I Confini dell’Impero

I confini dell’Impero erano costituiti da difese naturali oppure artificiali, i primi erano formati dalle varie conformazioni dei paesaggi, e potevano essere: un fiume, una catena montuosa, oppure un deserto nelle zone più aride. Quelli artificiali erano naturalmente costruiti dai romani, ed erano composti da terrapieni, palizzate, muri in pietra, oppure  fossati.

i confini dell'impero
i confini dell’impero

I CONFINI DELL’IMPERO, I LIMES PRINCIPALI:

Alla caduta dell’Impero d’occidente, il primo confine a cedere sotto la pressione delle popolazioni barbariche, fu quello europeo settentrionale, ed era composto dal Limes Britannicus, con i celebri Valli di Adriano e Antonino, dal confine sul Reno, che permise la penetrazione romana fino al fiume Elba, e quello Danubiano, il sistema difensivo cruciale e più importante, che percorreva tutte le provincie che dalla Rezia arrivavano fino alla foce del fiume. Quest’ultimo era un sistema difensivo molto articolato e a sua volta si divideva nel limes Retico, creato da Ottaviano Augusto nel 15 a.C., nel Norico, organizzato a partire dalla dinastia Giulio Claudia (15 a.C.,- 50 d.C.), il Pannonico, creato dal futuro imperatore Tiberio fra il 13 e il 9 a.C., e per finire il Mesico creato fra gli anni 30 e 29 a.C., un sistema difensivo a cui si ricollegherà più di un secolo dopo anche Traiano in occasione della conquista della Dacia.

Ad inizio 2003 vennero ritrovate in Olanda le fondamenta di una torre di epoca romana, con ogni probabilità si trattava di una postazione di vedetta che faceva parte di un sistema molto più vasto di osservazione, a guardia del fiume Reno, alle più estreme propaggini continentali dei confini romani. Queste torri di guardia avevano il compito di sorvegliare eventuali sbarchi di tribù barbariche, ed eventualmente di far scattare subito l’allarme. Queste strutture erano costruite ad intervalli regolari di 500-1000 metri l’una dall’altra in modo da trasmettere le informazioni in breve tempo, ogni torre era occupata da 4 o 5 soldati, che potevano essere legionari o ausiliari reclutati nella provincia, mandati di guardia dalle vicine caserme. In quei territori, il fiume Reno aveva un importante ruolo strategico, non solo in ambito militare ma anche in chiave economica, infatti veniva percorso continuamente da imbarcazioni locali per scambi e commerci, ragion per cui ci sono buoni motivi per credere che queste strutture di guardia servissero anche per assicurarsi una sorta di pedaggio per chi intendeva fare affari.

I CONFINI DELL’IMPERO, L’ABBANDONO DEGLI AGRI DECUMATES:

Con il trascorrere dei secoli, l’approccio alla difesa dei confini cambiò radicalmente, anche la religione cristiana che lentamente, ma inesorabilmente, stava incontrando sempre più favore, incise in tal senso. I romani ormai erano lontani dalle inospitali frontiere che viceversa venivano lasciate alla difesa di mercenari, molto meno motivati e molto più inclini alla corruzione,di conseguenza l’ardore e l’orgoglio che avevano i romani nel difendere la propria patria, venne completamente a mancare, lasciando un ostacolo tutt’altro che insormontabile alle moltitudini barbariche che spingevano sui confini dell’impero. Come se non bastasse, la secessione di Postumo, governatore della Germania, per dare vita all’impero delle Gallie, indebolì ulteriormente i confini settentrionali, costringendo negli anni 259-260 d.C.,  l’imperatore Gallieno a riportare i confini dell’impero all’altezza dei grandi fiumi, ad ovest al Reno e a sud al Danubio, abbandonando definitivamente i territori degli Agri Decumates.

IL LIMES BRITANNICUS:

Sicuramente il più imponente tra i resti della Britannia romana, il Vallo di Adriano fu costruito per volere dello stesso imperatore, dopo una missione di quest’ultimo nella provincia conclusasi nel 122 d.C., con lo scopo di tracciare una divisione tra i Romani e le popolazioni barbare del nord. Molti aspetti riguardanti il Vallo sono ancora da chiarire. Una prima linea di difesa in effetti era già esistente, probabilmente costruita una ventina di anni prima, sotto l’Imperatore Traiano, comprendeva una serie di fortificazioni e torri di guardia con palizzate e un fossato tracciato sul versante più occidentale. Il centro di questo primo sistema difensivo era costituito dal forte di Vindolanda (odierna Chesterholm), eretto poco prima del 90 d.C., un sito che ancora oggi regala svariate testimonianze riguardo la dura vita militare di confine, in particolare un ragguardevole numero di documenti scritti ci forniscono preziose informazioni sul sistema di approvvigionamento, la consistenza della guarnigione, la corrispondenza. In questi scritti inoltre compare anche un riferimento a un centurione di stanza a Luguvalium (odierna Carlisle), posto a comando della regione. Questi documenti ci tracciano quindi un primo approccio da parte romana nell’organizzazione di una linea di frontiera in un territorio ostile sotto molti punti di vista. Il Vallo di Adriano in questo senso fa parte di un progetto molto più ambizioso e complesso, costruito in massima parte sotto il controllo dell’allora governatore della Britannia, Pletorio Nepote, tra il 122 e il 125 d.C., questa fortificazione era progettata per essere eretta come una vera e propria barriera tra gli estuari del Tyne e del Forth, lunga oltre 80 miglia romane, più o meno 118 chilometri. A ogni miglio doveva essere costruito un fortino, con due torrette di guardia alternate tra ogni fortino, la barriera prevedeva uno spessore di almeno tre metri e un’altezza che poteva variare fra i 5 e i 7 metri (attualmente in alcuni punti i resti non superano i 3 metri). Le iscrizioni e i documenti a noi pervenuti, rinvenuti nei vari siti archeologici del luogo, ci fanno sapere che il Vallo fu costruito dalle tre legioni di stanza in Britannia: la II Augusta, la VI Victrix e la XX Valeria Victrix, aiutate dagli uomini della flotta, la classis Britannica, da truppe ausiliarie e, probabilmente, dalla popolazione locale sottomessa. Il vallo era presieduto da unità ausiliarie, diverse per grandezza e composizione; quando la guarnigione era al completo si calcola che non meno di 16.000 uomini fossero dislocati lungo la frontiera. Gli scavi hanno consentito di definire con discreta completezza le piante dei forti. Quello di Segedunum (odiena Wallsend), all’estremità orientale del vallo, comprendeva, ad esempio, una decina di caserme e diverse officine e stalle. La reale funzione del Vallo non è comunque da ricondurre solo in ambito militare, oltre naturalmente ad alloggiare l’esercito in caso di disordini di confine, ebbe anche il compito di permettere i commerci attraverso la frontiera, regolandone la tassazione . Va ricordato inoltre che l’attività della struttura fu relativamente breve, venti anni dopo infatti una nuova barriera sostituirà nella sua operatività il Vallo adrianeo: il Vallo di Antonino, posto più a nord nella Scozia meridionale. Mentre questa nuova fortificazione veniva progettata, il Vallo di Adriano andava progressivamente sguarnendosi. Un breve periodo di riutilizzazione si ebbe forse tra il 155 e il 158 d.C. Nell’arco di pochi decenni comunque anche il Vallo di Antonino cadde in disuso, ripristinando in parte l’attività del Vallo di Adriano. Estese ricostruzioni vennero poi intraprese nel III sec. d.C., sotto il governatorato di Alfeno Senecio (205-207) e con Settimio Severo, quando l’imperatore era impegnato in diverse campagne in Scozia. La funzione bellica del vallo fu poi brevemente riesumata da Costanzo Cloro, morto a York nel 306 d.C., per le sue campagne nell’area. Con il declino dell’Impero Romano molti membri della guarnigione si integrarono nelle comunità locali, le guarnigioni di guardia alla fortificazione vennero gradualmente ritirate e il muro cadde inesorabilmente in disuso, fungendo negli anni a seguire come cava di pietra per la costruzione di edifici nel luogo.

i confini dell'impero
i confini dell’impero

IL LIMES ORIENTALE:

Fondamentalmente si può riassumere che i confini dell’impero orientale si dividevano essenzialmente in quattro diversi settori: il limes di Cappadocia e del Ponto Eusino, creato da Tiberio nel 17 d.C., con l’annessione all’impero della regione di Cappadocia nell’odierna Turchia, unitamente al confine armeno, teatro e oggetto di annose contese   fra Parti e Romani. Il limes Mesopotamico, creato durante le campagne partiche di Traiano e infine il limes Arabicus. Quest’ultimo in particolare era una linea di frontiera posta nel deserto della provincia dell’Arabia Petraea e collegava il fiume Eufrate con il Mar Rosso, una linea di circa 1.000 km che proteggeva la Siria, Arabia e Palestina. Anche in questa frontiera desertica si alternavano per tutta la sua lunghezza, fortezze e torri di avvistamento. Fra il 111 e il 114 d.C., l’imperatore Traiano che si trovava in questi luoghi, commissionò la costruzione di una strategica via di comunicazione, la via Traiana Nova, che partiva da Bostra e terminava sul Mar Rosso dopo circa 430 km, con il compito di favorire spostamenti più veloci di truppe e funzionari, la strada venne poi ultimata da Adriano.

IL LIMES AFRICANO:

Il limes Africano era certamente il più lungo da difendere ed era diviso principalmente in due fronti: quello occidentale, che comprendeva la Mauretania, la Numidia e l’Africa Proconsolare, e il fronte orientale del quale facevano parte la Cirenaica e l’Egitto. Lunghissimo, da Rabat, in Marocco, fino alle rive del Mar Rosso in Egitto, ma tutto sommato più semplice da difendere rispetto ad altre regioni, il limes africano si divideva in altri sotto-settori, che per  i primi tre secoli, erano difesi da non meno di 45.000 armati.

-La Fossa Règia, un semplice fossato scavato dagli uomini di Scipione Emiliano nel 146 a.C., dopo aver conquistato e raso al suolo Cartagine, e che per almeno 40 anni rappresentò il confine più meridionale della Repubblica romana.

-Il confine della Mauretania Tingitana, creato dall’imperatore Claudio nel 42 d.C., proprio dopo l’annessione all’impero della Mauretania.

– Il confine numidico, creato nel 105 a.C., dopo il termine delle impegnative guerre giugurtine, con la relativa annessione della regione della Numidia orientale alla provincia romana d’Africa.

-Il confine Cirenaico, creato ai tempi della Repubblica, quando nel 74 a.C., la regione venne annessa.

-Il limes egiziano, organizzato da Ottaviano Augusto nel 30 a.C., dopo aver sconfitto la regina Cleopatra e Marco Antonio, ed aver annesso l’Egitto al nascente impero.

 

Credits to:

https://www.romanoimpero.com/2016/05/i-limes-dellimpero.html

 

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