La Germania

La Germania, o Germania Magna come la chiamavano i romani, era il nome della nuova provincia costituita dopo le spedizioni di Druso dal 12 al 9 a.C.. Il territorio di questa nuova provincia identificata come Germania Magna si estendeva ad est del fiume Reno corrispondente a parte dell’attuale stato centro europeo e ai Paesi Bassi, e venne sottomesso durante il principato di Augusto. Il limes orientale doveva coincidere  con le sponde del fiume Elba, inglobando così anche il potente regno dei Marcomanni del Re Maroboduo. Questa nuova provincia ebbe però vita breve e cessò di esistere poco meno di vent’anni più tardi quando Publio Quintilio Varo cadde a Teutoburgo nel 9 d.C., alla guida di tre legioni, vittima dell’imboscata organizzata dal ribelle germanico Arminio.

Busto di Druso
Busto di Druso

LA GERMANIA, AVANZATA ROMANA:

Nel corso dei quasi 20 anni di vita di questa provincia, le numerose campagne militari organizzate dai romani spostarono ripetutamente i confini dalle sponde del fiume Weser a quelle del fiume Elba, è accertato infatti che sin dalle prime campagne militari condotte da Druso, a partire dal 12 a.C., e a seguire con quelle del futuro Imperatore Tiberio dell’8-7 a.C.si compì la sottomissione dei territori germani fino al fiume Weser. L’insediamento di Ara Ubiorum, antico nome dell’odierna Colonia,   diventava la sede religiosa della nuova provincia in fase di costituzione.

Nel corso della prima campagna militare guidata da Druso nel 12 a.C., venne per prima cosa respinto uno sconfinamento da parte della tribù dei Sigambri, dopo di che le armate romane si addentrarono nelle terre sotto il controllo dei barbari devastandone il territorio. In seguito Druso con una flotta discese il fiume Reno fino al Mare del Nord, grazie anche alla costruzione di un canale artificiale passato alla storia come Fossa Drusi, o Fossa Drusiana, di cui oggi non rimangono tracce certe ma che si suppone possa localizzarsi nei pressi dell’odierna Utrecht, in Olanda. La tribù dei Frisi divenne alleata dei romani, dopo di che la navigazione si protrasse fino ad Amisia (attuale Ems), dove venne con ogni probabilità costruito un punto di attracco. L’anno successivo Druso, che era il fratello del futuro Imperatore Tiberio, operò più a sud sconfiggendo gli Usipeti e costruendo un ponte sul fiume Lippe, nei pressi di Castra Vetera (odierna Xanten), successivamente si diresse nuovamente verso i territori dei Sigambri e vi costruì alcuni avamposti, per poi spostarsi nelle terre dei Cherusci e dei Marsi fino al fiume Weser, che anticamente veniva chiamato Visurgis.  Sulla strada del ritorno, nelle strette gole boscose che si trovavano in quelle zone, i romani vennero però aggrediti da una coalizione di Germani, e fu solo grazie alla grande tempra di generale che possedeva Druso, che  si riuscì ad evitare una disfatta che pochi anni dopo sarebbe toccata a Quintilio Varo.

Nel 10 a.C., le operazioni militari si spostarono ancora più a sud nei pressi di Mogontiacum (Magonza), devastando le terre dei Catti, edificandovi alcuni fortini, e costruendo poi un ponte a Bonna (Bonn),  rafforzando ulteriormente la posizione con una flotta lungo il Reno, la Classis Germanica. Nel 9 a.C., Druso spinse l’esercito romano in posti mai raggiunti prima, dopo aver sgominato i Marcomanni,  oltre ai potenti Catti e Cherusci, raggiunse per la prima volta le sponde del fiume Elba, ma qui il destino attendeva il forte generale romano, che a causa di una banale caduta da cavallo davanti agli occhi del fratello Tiberio,  trovò la morte. Nuovi importanti insediamenti entrarono a far parte della nuova provincia in costituzione, come ad esempio l’antica Aliso (odierna Haltern), e nuova capitale amministrativa, la base di rifornimento di Rodgen, e il forte ausiliario di Oberaden.

COSTITUZIONE DELLA PROVINCIA DI GERMANIA:

Una decina di anni più tardi la situazione non si era  modificata, e il primo Imperatore di Roma, Ottaviano Augusto ritenne maturi i tempi per riorganizzare l’assetto dei nuovi territori conquistati per tramutarli in una nuova effettiva provincia romana. Per tale scopo richiamò Tiberio dall’isola di Rodi sulla quale il generale romano si era auto esiliato, per terminare il lavoro incominciato già più di dieci anni prima. Nel 4 d.C., Tiberio tornò in Germania sottomettendo le tribù dei Canninefati e dei Bructeri, non che i temibili Cherusci, di cui Arminio faceva parte, ma il piano romano non si fermava a questo e mirava a superare le sponde del fiume Weser. Lo scrittore romano Velleio Patercolo che servì sotto l’esercito in Germania proprio in quel periodo, ricorda che Tiberio: ” si attribuì tutta la responsabilità di questa guerra tanto disagevole e pericolosa, mentre le operazioni di minor rischio furono affidate al suo legato, Senzio Saturnino”. L’anno successivo l’esercito romano di Tiberio superò nuovamente il fiume Weser e con un’azione congiunta alla flotta sottomise tutte le popolazioni stanziate ad occidente del fiume. La provincia che stava prendendo forma, dopo le campagne del 4 e 5 d.C., racchiudeva ora tutti i territori fra i fiumi Reno ed Elba. Per concludere le operazioni mancava ora solo la Boemia posta più  a sud, ma per fare ciò era necessario annettere il potentissimo regno dei Marcomanni guidati dal Re Maroboduo, così nel 6 d.C., Tiberio iniziò questa campagna che nelle sue intenzioni doveva essere l’ultima. Tiberio e il suo legato, Senzio Saturnino con un’azione a tenaglia  fecero convergere tutte le loro forze a disposizione verso la Boemia, ma quando furono sul punto di sferrare l’offensiva decisiva vennero fermati dalla violenta rivolta in Dalmazia e Pannonia, che costrinse i romani a spostare le forze verso quelle regioni, rimanendo impegnate per 4 lunghi anni.

L’ABBANDONO ROMANO DELLA GERMANIA:

Lo stallo che si venne a creare in Germania favorì i piani di Arminio che ebbe tutto il tempo per organizzare di nascosto una forte coalizione di Germani, e l’infido tranello nel quale cadde Publio Quintilio Varo insieme alla XVII, alla XVIII e alla XIX legione, scatenando una carneficina che passò alla storia come una delle più grandi disfatte romane. In conseguenza di questo evento epocale e tragico la nuova provincia di Germania era definitivamente perduta. Era ora però necessario per Roma organizzare una rapida e risoluta risposta per evitare che i Germani potessero prendere oltremodo coraggio invadendo anche i territori della Gallia, o peggio ancora, quelli dell’Italia settentrionale. Dal 10 al 16 d.C., Tiberio confermò ancora una volta il suo valore come comandante dell’esercito, non solo infatti riuscì a frenare i propositi bellicosi di alcune tirbù germaniche, ma ci sono buone possibilità che nelle tre campagne che condusse oltre il Reno dall’11 al 13 d.C., sia riuscito a riconquistare una parte di quei territori acquisiti prima della disfatta di Varo. Ancora Velleio Patercolo, testimone oculare di quanto accaduto, ci tramanda di come Tiberio si impegnò per costruire nuove strade, devastare villaggi e mettere in fuga chiunque si mettesse sul suo cammino, senza subire perdite umane, in un momento in cui lo stesso Augusto si sarebbe semplicemente accontentato di difendere quanto della Germania rimaneva ancora in mano romana.

Un nuovo tentativo di conquista fu tentato pochi anni dopo dal grande generale Germanico, figlio di Druso,  ma più che una campagna volta a riannettere la provincia, fu una spedizione volta a vendicare l’onore, ancora sconvolto, di Roma. Germanico ottenne diversi successi, non decisivi, ma in quel momento utilissimi a rialzare lo spirito romano, in più, si addentrò nella selva di Teutoburgo, dando una degna sepoltura ai poveri resti dei soldati trucidati, ancora sul posto. Tiberio, ormai divenuto Imperatore, malgrado i successi parziali di Germanico,  che comunque non riuscì a sconfiggere i Cherusci di un Arminio sempre più leader di quella tribù, ritenne non più opportuno cercare di riconquistare quelle terre. Germanico infatti non era riuscito ad ottenere i risultati sperati e per di più il suo luogotenente Cecina Severo, riuscì per un soffio a scampare ad un’imboscata, che potenzialmente avrebbe potuto essere di proporzioni ancora peggiori rispetto a quella di Teutoburgo di pochi anni prima. La Germania appariva ormai agli occhi dei romani come una terra inospitale, paludosa e con scarse risorse naturali, e quindi non particolarmente appetibile da un punto di vista economico. Tiberio richiamò Germanico, non tanto per invidia per la grande popolarità di cui godeva il generale fra il popolo, tanto per la concreta possibilità che le armate romane potessero rimanere impantanate in un’altra Teutoburgo. Germanico naturalmente la prese come una ripicca nei suoi confronti anche se Tiberio gli concesse il giusto e meritato trionfo. Tuttavia nonostante Germanico non condividesse le decisioni di Tiberio, i fatti davano pienamente ragione all’Imperatore, il giovane generale infatti, come scritto in precedenza, aveva raggiunto importanti successi, ma non decisivi, e la coalizione di Ariminio era ancora attiva e pericolosa, testimonianza ne era l’imboscata in cui era caduto Cecina Severo, la Germania in fondo non appariva più così attraente da un punto di vista economico,e lo stesso Augusto alcuni anni prima, aveva caldamente consigliato di non spingere i confini romani oltre il Reno e il Danubio. Tiberio decise quindi di abbandonare definitivamente quei territori lasciando che fossero gli eterni conflitti fra tribù a stabilirne il loro destino, l’Imperatore infatti strinse accordi con alcuni popoli anzichè altri, mantenendo così una ragione fra le tribù per continuare i conflitti, con un grandissimo risparmio sia in termini di risorse umane che economiche.

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