I Servizi Segreti Romani

I Servizi Segreti Romani, ricoprirono sempre un ruolo decisivo e di vitale importanza nel corso dei tanti conflitti che Roma affrontò nel corso della sua storia millenaria, di conseguenza selezionare indizi, informazioni, o essere al corrente delle eventuali attività militari del nemico, fu alla base dei suoi grandi successi. Questa attività non si svolgeva solo nelle province, lontane dalla Capitale, bensì si sviluppava in larga parte proprio all’interno della città stessa, è da considerarsi quindi che ogni imperatore che sia caduto per mano di una congiura, non abbia sufficientemente curato l’importanza ricoperta da quegli uomini che in incognito andavano in giro per le vie di Roma per reperire notizie e informazioni.

I Servizi Segreti Romani
I Servizi Segreti Romani

I SERVIZI SEGRETI ROMANI, I FRUMENTARII:

I Frumentarii, chiamati anche “mensores tritici”, erano soldati specializzati dell’esercito di Roma, e a partire dal principato di Adriano presero il ruolo di corrieri e di agenti della polizia segreta. Fin dai tempi della Repubblica i frumetarii facevano parte della categoria degli “Immunes” cioè di coloro che erano esenti dai servizi più pesanti ed erano addetti per lo più all’approvvigionamento delle legioni, ricoprendo un ruolo tutto sommato non distante da quello di un comune furiere, e dipendente da un “Centuriones frumentarii” o da un “praefectus frumentarium”. La loro sede centrale si trovava nei “Castra Peregrina” situata al Celio e la loro attività non era sottoposta ne al controllo delle coorti urbane, ne a quello delle coorti pretoriane. Chiamati così inizialmente proprio perchè di origini provinciali, i frumentarii, durante il principato di Adriano, mutarono il loro ruolo in quello di corrieri e agenti di polizia segreti, addetti alla sicurezza interna. In sostanza erano coloro i quali avevano il compito di smascherare e carpire ogni segreto e informazione che avesse potuto mettere in pericolo il Senato o l’imperatore in persona. Insieme agli “Speculatores”, di cui parleremo in seguito, facevano parte dei servizi segreti romani ed erano comandati dal “princeps peregrinorum”, deputato alla sicurezza globale dello Stato, e che nelle sue funzioni, riferiva direttamente all’imperatore in persona. In alcuni casi, dopo aver ricoperto questo ruolo, si poteva essere promossi al grado di “Beneficiarius”, che ricopriva un ruolo di polizia militare da un lato più amministrativo e logistico. Istituiti per la prima volta nel 200 a.C., vennero aboliti da Diocleziano che li sostituì con gli “Agenti in Rebus”.

I SERVIZI SEGRETI ROMANI, GLI SPECULATORES E GLI EXPLORATORES:

Gli Speculatores, insieme agli Exploratores, erano i ricognitori dell’esercito romano, solitamente costituiti da squadroni a cavallo, potevano operare sia di giorno che durante le ore notturne. Presenti sia fra i comuni legionari, ma anche fra i pretoriani, inizialmente gli speculatores erano dei comuni ricognitori, ma in seguito il loro ruolo acquisì importanza, diventando messaggeri imperiali,  finendo addirittura in alcuni casi  per far parte della guardia del corpo dell’imperatore. Agli exploratores veniva invece chiesto di seguire i movimenti del nemico sul campo di battaglia, essendo inquadrati come unità di cavallaeria ausiliaria, come potevano essere le coorti equitate degli alleati Batavi, oppure i Nùmeri, le unità di esploratori germaniche a cavallo. Sia gli Expolratores che gli Speculatores utilizzavano per lo più abiti civili per non dare troppo nell’occhio, per cui si potevano considerare spie a tutti gli effetti. Si può così affermare che gli Speculatores sovrintendevano la sicurezza interna, mentre gli exploratores si occupavano di quella esterna. Sempre al seguito degli imperatori durante le campagne militari, erano posti sotto il comando di un “Centurio Speculatorum Augustorum”, inquadrati nell’ambito della guardia pretoriana.

I Servizi Segreti Romani
I Servizi Segreti Romani

I SERVIZI SEGRETI ROMANI, GLI ARCANI:

Gli Arcani, chiamati anche Angariani, erano un antico corpo paramilitare romano, menzionati dallo storico, Ammiano Marcellino nel IV secolo d.C., il quale scrive che nel 369 d.C., il “Comes Rei Militaris”  Teodosio I, padre del futuro imperatore Teodosio, conducendo una vittoriosa campagna militare per la liberazione della Britannia dalle tribù barbariche che  in essa  erano dilagate, rimosse dai loro acquartieramenti gli “Arcani”, «genus hominum a veteribus institutum… paulatim prolapsos in vitia» (“categoria di uomini di antica istituzione che a poco a poco si erano corrotti”). Tali informazioni ci lasciano supporre che gli Arcani costituissero una specie di polizia segreta, assimilabile per molti aspetti agli “Agenti in Rebus”, molto probabilmente strettamente legati proprio alla Britannia, di cui è protagonista la vicenda sopra citata. Sempre secondo Ammiano Marcellino gli Arcani avevano il compito di “sparpagliarsi in tutte le direzioni per riferire poi ai nostri generali le voci riguardanti i popoli vicini”. Lo storico romano lascia supporre nelle sue storie di trattare ulteriormente argomenti riguardanti gli Arcani, specialmente per quanto riguarda le vicende dell’Augusto, Costante I, ma sfortunatamente questa parte del suo libro è andata perduta nei secoli.  Seppure il nome di Arcani appaia quanto mai suggestivo ed appropriato per un corpo di polizia segreta, il loro nome è il frutto di congetture, in alcune fonti  e codici giunti fino a noi, compare infatti il nome di “Areanos” oppure di “Angarianos”, tuttavia nelle versioni più moderne viene accolto maggiormente il nome di Arcani, considerando le versioni antiche poco attendibili o comunque non scevre da errori di scrittura.

 GLI “AGENTES IN REBUS”:

Gli agentes in rebus, sostituirono di fatto gli antichi frumentarii per opera dell’imperatore Diocleziano. Questi agenti venivano addestrati in una vera e propria accademia chiamata “Schola”,  e venivano considerati una milizia armata a tutti gli effetti. Essi erano divisi in cinque categorie e provenivano dagli ufficiali di minor importanza della cavalleria, nello specifico dagli equites, dai circitores, dai biarchi, dai centenarii e dai ducenarii. Nel 357 d.C., ne venivano nominati due per ogni provincia, tre nel 395 d.C., per poi passare a quattro dopo il 412 d.C.. Al termine di ogni mandato, ciascun agente aveva la possibilità di essere promosso in altri rami del governo, in particolare quelli più anziani potevano ambire a varie prefetture, il che permetteva loro di gestire la burocrazia di una provincia, riducendone di fatto l’indipendenza. Vediamo ora i compiti principali a cui questi agenti erano addetti:

-Addetti alla supervisione dei lavori pubblici.

-Acquartieramento dei soldati.

-Sorveglianza durante l’arresto di alti funzionari dello Stato.

-Addetti alla scorta di cittadini romani condannati all’esilio.

-Gestivano le comunicazioni di servizio all’interno dei confini imperiali.

-Addetti alla sorveglianza di strade e locande che facevano parte del “Cursus publicus” il sistema postale dell’impero.

-Funzionari doganali.

-Supervisori del Cursus publicus e dei porti.

-Controllo sulle negligenze e mancanze dei vari amministratori locali.

-Possedevano l’autorità giudiziaria in casi di minor importanza.

Essendo al di fuori del controllo dei governatori provinciali, alcuni di questi agenti erano anche chiamati “Curiosi”, svolgendo il ruolo di ispettori, che divennero di fatto agenti in incognito veri e propri. Essi segnalavano ai vari tribunali ogni cosa che avevano visto e annotato nelle loro varie missioni, rendendoli così personaggi molto temuti in maggior parte per i loro metodi, a volte poco ortodossi, per estorcere informazioni o testimonianze. Nel corso degli anni il numero degli Agentes in rebus, aumentò costantemente a causa dell’aumento delle necessità, e ciò era sempre visto con dubbio dai vari imperatori, che infine ne regolamentarono dimensioni e promozioni, ad esempio, nel 430 d.C., il corpo era formato da poco più di 1.100 agenti, mentre sotto il principato di Leone I, (457-474 d.C.,), il loro numero era di poco superiore ai 1.200. Nel corso degli anni il loro ruolo venne visto sempre con maggiore ostilità dal popolo, a causa dei loro discutibili  modi per ottenere informazioni, ma anche per la loro strabordante corruzione, o per l’abuso dei loro enormi poteri. Infatti, in considerazione di tutto ciò, gli agentes in rebus vennero del tutto esautorati, fino a scomparire del tutto negli anni 776-779 d.C..

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