuale ponte risale invece al 1871, mentre un ponte gemello venne costruito negli anni 90 per meglio ottimizzare la circolazione delle auto. Una leggenda romana ci racconta che Annibale durante la sua incursione verso la città di Roma, attraversò proprio questo ponte.

Gli antichi ponti di Roma, illustrazione di Ponte Mammolo
Gli antichi ponti di Roma, illustrazione di Ponte Mammolo

Gli antichi Ponti di Roma, il ponte Neroniano:

Il ponte Neroniano o Trionfale, consentiva all’antica via Trionfale di varcare il Tevere. Il ponte venne costruito dall’Imperatore Nerone nel primo secolo d.C., con l’intenzione di migliorare i collegamenti con i suoi possedimenti posti sulla riva destra del fiume, in particolare con la villa della madre Agrippina. Un’altra versione vuole che sia stato Caligola a costruire questo ponte con lo scopo di raggiungere nel più breve tempo il suo personale circo. Non si sa la data in cui questo ponte venne demolito, più semplicemente è probabile che sia naturalmente caduto in disuso dopo la costruzione delle mura Aureliane, nelle quali appunto sembra mancare un’apertura in corrispondenza del ponte. Un’altra causa di  minore impiego potrebbe essere stata la costruzione nel 134 d.C.,  del vicino Ponte Elio. Attualmente, nei periodi di magra del Tevere, sono ancora visibili i resti dei piloni del ponte Neroniano, nei pressi dell’odierno Ponte Vittorio.

Gli antichi ponti di Roma, illustrazione di alcuni resti dell'antico ponte Neroniano
Gli antichi ponti di Roma, illustrazione di alcuni resti dell’antico ponte Neroniano

Gli antichi Ponti di Roma, il ponte Nomentano:

Situato nel quartiere di Monte Sacro, il ponte Nomentano consente all’attuale via Nomentana di varcare il fiume Aniene, e in antichità, insieme a Ponte Milvio era uno dei ponti extra-urbani più importanti. La prima costruzione si ha in età repubblicana, e dopo la distruzione avvenuta per mano di Totila, Re degli Ostrogoti, il ponte venne subito ripristinato, nell’ottavo secolo, Papa Adriano I fortificò il Nomentano con due torri a loro volta rinforzate con possenti mura, secoli dopo, durante il pontificato di Niccolò V. Una tradizione romana vuole che nell’800 lo storico incontro fra Carlo Magno e Papa Leone III, sia avvenuto proprio sul ponte Nomentano. Nel 1849 durante l’invasione francese venne gravemente danneggiato, ma anche in questo caso venne prontamente riparato, costituendo fino al 1924 una via di collegamento obbligata fra il centro città e la periferia a nord. Nel 1997 per gravi lesioni alla struttura, il ponte Nomentano venne chiuso al traffico urbano, diventando un percorso esclusivamente pedonale. Restaurato nel 2002 è occasionalmente aperto al pubblico che può così visitarne le strutture interne.

Gli antichi ponti di Roma, ponte Nomentano
Gli antichi ponti di Roma, ponte Nomentano

Gli antichi Ponti di Roma, il Ponte Emilio

Il ponte Emilio o più comunemente “ponte rotto”, fu il primo ponte di Roma costruito in muratura, e oltrepassava il Tevere poco più a nord del Ponte Sublicio. La sua costruzione è solitamente attribuita ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore, ma in base ad alcuni scritti di Plutarco e Tito Livio e ad alcune raffigurazioni su varie monete, è più probabile che la struttura sia da attribuire a Manlio Emilio Lepido. Il ponte venne innalzato in connessione con la realizzazione della via Aurelia intorno al 241 a.C., mentre nel 179 a.C. venne demolito e ricostruito in occasione del rifacimento del vicino porto fluviale. Nel 142 a.C., i censori, Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio sostituirono l’originaria passerella lignea con alcune arcate in muratura, nel 12 a.C., venne restaurato da Ottaviano Augusto. Nel corso della storia il ponte Emilio subì diversi danni a causa delle numerose piene del Tevere, finchè nel 1552 sotto il pontificato di Giulio III, vennero riedificate le arcate in muratura, un restauro di breve durata perchè solo 5 anni più tardi il ponte venne distrutto dall’ennesima piena del fiume. Una nuova ricostruzione si ebbe fra gli anni 1573 e 1575 durante il pontificato di Gregorio XIII, ma ancora una volta la grande alluvione del 1598 distrusse tre delle sei arcate del ponte, il quale non venne più restaurato, mantenendo così il nomignolo di “ponte rotto”. In epoca più moderna, fra il 1853 e il 1877, vennero costruite delle passerelle in metallo che mettevano in contatto il troncone del ponte Emilio con la riva sinistra del fiume, successivamente vennero però eliminate, insieme ad altre due arcate, in occasione della costruzione dei moderni argini del fiume. Oggi resta quindi visibile una sola delle arcate originali del ‘500, ancora sorretta dagli antichi piloni del II secolo.

Gli antichi ponti di Roma, ponte Emilio o ponte rotto
Gli antichi ponti di Roma, ponte Emilio o ponte rotto

Gli antichi Ponti di Roma, ponte S.Angelo:

Ponte S.Angelo come lo conosciamo oggi, anticamente veniva chiamato Ponte Elio, e venne costruito nel 134 d.C., per volere dell’Imperatore Adriano su progetto di un certo Demetriano, per meglio collegare alla riva sinistra del fiume, il suo mausoleo. Il ponte, rivestito in travertino, aveva tre arcate raggiungibili dalle rive per mezzo di alcune rampe, demolite nel 1893 in occasione della costruzione dei moderni argini del Tevere. Nel luglio del 472 d.C., il ponte Elio venne utilizzato dal magister equitum, Ricimero, per attaccare la città difesa dall’Imperatore Antemio. In epoca medievale il ponte veniva consosciuto con il nome di “San Pietro”, a causa del transito dei pellegrini diretti alla Basilica più famosa del mondo. Nel sesto secolo durante il papato di Gregorio Magno il ponte prese il nome di “S.Angelo”, da Castel S.Angelo, originariamente mausoleo dell’Imperatore Adriano. Durante il giubileo del 1450, a causa della gran calca dei pellegrini, cedettero le balaustre del ponte causando la morte di circa 170 persone, in conseguenza di ciò vennero costruite opportune zone di deflusso per evitare ulteriori drammi. Nella piazza antistante al lato sinistro del fiume si apriva piazza di Ponte, su cui, nel tratto ora percorso dal Lungotevere proveniente da piazza Pasquale Paoli si affacciava lo scomparso palazzo Altoviti, nella quale per lungo tempo si eseguivano le condanne alla pena capitale usando esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte, come monito per la popolazione.

Gli antichi ponti di Roma, ponte S.Angelo o ponte Elio
Gli antichi ponti di Roma, ponte S.Angelo o ponte Elio

Gli antichi Ponti di Roma, il ponte Sublicio:

Il ponte Sublicio che mette in comunicazione l’Aventino e il quartiere Testaccio da un lato, e Trastevere dall’altro, venne costruito fra il 1914 e il 1917. Il ponte prende il nome dal primo e più antico ponte di Roma, che tuttavia sorgeva più a monte rispetto a quello odierno, costruito dal quarto Re di Roma, Anco Marzio nel settimo secolo a.C., interamente in legno e di cui naturalmente non rimane alcuna traccia. Il termine Sublicio deriverebbe dal termine “sublicae” che nell’antica lingua volsca, significherebbe appunto: “tavole di legno” con le quali era costruita la struttura. l’antica tradizione religiosa romana, prescriveva che il ponte non potesse essere costruito con altro materiale se non di legno, una prescrizione dettata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per la difesa della città. Secondo il grammatico e militare romano, Marco Terenzio Varrone è proprio dal termine “Pons” (ponte), che deriverebbe la parola “Pontifex” (Pontefice, costruttore di ponti). Sopra il ponte Sublicio venivano originariamente eseguiti cerimoniali arcaici, fra i quali il lancio nel fiume degli Argei, pupazzi di paglia che probabilmente sostituivano più antichi sacrifici umani, in occasione dei Lemuralia. La leggenda più famosa che riguarda il ponte Sublicio riguarda l’assedio del lucumone etrusco, Porsenna, nel VI secolo a.C., in occasione del quale il valoroso Orazio Coclite respinse da solo gli attacchi dei nemici, mentre alle sue spalle i romani abbattevano il ponte per impedirne agli etruschi, l’attraversamento. Numerosi furono i restauri effettuati in epoca Repubblicana, ma anche in epoca imperiale, Traiano, Marco Aurelio e Antonino Pio, effettuarono diverse ricostruzioni. Su di alcune monete di epoca imperiale il ponte Sublicio viene raffigurato con archi e statue alle due estremità. Diverse porzioni dell’antico ponte ligneo rimasero visibili fino al 1890 nell’alveo del Tevere, fino a quando non vennero demoliti nell’ambito delle ristrutturazioni degli argini del fiume per evitare nuove piene.

Gli antichi ponti di Roma, raffigurazione dell'antico ponte Sublicio
Gli antichi ponti di Roma, raffigurazione dell’antico ponte Sublicio

Gli antichi Ponti di Roma, il ponte Milvio:

Il Ponte Milvio costruito lungo il percorso delle vie Flaminia e Cassia, come passaggio obbligato per dirigersi a nord, venne edificato là dove il fiume Tevere penetrava da nord nella città antica di Roma.
Il Ponte viene menzionato per la prima volta nell’anno 207 a.C., durante la seconda guerra punica, quando le legioni romane, di ritorno dalla battaglia sul fiume Metauro, rientrarono in Roma, varcando appunto il ponte Milvio, che all’epoca era probabilmente costruito in legno. La costruzione originaria della struttura si deve ad un tale Molvius, appartenente alla Gens Molvia, come attestato dalle fonti. Più o meno un secolo dopo, nel 109 a.C., il censore Marco Emilio Scauro, fece interamente ricostruire il ponte in muratura. L’evento storico più famoso legato a Ponte Milvio è senza dubbio la battaglia che avvenne nelle sue vicinanze nel 312 d.C. che contrappose i soldati dell’Imperatore Massenzio, contro le truppe guidate da Costantino, che salì al trono dell’Impero dopo lo scontro, complice anche la morte di Massenzio.
Nota anche come “battaglia di Saxa Rubra”, l’evento è molto conosciuto, in particolare per la visione che ebbe Costantino prima della battaglia, una croce recante la scritta “In hoc signo vinces”. Questa visione spronò il generale ad attaccare l’esercito di Massenzio e successivamente, vinto lo scontro, ad una graduale integrazione della religione cristiana all’interno dell’Impero, fino a farla divenire l’unica religione ufficiale. Danneggiato nel corso della storia dalle vicende belliche medioevali era conosciuto anche come ponte Mollo, in quanto durante le piene del Tevere, era il primo ponte, fra i tanti di Roma, ad essere sommerso. . Nel 1429 vennero effettuati i primi restauri sotto papa Martino V e i lavori furono affidati a Francesco di Gennazzano. Nel 1458 furono definitivamente eliminate alcune parti in legno e fu demolita una fortificazione medioevale costruita negli anni precedenti. Nel 1805, sotto papa Pio VII, altri lavori di restauro furono affidati all’architetto Giuseppe Valadier: egli ricostruì le arcate alle estremità del ponte, che erano state sostituite da ponti levatoi in legno, ed edificò all’imbocco rivolto a nord, una torre in stile neoclassico.
Fatto saltare da Garibaldi per ostacolare l’avanzata francese, Ponte Milvio venne fatto restaurare da papa Pio IX nel 1850.
Dal 1978 il ponte è chiuso al traffico dei veicoli, complice anche la costruzione del vicino ponte Flaminio che ne ha gradualmente ridotto l’uso. Del ponte romano originale oggi restano solo le tre arcate centrali.

Gli antichi ponti di Roma, ponte Milvio
Gli antichi ponti di Roma, ponte Milvio

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