La Dinastia Giulio Claudia

Con la dinastia Giulio Claudia si indica la famiglia alla quale appartenevano i primi cinque Imperatori che governarono l’Impero romano dal 27 a.C., al 68 d.C., quando l’ultimo della linea, Nerone venne dichiarato dal Senato nemico della patria e decise di suicidarsi aiutato da un suo liberto. La dinastia Giulio Claudia prese il nome di famiglia da due imperatori in particolare, ovvero il primo, Gaio Giulio Cesare Ottaviano, poi conosciuto come Augusto, adottato da Giulio Cesare e quindi membro della “gens Iulia”, e Tiberio Claudio Cesare Germanico, quarto Imperatore di Roma e membro della “gens Claudia”, primo sovrano a non far parte della “gens Iulia” in quanto il predecessore Caligola aveva già estinto la linea di successione.

La Dinastia Giulio Claudia, principi e Imperatori dal 27 a.C., al 68 d.C.:

Augusto:

Il senato di Roma conferì ad Ottaviano il titolo di “Augusto”, il 16 gennaio del 27 a.C., da quel momento il suo nome ufficiale divenne: “Caesar Divi filius Augustus”, mentre quattro anni più tardi gli venne conferita la potestà tribunizia, e l’Imperio proconsolare a vita, nel 12 a.C., divenne anche Pontefice Massimo. Augusto restò al potere fino alla sua morte e il suo principato passerà alla storia per essere il più duraturo di tutta la storia imperiale, ben 44 anni se consideriamo la data del 30 a.C., anno in cui salì formalmente al potere dopo la vittoria nella guerra civile contro Marco Antonio,  oppure 37 anni se prendiamo come riferimento la data del 23 a.C., in cui gli venne riconosciuto l’Imperio proconsolare a vita, fatto stà che il suo principato segnò il passaggio definitivo fra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero,  rivoluzionando l’intero sistema politico romano, compresa la sfera economica, culturale, militare ed amministrativa. Negli oltre 40 anni di principato Augusto attuò delle riforme che si rivelarono cruciali per i tre secoli seguenti, vediamone alcune:

  • Riforma del “cursus honorum” di tutte le magistrature romane, e ricostruzione dell’intera classe politica e aristocratica.
  • Riorganizzazione del sistema amministrativo provinciale, mediante la creazione di numerosi municipi e colonie che favorirono la romanizzazione in tutta l’area del Mediterraneo.
  • Riforma delle forze armate terrestri, grazie all’introduzione di milizie specializzate nella difesa di Roma come ad esempio le Coorti Urbane, i Vigiles e la Guardia Pretoriana, ma anche di mare con la formazione di svariate nuove flotte dislocate in Italia e in altre regioni dell’Impero.
  • Riforma del sistema difensivo, acquartierando in modo permanente legioni e ausiliari in fortini lungo tutto il limes imperiale.
  • Cambiò il volto di Roma, trasformandola in una città monumentale grazie anche al valido aiuto del suo amico e braccio destro, Marco Vipsanio Agrippa.
  • Pacificando l’intera area mediterranea, favorì la rinascita economica grazie alla costruzione di nuovi porti, strade e ponti, affiancati ad una politica di conquiste territoriali che portarono nelle casse dell’Impero somme mai viste prima.
  • Una politica sociale più equa e vicina ai bisogni dei più poveri con continue elargizioni di grano e costruzioni di terme pubbliche e acquedotti.
  • Grazie all’amico Mecenate diede nuovo impulso alla cultura.
  • Introduzione di una serie di leggi a tutela delle famiglie, e riforma della religione, scoraggiando, solo però in occidente, il culto legato alla sua figura.

Tiberio:

Discendente dalla “gens Claudia” Tiberio Claudio Nerone, venne adottato da Ottaviano Augusto nel 4 d.C., ed il suo nome venne modificato in Tiberio Giulio Cesare. Alla morte del suo padre adottivo, il 19 agosto del 14 d.C.,  assunse il nome di Tiberio Giulio Cesare Augusto potendo così succedere a Ottaviano sul soglio imperiale, sebbene già da due anni fosse associato a lui al potere. In giovane età Tiberio ebbe l’occasione di mettersi in gran luce nel corso delle numerose campagne militari condotte nell’Illirico, Dopo un periodo di volontario esilio presso l’isola di Rodi, nel 4 d.C., fece ritorno a Roma da dove ripartì per condurre altre spedizioni in Illiria e in Germania, dove pose rimedio alle conseguenze della disfatta di Teutoburgo. Anche Tiberio operò diverse riforme in ambito economico e politico, preferendo però a differenza del suo predecessore ad un sicuro mantentimento dei confini allora esistenti, piuttosto che una continua espansione territoriale, e in questo compito venne validamente coadiuvato dall’opera del nipote Germanico. Dopo la morte del valoroso nipote per un probabile avvelenamento, rispetto alla quale Tiberio venne dal popolo accusato di esserne il mandante, l’Imperatore favorì sempre di più l’ascesa  del prefetto del pretorio, Lucio Elio Seiano, avvalendosi di lui per mantenere il potere in città, mentre l’Imperatore si ritirava nella sua villa privata di Capri. Una volta appreso che però Seiano aveva ambizioni di rimpiazzarlo sul trono, lo fece immediatamente destituire e giustiziare, evitando però di fare ritorno a Roma.  Tiberio venne fortemente osteggiato e criticato dagli storici antichi come Svetonio e Tacito, ma la storiografia moderna l’ha in parte rivalutato come un politico accorto e abile. Tiberio regnò dal 14 d.C. al 37 d.C..

Caligola:

Caligola fu il terzo Imperatore di questa dinastia, ma le  scarse fonti storiche pervenute sul suo conto,  fino ai giorni nostri ce lo hanno sempre fatto distinguere per la sua eccentricità e depravazione, tramandandoci un’immagine tutto sommato dispotica e a dir poco stravagante, rendendolo di fatto il meno conosciuto fra gli imperatori di questa dinastia.  Al momento della morte di Tiberio, molti personaggi che avrebbero potuto succedergli al trono erano stati, chi per un motivo e chi per altro, brutalmente assassinati, il successore più immediato, scelto dallo stesso Tiberio, fu il suo pronipote Gaio, meglio conosciuto con il soprannome di “Caligola”, per la sua abitudine di indossare le “caligae”, i tipici calzari dei legionari. Caligola iniziò il suo principato ponendo fine alle tante persecuzioni messe in atto dallo zio, ma sfortunatamente per lui cadde ben presto vittima di una malattia che ne danneggiò la sua salute psichica, o almeno questo è quello che gli storici dell’epoca scrivono di lui, molto probabilmente alterando in parte la verità, visto la grande ostilità che l’Imperatore aveva attirato su di se. Una grande ostilità dovuta a decisioni insensate come quando ad esempio ordinò ai suoi soldati di invadere la Britannia, ripensandoci poi all’ultimo minuto e spedendo i legionari a raccogliere conchiglie sulla spiaggia, oppure quando decise di nominare senatore il suo cavallo personale, ma non solo, Caligola era anche sospettato di intrattenere rapporti incestuosi con le proprie sorelle. Accuse infamanti ma con ogni probabilità alterate dai suoi tanti detrattori. Dopo aver quasi scatenato una rivolta tra gli ebrei per aver fatto costruire una statua che lo raffigurasse all’interno del tempio di Gerusalemme, nel 41 d.C., Caligola cadde vittima di una congiura ordita verso di lui e messa in atto dal comandante dei pretoriani, Cassio Cherea. A quel punto l’unico membro rimasto della famiglia imperiale era un altro nipote di Tiberio, Tiberio Claudio Druso Germanico, meglio noto con il solo nome di Claudio.

Claudio:

Figlio di Druso maggiore e Antonia minore, l’Imperatore Claudio governò dal 41 al 54 d.C., ma prima di diventare tale, era considerato un candidato assolutamente improbabile a causa delle varie infermità dalle quali era affetto.  La famiglia stessa per questi motivi decise di tenerlo lontano dalla vita politica fino all’età di 46 anni quando ottenne il consolato insieme al nipote Caligola. Fu probabilmente a causa dei suoi problemi di salute e della scarsa rilevanza politica che Claudio sopravvisse alle innumerevoli persecuzioni ai danni della nobiltà romana messe in atto da Tiberio, ma alla morte di Caligola, Claudio risultava essere l’unico maschio adulto della dinastia giulio claudia. Nonostante la sua poca esperienza politica e i suoi difetti fisici, Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, questo il nome assunto dopo il principato, mostrò qualità inaspettate dimostrandosi un abilissimo amministratore, un grande patrono dell’edizilizia pubblica con un animo molto espansionista in politica estera, sotto il suo principato venne di fatto annessa la nuova provincia della Britannia, non che un instancabile legislatore. La sua posizione era tuttavia messa costantemente in dubbio dalla nobiltà romana, cosa che costrinse Claudio a mettere a morte diversi senatori. L’imperatore Claudio dovette sopportare inoltre diverse sofferenze a livello famigliare, e una di queste potrebbe essere stata la causa del suo assassinio, avvenuto a causa di alcuni funghi velenosi probabilmente somministrati da Agrippina, madre di Nerone, che ambiva al trono per il proprio figlio. Nonostante le sue insospettate abilità Claudio non godeva fra i suoi contemporanei di una gran fama, ma al contrario, il corso della storia  ha rivalutato positivamente il suo operato.

Nerone:

Ultimo Imperatore di questa importantissima dinastia, Lucio Domizio Enobarbo, poi conosciuto come Nerone, successe al padre adottivo Claudio nel 54 d.C., governando per 14 anni, fino al suo suicidio avvenuto all’età di 30 anni. L’immagine di tiranno che ne è stata tramandata è in gran parte derivata dalla grande ostilità nutrita dall’aristocrazia romana, a causa della sua politica molto favorevole verso le classi meno abbienti della popolazione. Il suo operato è stato nel corso della storia rivalutato, molti studiosi e storici moderni ritengono infatti che Nerone non fosse ne così folle ne così despota come venne dipinto, ma molto probabilmente si comportò ne più ne meno come tanti altri imperatori, anche se il suo comportamento ebbe certamente qualche eccesso. Nerone fu inoltre incolpato del grande incendio che distrusse Roma nel 64 d.C., anche se gli studi moderni tendono decisamente a smontare questa ipotesi. Appena eletto, data la sua giovane età, Nerone detenne di fatto il potere insieme alla madre Agrippina affiancata dal prefetto del pretorio, Afranio Burro, dietro i consigli di Seneca. Divenendo adulto, crebbe in Nerone la sete di potere, ragion per cui fece piazza pulita attorno a se, giustiziando i suoi tutori e la sua stessa madre. Durante il suo regno una serie di ribellioni turbarono l’Impero, dalla Britannia, all’Armenia, alla Giudea, mettendo così in mostra i limiti del giovane Imperatore, limiti che si evidenziarono ancor di più quando nel 68 d.C., Nerone venne abbandonato anche dai pretoriani. Era il preludio della sua fine, nel 69 d.C., conosciuto come “Anno dei quattro Imperatori”, Nerone, ormai allo sbando, fuggì da Roma e si suicidò con l’aiuto di un liberto, dando così inizio ad una sanguinosa guerra civile che vide alternarsi sul soglio imperiale ben quattro sovrani.

 

 

 

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