La conquista della Britannia

La conquista della Britannia iniziò sistematicamente a partire dal 43 d.C., per volere dell’Imperatore Claudio. L’attività romana sull’isola era però già cominciata decenni prima, a partire dal 55 a.C., quando Giulio Cesare sbarcò con il suo esercito per la prima volta sulle coste del Kent. Impegnato nella conquista della Gallia, il futuro dittatore romano programmò ben due spedizioni in Britannia, con scopi esplorativi e bellici, che non portarono a grossi risultati ma che furono comunque sufficienti per imbastire una serie di clientele che portarono il sud dell’isola sotto l’influenza economica e culturale romana. Proprio da qui partirono quei rapporti commerciali e diplomatici che spianarono la strada ai romani per la conquista della Britannia.

 Conquista della Britannia, terme romane di Bath
Conquista della Britannia, terme romane di Bath

La conquista della Britannia, contesto storico:

Dopo le spedizioni di Giulio Cesare, fu lo stesso Ottaviano Augusto a pianificarne altre, in particolare in tre occasioni, nel 34, nel 27 e nel 25 a.C., ma per diverse ragioni tutte e tre non ebbero gli esiti sperati. Secondo lo stesso Augusto,nel suo “Res Gestae Divi Augusti”, durante le sue spedizioni due Re britannici: Dubnovellauno e Tincomaro, fuggirono a Roma per chiedere aiuto. Con il passare dei decenni la situazione politica della Britannia andò modificandosi in modo sostanziale con la tribù dei Catuvellauni che rimpiazzò per potere e importanza quella dei Trinovanti, occupandone anche la loro capitale Camulodunum (odierna Colchester). In un secondo momento anche i Catuvellauni furono poi fortemente insidiati dai forti Atrebati. Anche Caligola nel 40 d.C., fu protagonista in Britannia con una campagna militare che però non ebbe particolare successo, tuttavia nonostante il risultato deludente queste campagne in qualche modo facilitarono l’invasione romana che avvenne tre anni più tardi per volere dell’Imperatore Claudio, con il pretesto di reintegrare sul trono degli Atrebati il principe britannico Verica. In questo contesto vennero fornite al senatore Aulo Plauzio quattro legioni e circa 20.000 soldati ausiliari.

La conquista della Britannia, fasi della conquista:

Anni 43-46 d.C.:

L’esercito romano salpò dalle coste francesi di Boulogne, in Vandea, sbarcando sulle coste orientali del Kent, secondo Svetonio sotto la guida dello stesso Claudio. La navigazione dei romani è però oggetto di discussione, infatti alcuni storici sostengono che le forze italiche siano sbarcate più verosimilmente nei pressi di Southampton, più vicino al regno degli Atrebati dove si intendeva ripristinare il trono del principe britannico. Qualunque sia il tragitto da loro compiuto, di certo è che la resistenza britannica venne affidata Togodumno e Carataco, figli del Re dei Catuvellauni, Cunobelino. Il consistente esercito britannico non esitò a dare battaglia vicino a Rochester nei pressi del fiume Medway. Lo scontro che ne seguì infuriò per ben due giorni e visto il decisivo ruolo da lui ricoperto in battaglia, Osidio Geta, comandante della Legio IX Hispana venne insignito degli “Ornamenta triumphalia”. I Britanni vennero incalzati dai romani che li spinsero oltre il Tamigi, dopo aver inflitto loro gravissime perdite, lo stesso Togodumno perse la vita poco tempo dopo. In breve tempo i romani dilagarono nel sud-est dell’isola stabilendo il loro quartier generale nella stessa Camulodunum. L’Imperatore Claudio, fece ritorno a Roma per celebrare la sua vittoria e per essere insignito del titolo di “Britannicus”, mentre il generale britannico sopravvissuto, Carataco, fuggì ad ovest per riorganizzare le proprie forze. Il generale  a capo della Legio I Augusta, e futuro Imperatore, Vespasiano, marciò sulle tracce del generale fuggiasco sottomettendo numerose tirbù penetrando fino  ai confini del Somerset.

Anni 47-53 d.C.:

Nei successivi quattro anni l’invasione romana dilagò verso nord, nel 47 d.C., il governatore Ostorio Scapola si lanciò in un’offensiva nel Galles, dove però incontrò la forte resistenza organizzata dalla bellicosa tribù dei Siluri. Nel frattempo Carataco trovò rifugio presso la tribù dei Briganti, clienti di Roma, la cui regina Cartimandua non esitò a consegnarlo al proconsole romano. Dopo la morte di Ostorio Scapola, il successore, Aulo Gallo penetrò a sua volta nel Galles senza però ottenere grandi successi.

Anni 54-70 d.C.:

Quando nel 54 d.C., salì al potere imperiale, Nerone, i governatori romani della Britannia, Quinto Veranio Nipote e Gaio Svetonio Paolino, scatenarono un’offensiva che portò nell’anno 60 d.C., alla conquista dell’isola di Mona, centro nevralgico della religione druidica. Dopo di che i romani dovettero occuparsi della sommossa organizzata dalla regina degli Iceni, Boudicca, che venne stroncata non senza poche difficoltà. A questa rivolta, seguì quella messa in atto da Venuzio, marito della regina filo romana, Cartimandua, e in questo caso fu Quinto Petilio Ceriale a risultare vincitore nei pressi di Stanwick, nel 70 d.C., a seguito di ciò seguì la rapida romanizzazione delle tribù dei Briganti e dei Parisi.

Anni 70-84  d.C.:

Il successore del governatore Quinto Petilio Ceriale, Sesto Giulio Frontino, attuò una serie di campagne militari che culminarono nel 76 d.C., con la sottomissione della tribù gallese dei Siluri e di tutte le altre popolazioni che vedevano con ostilità la presenza romana sull’isola. A Frontino successe Agricola, suocero dello storico e scrittore romano Tacito, che si occupò di spazzare via le ultime sacche di resistenza, costituite dalle tribù degli Ordovici e dei Pennini, non solo, Agricola costruì strade e fondò l’attuale città di Chester, mettendo poi in atto una sorta di strategia del terrore che ebbe il risultato di persuadere alla resa numerose altre tribù. Agricola ottenne poi una grandissima vittoria contro i temibili Caledoni guidati da Calgaco nella celebre battaglia del monte Graupio.

 Conquista della Britannia, il forte di Vindolanda
Conquista della Britannia, il forte di Vindolanda

La conquista della Britannia, conseguenze:

Ad Agricola, richiamato a Roma da Domiziano, seguirono altri governatori che però si rivelarono abbastanza inconcludenti non riuscendo a portare a termine la sottomissione del nord dell’isola, attestandosi quindi sulla linea difensiva marcata dal vallo di Adriano, costruito nel 122 d.C.. Solo per un breve periodo i romani riuscirono ad avanzare, costruendo il vallo di Antonino che però ben presto venne abbandonato per riattestarsi sul vallo adrianeo durante il regno di Marco Aurelio. Tuttavia negli anni seguenti, più volte i romani riuscirono a compiere varie incursioni in territorio scozzese, nel 209 d.C., l’Imperatore Settimio Severo si impegnò in una serie di operazioni militari mirate ad indebolire la bellicosa tribù dei Meati. Dione Cassio ci informa che la campagna militare intrapresa fu durissima e distruttiva, lo stesso Settimio Severo morì ad Eburacum, odierna York, mentre ancora pianificava nuove incursioni contro i Caledoni. La città di Eburacum venne  abbandonata dal figlio di Settimio Severo e suo successore, Caracalla, e da quel momento in poi gli sconfinamenti romani si limitarono solo per fini commerciali e più avanti ancora per la diffusione del cristianesimo.

Si ringrazia per le foto:

https://stravaganzastravaganza.blogspot.com/2017/08/il-grande-ribelle-della-britannia-romana.html

https://www.sutori.com/item/bath-citta-inglese-collocata-a-sud-ovest-della-gran-bretagna-il-cui-nome-deriv

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