Gli Imperatori Illirici

Gli Imperatori Illirici governarono l’Impero Romano dal 268 al 285 d.C., la loro provenienza, come si deduce, deriva appunto dalla zona dell’Illirico che si estendeva dalle rive del Danubio alle sponde del Mare Adriatico. Questa particolare e importantissima zona geografica era rinomata per forgiare i migliori soldati in quanto  lungo il limes danubiano, Roma, a partire dal principato di Augusto, vi insediò il maggior numero di legioni, basti pensare che in alcuni periodi storici,  gli armati stanziati in quella zona superavano le 120.000 unità. Precursore di tutti gli Imperatori Illirici fu comunque Decio, nativo della città di Sirmio (attuale Sremska Mitrovica in Serbia), che governò per due anni dal 249 al 251 d.C.

Gli Imperatori Illirici, contesto storico e storia:

In conseguenza delle misure prese dall’Imperatore Gallieno che decise di spalancare le porte delle cariche più importanti ai suoi comandanti militari, riservate prima solo all’ordine senatorio, venne favorita l’ascesa di questi “Imperatori-soldato”. Nonostante questo periodo storico si sviluppi per poco meno di vent’anni risultò comunque particolarmente rilevante principalmente per aver messo fine all’anarchia militare iniziata dopo la morte di Alessandro Severo, il che aveva innescato un’ampia serie di Imperatori autoproclamatasi e usurpatori, in secondo luogo per aver messo un freno alle invasioni barbariche, che soprattutto sul fronte danubiano erano ormai frequentissime. Questi Imperatori, militari di professione, in battaglia si destreggiavano egregiamente assumendo così un ruolo oltre che di giudice, di leader in guerra. In terzo luogo, durante il regno di Aureliano, l’Impero Romano, diviso in tre parti con il Regno delle Gallie e quello di Palmira, tornò ad riunificarsi.

Dopo la morte di Gallieno nel 268 d.C., venne eletto il primo degli Imperatori Illirici, Claudio II detto “Il Gotico”, che governò per soli due anni prima di morire a causa della violenta epidemia di peste che si sviluppò nell’Illiria. Nel 270 d.C. gli succedette Aureliano, militare di professione, il cui primo obiettivo fu quello di riunificare l’Impero, riannettendo il Regno delle Gallie e il Regno di Palmira. L’impresa gli riuscì tanto da guadagnarsi il titolo di “Restitutor Orbis”. Dopo Aureliano vi fu una breve pausa rappresentata dagli interregni di Tacito e dal fratello Floriano, originari di Terni, che in tutto regnarono per circa un anno e due mesi il primo e appena un paio di mesi il secondo. Nel 276 d.C., ripresero gli Imperatori Illirici con l’elezione di Marco Aurelio Probo in carica fino al 282 d.C. e di Marco Aurelio Caro fino al 283 d.C. impegnato soprattuto in oriente contro i Sasanidi. Seguirono poi i brevi regni dei figli di Caro, Numeriano e Carino fino al 285 d.C., quando Diocleziano, anch’egli Illirico, applicò la sua celebre riforma tetrarchica che pose così fine a quel periodo storico, permettendo però all’Impero romano di sopravvivere per altri due secoli in Occidente e molto più a lungo in Oriente.

Gli Imperatori Illirici, Claudio il Gotico:

Gli Imperatori Illirici, Claudio il Gotico
Gli Imperatori Illirici, Claudio il Gotico

Claudio il Gotico, il cui nome per intero era Marco Aurelio Flavio Valerio Claudio, regnò dal settembre del 268 d.C., fino alla sua morte per un periodo totale di circa un anno e nove mesi. Di stirpe Illirica cercò per primo di porre un freno ai già numerosi problemi che affliggevano l’Impero,  portò a termine la guerra contro i goti meritandosi il titolo di “Gothicus Maximus”. Gli ottimi rapporti che ebbe con il Senato si manifestarono persino dopo la sua morte quando venne eletto ad “Augusto” il fratello Quintillo, tuttavia per quel breve periodo che ebbe la possibilità di regnare non fu possibile per lui apportare significative riforme in campo militare e finanziario. . La sua morte fu una disgrazia per l’impero romano che aveva finalmente trovato un uomo capace di accontentare tutti: senato, esercito e popolo.

Gli Imperatori Illirici, Aureliano:

Gli Imperatori Illirici, Aureliano
Gli Imperatori Illirici, Aureliano

Nel 270 d.C., venne elevato alla porpora imperiale Aureliano originario di Sirmium. Proclamato Imperatore dai propri legionari, venne assassinato dai suoi stessi commilitoni appena 5 anni più tardi nel 275 d.C. Malgrado i soli 5 anni di regno, Aureliano riuscì nell’impresa di riunificare un Impero diviso in tre parti ostili tra loro, prima sottomettendo il regno di Palmira guidato dalla regina Zenobia e poi riannettendo il Regno delle Gallie comandato da Gaio Pio Tetrico. Frenò poi una lunga serie di invasioni barbariche, particolarmente rilevante fu quella degli Alemanni che riuscirono nell’impresa di penetrare in Italia prima di essere definitivamente sconfitti a Fano. Aureliano è imperatore noto inoltre per aver fatto costruire l’imponente cinta muraria che ancora oggi  circonda Roma per lunghi tratti, le mura Aureliane sono ancora oggi, dopo le mura di Nanchino, in Cina, le meglio conservate al mondo. Nell’anno 274 d.C., Aureliano introdusse a Roma il culto del Sol Invictus, cercando di imporlo come culto di stato edificando un santuario dedicato a questa divinità e proclamando il 25 dicembre giorno di festa in onore del nuovo dio: il Dies Natalis Solis Invicti. Aureliano stesso si dichiarò suo supremo sacerdote, e che il potere gli fosse stato concesso direttamente da esso. La festa del Dies Natalis Solis Invicti divenne via via sempre più importante in quanto si innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, i Saturnali. Nel 275 d.C., un segretario di Aureliano, mosso da un rancore personale, uccise l’Imperatore scatenando un forte cordoglio in tutto l’Impero e dando il via a nuovi assalti barbarici lungo i confini del nord.

Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Probo:

Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Probo
Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Probo

Divenuto Imperatore nel 276 d.C., Marco Aurelio Probo cercò con tutte le sue forze di sanare la situazione di decadenza dei suoi tempi e difese l’impero dalle sempre più frequenti invasioni d’oltre confine. Oltre che ad arginare le sempre più frequenti scorrerie ed invasioni di popoli e tribù, Probo dovette occuparsi anche di coloro che, a vario titolo, vollero contendergli il titolo imperiale. L’imperatore infatti non volle mai nominare un co-reggente, a costo di intraprendere lunghi e dispendiosi viaggi in lungo e in largo per tutto l’impero. Ristabilita una certa tranquillità nell’impero, Probo si accinse a risolvere il problema del peso economico dell’esercito sulle sfinite casse imperiali e si dedicò alle questioni interne perseguendo una politica di accomodamento col ceto aristocratico di Roma. Marco Aurelio Probo  tentò poi di aumentare la presenza umana in alcuni territori che si erano spopolati in conseguenza dei continui conflitti, stanziando coloni barbari (bastarni e gepidi in prevalenza),  con lo scopo di farne, in futuro, nuovi contribuenti per il fisco. Fu Probo a rilanciare la coltivazione della vite, specialmente in Gallia e Pannonia, dopo che era stata proibita sotto il regno di Domiziano per evitare carestie. Nel 282 d.C.,l’aver gravato di eccessive incombenze le legioni incentivò forse le truppe alla ribellione. Le milizie di stanza a Sirmium, che erano impegnate in un’opera di prosciugamento delle paludi circostanti  si unirono ad una rivolta militare delle truppe della Rezia capitanate dal futuro Imperatore Marco Aurelio Caro e uccisero Probo intento a preparare una spedizione contro i Sasanidi.

Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Caro:

Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Caro
Gli Imperatori Illirici, Marco Aurelio Caro

Marco Aurelio Caro, nativo di Narona in Dalmazia, fu prefetto del pretorio sotto il suo predecessore Marco Aurelio Probo.  Riguardo l’occasione della sua ascesa al trono, le fonti si dividono tra quelle che la vogliono avvenuta per mano dell’esercito dopo l’inaspettata morte di Probo, e quelle che raccontano della ribellione avvenuta quando questi era ancora vivo. Secondo le tradizioni latine più attendibili Caro fu il responsabile della sollevazione delle truppe in Rezia , e quando Probo gli inviò contro le sue legioni, queste si unirono a quelle di Caro e verso la fine del 282 d.C., eliminarono il vecchio Imperatore lasciando Marco Aurelio Caro senza nessun rivale. Benchè non si recò mai a Roma  in Senato per ratificare la sua carica Marco Aurelio Caro ebbe comunque grande rispetto per l’antica istituzione statale. Durante il suo regno condivise il potere con i figli Carino e Numeriano, con il primo condivise il consolato proclamandolo  prima “Cesare” e poi co-reggente al trono nel 283 d.C., mentre con il secondo intraprese una importante campagna militare contro i Sasanidi. La campagna militare fu un successo, Marco Aurelio Caro e Numeriano conquistarono Seleucia e la capitale Sasanide, Ctesifonte.  A seguito di questo successo Marco Aurelio Caro assunse il titolo di “Persicus Maximus”. Nell’estate del 283 d.C. durante la campagna militare Marco Aurelio Caro morì in circostanze mai chiarite. Fonti antiche parlano di una malattia improvvisa o addirittura colpito da un fulmine, tuttavia versioni più realistiche e recenti lo vogliono assassinato dal prefetto Arrio Apro. In generale però la versione più veritiera pare essere quella della malattia anche considerato il fatto che l’esercito aveva appena conquistato una grande vittoria e che la successione del figlio Numeriano avvenne senza particolari intoppi.

Gli Imperatori Illirici, Carino e Numeriano:

Gli Imperatori Illirici, Carino
Gli Imperatori Illirici, Carino
Gli Imperatori Illirici, Numeriano
Gli Imperatori Illirici, Numeriano

Numeriano abbandonò forse i territori  conquistati con il padre per far ritorno nella capitale, ma venne ucciso dal suocero e prefetto del pretorio, Arrio Apro, che sperava di succedergli sul trono imperiale. Secondo alcuni resoconti storici, Numeriano essendosi ammalato agli occhi, venne consigliato dal suocero  di viaggiare in una lettiga chiusa  approfittando del fatto che non potesse apparire alla presenza dei soldati per assassinarlo. Scoperto il cadavere, l’esercito proclamò tuttavia imperatore Diocle che cambiò il suo nome nel più “latino” Diocleziano e mise immediatamente a morte Apro. Carino, rimasto a Roma concesse onori divini al fratello assassinato e fu quindi ucciso a sua volta dal proprio esercito mentre combatteva contro Diocleziano.

 

2 Risposte a “Gli Imperatori Illirici”

    1. Vero, ma l’articolo sarebbe diventato oltremodo lungo, abbiamo raccolto gli imperatori di quel periodo particolare, riservandoci qualcosa di più articolato per Diocleziano e Costantino, che a nostro avviso meritavano un’altra parentesi.

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