La battaglia delle nazioni

La battaglia delle nazioni, detta anche di Sentino, si svolse nell’agosto del 295 a.C., ed è così chiamata per il grande numero di popoli che vi presero parte. Sicuramente questo evento rappresenta uno degli eventi antichi più importanti della storia di Roma, e in particolare di tutto il territorio marchigiano, visto che l’antica Sentinum, si identifica oggi con la moderna Sassoferrato, in provincia di Ancona.

La battaglia delle nazioni
La battaglia delle nazioni

LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI, ANTEFATTI:

Nel 295 a.C., i romani perseguivano le loro tattiche offensive nei confronti dei Sanniti, imbastendo fitte trame diplomatiche, finalizzate ad allearsi con varie tribù e difenderle con la grande forza delle legioni, con lo scopo di rinforzare la propria egemonia politica e militare nelle regioni dell’Italia centrale. Allo stesso tempo anche i Sanniti però mobilitavano i loro generali, in particolare, l’abilissimo Gellio Egnazio si impegnò in due operazioni di grande rilievo, una diplomatica ottenendo le grandi alleanze di Etruschi, Galli Senoni e Umbri (almeno una parte), e l’altra militare, tentando di spazzare via le legioni romane in un’unica battaglia campale, cercando di concentrare il suo esercito e quello dei forti alleati, nelle Marche, sfruttando la dichiarata neutralità dei Piceni che vivevano in quei territori. Gli eserciti della lega italica si mossero così in direzione di Sentinum, luogo dal quale si potevano facilmente varcare gli Appennini e attaccare i romani e i loro alleati, una mossa che costrinse l’Urbe a dar fondo ad ogni sua risorsa, sia economica che militare, per arginare la minaccia. In tutto questo i Camerti, abitanti di Camerino, che si trovava ad una trentina di chilometri da Sentino, e alleati di Roma, giocarono un ruolo decisivo per la Capitale, rappresentando un canale preferenziale, in particolar modo per i riforninmenti, dando la possibilità ai romani di potersi spingere in territorio nemico con una certa sicurezza. Nei vari movimenti degli eserciti che seguirono, sappiamo che almeno una legione romana, riuscì ad arrivare a Camerino non incontrando ostacoli, lasciando quindi supporre che almeno le città umbre del sud della regione non fossero opposte a Roma o quanto meno neutrali. Una volta giunto nell’insediamento alleato, il generale L. Scipione scoprì amaramente che i Sanniti lo avevano preceduto ed erano riusciti ad unire il loro esercito a quello dei Galli Senoni. Tentando il tutto per tutto i romani scelsero di affrontare la coalizione nemica, ricavandone però una severa battuta d’arresto.

Nello stesso tempo i consoli in carica, Quinto Fabio Massimo Rulliano e Decio Mure, che a Roma stavano preparando al meglio le proprie forze, una volta appreso della sconfitta di Camerino, si organizzarono e partirono prontamente per Sentino per affrontare in modo decisivo la lega italica. I Romani giunsero nei pressi di Sentino, fermandosi a circa quattro miglia dalla città per porre il proprio accampamento, è abbastanza sicuro che i 20.000 legionari fossero affiancati da almeno altrettanti soldati appartenenti ad altre città alleate e da circa un migliaio di cavalieri provenienti dalla Campania, è lecito quindi supporre che la piana di Fabriano fosse tanto ampia da ospitare almeno due accampamenti, uno per le legioni e uno per gli ausiliari. La battaglia delle nazioni è ampiamente raccontata da Tito Livio:

“Si tennero quindi delle consultazioni fra gli alleati, e si convenne di non congiungere tutte le forze in un solo accampamento e di non scendere a battaglia contemporaneamente; i Galli si unirono ai Sanniti, gli Etruschi agli Umbri. Venne fissato il giorno del combattimento ; alla battaglia furono destinati i Sanniti e i Galli; gli Etruschi e gli Umbri ebbero l’incarico di assalire il campo romano proprio nel mezzo del combattimento. Guastarono questi piani tre disertori di Chiusi, i quali durante la notte passarono al console Fabio e gli rivelarono i progetti dei nemici; essi furono quindi congedati con dei doni, perché continuassero a spiare e riferissero qualunque nuova decisione venisse presa. I consoli scrivono a Fulvio e a Postumio di fare avanzare i loro eserciti, rispettivamente dal territorio dei Falisci e dall’ Agro Vaticano, verso Chiusi e di devastare con estrema violenza il paese dei nemici. La notizia di tale devastazione indusse gli Etruschi ed Umbri ad allontanarsi dal territorio di Sentino per difendere il loro paese”.

Alla fine dei conti la diserzione degli Umbri e degli Etruschi fu davvero decisiva per le sorti della battaglia, ma c’è più di un dubbio sulla reale esigenza di questi due popoli  di abbandonare gli alleati allo scopo di difendere le loro terre, è altrettanto possibile che la scelta sia stata molto più il frutto di un calcolo politico, una parte delle aristocrazie umbre ed etrusche si resero forse conto che i romani, comunque indeboliti dalla guerra, rappresentassero in fondo un vicino molto più comodo e  conciliante, rispetto ai predoni Galli e ai rozzi montanari quali erano i Sanniti. Al netto di tutte le ipotesi e  illazioni, la battaglia era ormai alle porte e i due grandi eserciti già si muovevano l’uno contro l’altro.

La battaglia delle nazioni, l'interessante sito archeologico di Sentinum, nei pressi di Sassoferrato, in provincia di Ancona
La battaglia delle nazioni, l’interessante sito archeologico di Sentinum, nei pressi di Sassoferrato, in provincia di Ancona

LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI, SVOLGIMENTO:

Lo scontro che si venne a creare fu senza dubbio uno dei più cruenti di tutta l’antichità, sappiamo che nelle prime battute i romani furono costretti a ripiegare sulle proprie posizioni a causa della tremenda carica dei Galli e dei loro carri da guerra,  in particolare fu la cavalleria a creare il maggiore scompiglio, andando a travolgere la fanteria che nel frattempo era già partita alla carica. Dopo pochissimo tempo dall’inizio della battaglia i romani apparivano così  in difficoltà e una buona parte già in ritirata, vedendo ciò il console Decio Mure, attraverso la pratica della “devotio”, si sacrificò gettandosi dove la mischia era più intensa, cadendo quasi subito sotto i colpi del nemico. Il sacrificio del console ebbe però l’effetto sperato, alla vista di quanto era accaduto l’esercito romano arrestò di colpo la sua fuga, e iniziò a contenere con successo la grande spinta del nemico, che molto probabilmente si era già di per se attenuata a causa della grande calura estiva. La situazione lentamente si capovolse e ora erano  i Galli Senoni a battere in ritirata, travolgendo tutti coloro che erano alle loro spalle. Uno degli elementi vincenti che aiutò i romani fu senz’altro l’entrata in campo degli esperti triarii, soldati veterani che costituivano l’ultima linea dello schieramento e   di grande esperienza che sapevano come affrontare le situazioni più critiche, e che grazie  all’uso della lunga lancia che avevano in dotazione, formarono un muro invalicabile per il nemico, che via via si mostrava sempre più stanco e demotivato. Con il nemico ormai in rotta i romani partirono di slancio e in particolare le sei legioni guidate dal console Rulliano, nonostante una strenua resistenza dei Sanniti, espugnarono il loro campo, e il loro generale Gellio Egnazio, cadde nel tentativo di difenderlo. A quel punto anche i Galli vennero presi alle spalle e completamente annientati, prima di radere al suolo anche il loro accampamento. I romani ottennero così una vittoria storica, al termine della quale circa 25.000 furono i caduti fra Sanniti e Galli, altri 8.000 furono fatti prigionieri, mentre sempre 8.000 furono i legionari caduti. La battaglia delle nazioni vide molte forze in campo, accompagnate da grandi movimenti di cavalleria e di carri da guerra che richiedevano una pianura abbastanza grande che potesse garantire un certo raggio d’azione, a conferma dell’ampiezza della piana di Fabriano, dove si svolse lo scontro,  basti pensare che il corpo del console Decio Mure venne ritrovato solo due giorni dopo il termine della battaglia.

 IMMEDIATE CONSEGUENZE:

La battaglia delle nazioni, o di Sentino, fu per Roma il momento culminante della terza guerra sannitica e la notizia di questa grande vittoria si sparse a macchia d’olio in ogni angolo allora conosciuto. Prima che l’anno in corso terminasse, il console Quinto Fabio Massimo Rulliano ottenne il rilevante risultato di riuscire ad assoggettare gli Etruschi, non che la sottomissione degli Umbri, riportando un’altra grande vittoria presso Perugia, Nocera e Bevagna passarono subito  sotto l’influenza romana, e anche Gubbio fu costretta ad accettare un duro patto di alleanza. Solo la città di Sarsina rimaneva l’unico simbolo di un’ Umbria libera, ma una trentina di anni dopo sarebbe capitolata anch’essa.

Credits to:

http://www.lineameteo.it/la-battaglia-di-sentino-kba11.html

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