La Cloaca Massima

Una delle più antiche condotte fognarie tutt’ora esistente e funzionante, la Cloaca Massima, letteralmente “la fogna più grande”, venne costruita alla fine del VI secolo a.C. al tempo degli ultimi Re di Roma, chi ne ufficializzò la costruzione fu infatti Tarquinio Prisco.
Sviluppata dall’esperienza e dall’ingegneria etrusca, la Cloaca Massima fu una delle prime grandi opere di urbanizzazione della Roma antica. Essa aveva origine nella Suburra, il quartiere più popolare della città, e, attraverso l’Argileto, il Foro, il Velabro, il Foro Boario, si scaricava nel Tevere nei pressi di Ponte Emilio.
Dal percorso seguito, si ritiene che questo condotto in origine si trattasse per lo più di un canale a cielo aperto che raccoglieva le acque dei corsi d’acqua naturali che scendevano dalle colline, drenando in questo modo la pianura del Foro Romano e del Velabro, all’epoca paludosi, per riversarle poi nel fiume Tevere. Tito Livio, molti anni dopo, la descrive “scavata nel sottosuolo della città”, in quanto progressivamente ricoperta per le esigenze di spazio del centro cittadino.

Un tratto percorribile della Cloaca Massima.
Un tratto percorribile della Cloaca Massima.

La Cloaca Massima fu accuratamente mantenuta in buono stato durante tutta l’età imperiale. Si ha ad esempio notizia di un’ispezione e di lavori di drenaggio e spurgo ad opera di Agrippa nel 33 a.C..
Indagini archeologiche hanno evidenziato svariate tracce di lavori anche in epoche successive, il che attesterebbe il funzionamento della Cloaca Massima anche tempo dopo la caduta dell’Impero. Il condotto era sotto la protezione della dea Cloacina a cui era dedicato un piccolo sacello circolare, eretto nel punto in cui il condotto entrava nel Foro Romano, precisamente davanti alla Basilica Emilia.
La Cloaca Massima fu anche teatro di diversi episodi salienti della storia romana, quando per esempio, accolse quel che rimaneva dei cadaveri di personaggi di rilievo della città che in segno di sfregio furono gettati all’interno del condotto, è il caso dell’imperatore Eliogabalo, o di San Sebastiano, soldato ai tempi di Diocleziano, professatosi apertamente cristiano. Ma cosa rimane oggi di questo condotto?

Il percorso della Cloaca Massima.
Il percorso della Cloaca Massima.

La parte attualmente percorribile inizia appena fuori il Foro di Nerva, presso la Tor de’ Conti (attuale via Cavour): in questo primo tratto, reso agibile nel 1889, il condotto ha un’altezza di circa 3 metri, con il pavimento situato a circa 12 metri sotto il livello stradale moderno. Un primo tratto è forse databile all’età augustea. La parte successiva che attraversa diagonalmente il Foro di Nerva, è ormai non più accessibile ma fu indagata negli anni 1927-1928 ed è probabilmente contemporanea alla costruzione del complesso monumentale. Resta oggi visibile il tratto sotto la Basilica Emilia, probabilmente contemporaneo alla costruzione della basilica stessa, ovvero tra il 55 a.C. e il 34 a.C..
Sotto il Foro Romano, il condotto si divide in due gallerie parallele. Questo tratto, sgomberato nel 1871, è costruito in opera incerta e in opera reticolata e può essere datato alla tarda età repubblicana. Vi sono tuttavia anche resti più antichi che potrebbero risalire alla costruzione originaria. Restano nella zona anche parti riferibili probabilmente alla costruzione della precedente Basilica Sempronia eretta nel 169 a.C..
Il percorso prosegue poi lungo il Vicus Tuscus attraversando il Velabro: in questo tratto un condotto in cementizio del I secolo d.C. sostituisce con una modifica del percorso quello più antico risalente al IV secolo a.C., oltre questo tratto il percorso è difficoltoso e tutt’ora scarsamente esplorato. Il condotto offre un altro settore accessibile nell’antico Foro Boario, proprio in corrispondenza del cosiddetto Arco di Giano quadrifronte. In questo punto le acque che tuttora percorrono l’antico condotto vengono deviate in un collettore moderno, mentre il resto del percorso è del tutto ostruito e impraticabile.

La Cloaca Massima aveva numerose ramificazioni: davanti alla Basilica Emilia nel Foro Romano vi si immetteva il condotto che percorreva la Via Sacra proveniente dall’Arco di Tito e alle spalle della Basilica Giulia vi sboccavano le fognature delle costruzioni domizianee sulle pendici del Palatino, costruite in laterizio.
Ancora oggi è visibile, presso i resti del Ponte Rotto, vicino al Ponte Palatino, l’antico sbocco della Cloaca Massima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.