La Casa di Augusto

«Le suppellettili e l’arredamento erano semplicissimi, come si può vedere dai letti e dai tavoli rimasti ancora oggi, la maggior parte dei quali a stento appartengono ad una eleganza privata. Dicono che dormisse su un letto con modeste coperte.» Così scriveva Svetonio nella sua “Vita dei Cesari”, riguardo alla casa di Augusto, abitazione privata del primo Imperatore di Roma, situata sul versante sud ovest del colle Palatino.

La Casa di Augusto, stanza delle maschere
La Casa di Augusto, stanza delle maschere

La Casa di Augusto, storia:

Ottaviano Augusto nacque a Roma in quel versante del colle Palatino denominato “testa di bue”, (Capita Bubula), in quello stesso luogo dove dopo la sua morte venne eretto un santuario a lui dedicato. Ottaviano Augusto scelse di vivere in questo luogo fin dagli inizi della sua carriera politica, anche se Svetonio ci informa che in precedenza, per poco tempo, visse nei pressi del Foro Romano, nell’abitazione che fu dell’oratore Gaio Licinio Calvo. Solo in seguito quindi si trasferì nella sua storica abitazione sul Palatino, già appartenuta ad un altro oratore, Ortensio Ortalo. Anche in questo caso la sua abitazione risultava abbastanza modesta, priva di ogni lusso,  non molto ampia con un porticato piuttosto basso costruito con colonne in pietra provenienti dalle cave attorno al monte Albano. Nelle stanze non erano presenti ne marmi, ne mosaici preziosi, lo stesso Augusto dormì nella stessa camera per almeno quarant’anni, anche in inverno, nonostante l’Imperatore, sempre cagionevole di salute, non la considerasse l’ideale per il clima, quando si ammalava infatti, non di rado preferiva trascorrere la convalescenza nella casa dell’amico Mecenate. Quando invece si dedicava allo studio, egli preferiva isolarsi in un piccolo studiolo situato al piano superiore, che Augusto amava chiamare “la sua Siracusa”.

Il fatto che Augusto decise di trasferirsi e vivere sul Palatino, fu determinante per le sorti di questo colle, perchè da allora in avanti, divenne assolutamente naturale per gli altri Imperatori porvi la propria residenza. Il colle venne scelto da Augusto anche certamente per creare un collegamento diretto con Romolo, primo Re di Roma e fondatore della città, che proprio in una grotta (il Lupercale), posta alle pendici del colle, venne allattato insieme al fratello Remo dalla famosa lupa. L’impianto della casa di Augusto, venne in corso d’opera notevolemente stravolto ed ampliato, anche a causa di un incendio,  in particolare con l’acquisizione di almeno sei abitazioni vicine, tra le quali oggi possiamo ammirare la cosiddetta Casa di Livia, la moglie di Augusto. A proposito di questi eventi, ancora Svetonio ci narra un episodio sulla generosità del primo Imperatore:

“Quando si dovette ricostruire la casa di Augusto del Palatino, che era stata distrutta da un incendio, i veterani, le decurie, le tribù ed anche gli uomini di tutte le classi sociali, gli donarono somme di denaro in proporzione a quanto ciascuno poteva; Augusto però passò sopra ai vari gruzzoli di monete e prese da ciascuno al massimo un denario.”.

Vennero poi eliminati i due peristili, di natura ellenica, per trasformare l’abitazione in uno stile più vicino a quello romano, al posto del primo di essi, posto ad occidente, vennero costruiti gli ambienti privati di Augusto, mentre al posto dell’altro peristilio posto ad oriente, venne costruita la “domus publica”. Nell’atrio, dove cadde un fulmine che fu interpretato come un segno molto favorevole, lo stesso Augusto fece innalzare un tempio dedicato ad Apollo, come ex voto dopo la grande vittoria di Azio su Marco Antonio e Cleopatra.  Da Svetonio e da Velleio Patercolo sappiamo che gli ambienti privati dell’Imperatore erano adiacenti al tempio appena citato, e che Augusto, al termine dei lavori poteva usufruire e godere di una superficie di ben 22.000 metri quadri.

La Casa di Augusto, stanza delle ghirlande di pino
La Casa di Augusto, stanza delle ghirlande di pino

La Casa di Augusto, la struttura:

Come detto in precedenza il Palatino venne scelto da Augusto per creare uno stretto collegamento con il fondatore e primo Re della città, lo stesso nome “Augusto”, deriverebbe da una dizione “Rex Augur”, riferita a Romolo. La nuova abitazione, ampliata dopo aver acquistato altre sei case vicine venne inaugurata nel 36 a.C.. Osservando idealmente la planimetria della struttura, troviamo nella parte centrale un “atrium” con tablino, sul lato sinistro la “domus privata” e sulla destra la “domus publica”, questa suddivisione rimarrà pressochè invariata anche nel corso dei decenni successivi, in epoca neroniana e in epoca flavia, assumendo un implicito significato politico: l’Imperatore è al tempo stesso figura pubblica e privata e non può spogliarsi del potere. Nel 28 a.C., la casa di Augusto si estese inglobando il santuario del Lupercale, lo storico luogo dove Romolo e Remo vennero salvati dal pastore Faustolo. La casa di Augusto diventa quindi, oltre che il primo palazzo imperiale, anche il primo “museo” sulle origini di Roma. La “domus publica” è anche la sede del “Pontifex Maximus”, ruolo che Augusto ricopre, essa è parte integrante dell’abitazione dell’Imperatore e comprende il tempio di Apollo, all’interno del quale vengono custoditi i libri Sybillini. Prospicente al tempio incontriamo il portico dedicato a Danao, a fianco del quale troviamo la biblioteca e la curia dove Augusto riceveva le delegazioni dal Senato. La casa di Augusto, nel suo complesso sembra davvero voler raffigurare il Fòro, vero cuore pulsante della città. Nella zona più bassa si trova la selva di Apollo Liceo, posta esattamente al di sopra del Lupercale, al centro vi è l’ara della Roma quadrata di epoca romulea, sopra la quale Augusto rifonda idealemente la città. Il fronte della casa di Augusto era decorata con allori, foglie di quercia e vari richiami al Dio Apollo, con la scritta “ob cives servatos”, e si affacciava direttamente sul Circo Massimo, al quale si poteva accedere tramite due rampe di accesso. Gli ambienti più in basso, sul basamento della struttura erano riservati invece agli schiavi e ai liberti che gestivano gli interessi dell’Imperatore.

Casa di Ottaviano:

Numerosi reperti archeologici ci hanno consegnato anche alcune “fotografie” di come poteva apparire l’originaria casa di Augusto, prima dell’ampliamento. Tra gli ambienti della cosiddetta “Casa di Livia”, ricavata dalle abitazioni repubblicane vicine, troviamo un peristilio, dai quali proseguono altri ambienti verso sud-ovest caratterizzati da muri in opera reticolata con mosaici pavimentali, oltre troviamo poi una grande stanza centrale, probabilmente di rappresentanza della quale restano tracce della pavimentazione marmorea, ma la parte più interessante è costituita da due piccole stanze nell’area occidentale che conservano una magnifica decorazione costituita da affreschi databili arttorno al 30 a.C.. La prima di queste due stanze è chiamata “stanza delle maschere”, dove è presente una decorazione che rappresenta una sorta di scena teatrale, come lasciano supporre le numerose maschere dipinte sopra le cornici che danno poi il nome all’ambiente. La seconda stanza è invece decorata con festoni di pino dipinti fra sottili pilastri.

 

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