Il Foro di Nerva

Conosciuto anche con il nome di Foro Transitorio, il Foro di Nerva fu il penultimo ad essere edificato a Roma. Il complesso venne ideato e fatto costruire dall’Imperatore Domiziano e inaugurato nell’anno 97 d.C., unitamente al tempio di Minerva che si ergeva all’interno del perimetro dello stesso foro.

 

il foro di Nerva
il foro di Nerva

Il Foro di Nerva: la storia.

Come detto fu Domiziano l’ideatore del foro, ma al momento dell’inaugurazione del 97 d.C., l’Impero aveva già un nuovo Imperatore: Nerva, e il complesso prese di conseguenza il suo nome.  Nelle fonti storiche il foro di Nerva viene ricordato anche con il nome di foro Transitorio, questo perchè fa riferimento alla sua funzione di transito fra la Suburra, il quartiere più popolare di Roma antica, e l’area dei fori imperiali, funzione in precedenza svolta da via dell’Argileto, di cui il nuovo foro di Nerva occupò un tratto.

La pianta del nuovo foro è visibilmente condizionata nello spazio dalle strutture che già esistevano in quel periodo, la piazza infatti risulta di forma stretta e molto allungata, con colonne che in origine decoravano i muri perimetrali in luogo dei consueti porticati.  Il tempio di Minerva si collocava all’estremità occidentale e alle spalle di questo si trova la “porticus absidata”, un monumentale ingresso a pianta semicircolare creato  per l’accesso dalla Suburra.  L’area in questione in epoca repubblicana era occupata dal “macellum” un’area dove si svolgevano i vari mercati, ma venne rasa al suolo dopo il celebre incendio di Roma del 64 d.C..

 

il foro di Nerva
il foro di Nerva

Il foro di Nerva: descrizione:

Della piazza molto lunga e stretta (120 metri di lunghezza per circa 45 di larghezza), abbiamo già detto prima, all’estremità la piazza era dominata, come di consuetudine, da un tempio, dedicato a Minerva, una divinità particolarmente venerata da Domiziano. Il lato breve opposto al tempio, a ridosso della Basilica Emilia aveva pianta curvilinea; gli scavi condotti nella zona hanno evidenziato la presenza di una fondazione per una struttura monumentale, che fu tuttavia eliminata già in corso di costruzione ed è coperta dalla pavimentazione della piazza: in passato era stato ipotizzato che potesse trattarsi del tempio di Giano, una teoria però abbandonata nel corso degli anni. Su questo lato esisteva probabilmente un ingresso monumentale dal Foro Romano,  identificabile forse con l’Arcus Nervae citato anche in alcune fonti medioevali

Oggi sono visibili solo due porzioni del foro di Nerva, separate oggi  da via dei Fori Imperiali: quella che parte dalle spalle della basilica Emilia fino all’incirca al centro della piazza, e l’estremità occidentale, con il podio del tempio, tagliato in corrispondenza del pronao sporgente dal recinto moderno, e le fondazioni della porticus absidata: in questa parte si conservano inoltre un tratto del muro perimetrale e due delle colonne  con la loro trabeazione e il relativo attico, note oggi con il soprannome di “Colonnacce”.

Secondo alcune fonti antiche l’Imperatore Alessandro Severo collocò all’interno di questo complesso alcune statue colossali di Imperatori precedentemente divinizzati, tuttavia di queste statue non è rimasta alcuna traccia.

Con il decadimento dell’Impero il foro di Nerva venne gradualmente abbandonato a se stesso, a partire dal nono secolo all’interno della piazza vennero erette alcune abitazioni di carattere aristocratico di cui oggi possiamo ammirarne ancora i resti. Le abitazioni in questione vennero a loro volta abbandonate nel dodicesimo secolo a causa di un innalzamento del terreno. Il tempio di Minerva, anch’esso parzialmente occupato da strutture abitative, rimase in piedi fino alla sua demolizione agli inizi del diciassettesimo secolo ad opera di papa Paolo V, che ne fece riutilizzare i materiali per costruire la fontana dell’acqua Paola sul Gianicolo.

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