La Guerra Latina

La guerra latina venne combattuta dalle città componenti la lega latina, contro la Repubblica Romana dal 340 al 338 a.C., e si risolse con la schiacciante vittoria romana che permise il conseguente controllo di tutti i territori appartenuti agli insediamenti sconfitti.

La Guerra Latina, antefatto:

Ai tempi della guerra fra Sanniti e Sidicini (popolazione stanziata nei territori dell’odierna Teano), Roma si trovava alleata con i Sanniti, che a loro volta erano in contesa con le popolazioni latine alleate anch’esse dei romani e pronte a reclamare pari diritti con la capitale. I latini accorsero in aiuto dei Sidicini coi quali erano alleati anche perchè il precedente accordo tra Romani e Sanniti li scontentava non poco, in quanto era un trattato che sostanzialmente riconosceva la supremazia sannita su alcuni dei loro territori. Quando i Sanniti vennero attaccati chiesero a Roma di intervenire per farli cessare mediante un’ambasceria. Quando i Latini seppero di tale ambasceria, ruppero ogni indugio preparando anch’essi una missione diplomatica in cui si chiedeva a Roma la formazione di una singola repubblica tra Roma ed il restante Lazio, con un’equiparazione delle popolazioni dello stesso. I latini chiesero inoltre che un console fosse latino. Ma Roma, che era stata la città-guida nella lega latina, rifiutò le loro proposte sdegnosamente, dando così il via al conflitto.

La guerra latina: i territori del Latium Vetus.
La guerra latina: i territori del Latium Vetus.

La Guerra Latina, La lega latina:

La lega latina, detta anche dall’etrusco, assemblea dei prisci latini, era l’alleanza fra diverse città del cosiddetto Latium Vetus, fra le quali vale la pena ricordare: Alba Longa (che presiedeva la lega), Ardea, Bovillae, Aricia, Fidenae, Gabii, Lanuvio, Nomentum e Velitrae. La Lega venne originariamente formata, più che altro, per finalità religiose. A partire dal VI sec. a.C., ebbe anche la funzione politico-militare di costituire un’alleanza tra le diverse città, al fine di accordarsi per una reciproca protezione contro i nemici esterni. Nel 493 a.C., Roma stipulò un’alleanza con la lega latina,  dopo la vittoria nella battaglia del lago Regillo, passata alla storia con il nome di Foedus Cassianum. Questa alleanza serviva a regolare  la suddivisione dei bottini di guerra, attribuiva il comando delle campagne militari affrontate congiuntamente da Roma e dalla lega Latina ad un generale romano, la fondazione di colonie latine come colonie della lega. L’alleanza diede i suoi frutti soprattutto nelle prime battute quando le bellicose popolazioni degli Equi e dei Volsci vennero respinte dopo essere penetrate nel Lazio da Sud. Dopo la conquista romana di Veio, la lega latina, dapprima considerò sciolto il Foedus Cassianum a causa della crescente potenza di Roma, per poi essere reintegrato ma con piena supremazia decisionale della città vincitrice. Al termine della guerra con Roma, (338 a.C.) la lega latina venne sciolta.

La Guerra Latina,  il conflitto:

Il primo attacco del conflitto lo portarono i romani in Campania, nei pressi del Vesuvio. Alla testa del loro esercito i consoli romani di quell’anno, Publio Decio Mure e Tito Manlio Torquato, sconfissero i latini in una sanguinosa battaglia in cui addirittura il primo di essi trovò la morte. Tito Livio ci narra che il console Publio Decio Mure, visto il cedimento degli Hastati si gettò a cavallo armi in pugno nel folto dei nemici dove cadde trafitto da un nugolo di frecce, non prima di aver pronunciato le seguenti parole:

« Giano, Giove, padre Marte, Quirino, Bellona, Lari, dèi Novensili, dèi Indigeti, dèi nelle cui mani ci troviamo noi e i nostri nemici, dèi Mani, io vi invoco, vi imploro e vi chiedo umilmente la grazia: concedete benigni ai Romani la vittoria e la forza necessaria e gettate paura, terrore e morte tra i nemici del popolo romano e dei Quiriti. Come ho dichiarato con le mie parole, così io agli dèi Mani e alla Terra, per la repubblica del popolo romano dei Quiriti, per l’esercito, per le legioni e per le truppe ausiliarie del popolo romano dei Quiriti, offro in voto le legioni e le truppe ausiliarie del nemico insieme con me stesso. ».

Il gesto eroico del console diede nuovo vigore alle legioni romane che ottennero una dispendiosa vittoria. Mentre il campo dei latini veniva espugnato dai Romani, gli sconfitti, decimati, ripararono a Minturno, dove, grazie allo slancio del loro generale Numisio e all’arrivo di rinforzi mandati da altri popoli latini, riuscirono velocemente  a riorganizzarsi. L’esercito, comunque raccogliticcio, dei latini si scontrò nuovamente con quello del console superstite nei pressi di Minturno, uscendone ancora una volta sconfitto.

L’anno successivo i consoli Tiberio Emilio Mamercino e Quinto Publillio Filone, si trovarono ancora a sedare la ribellione latina, e ancora una volta questi ultimi vennero sconfitti nella battaglia della pianura Fenectana, a seguito della quale vennero assediati nella loro roccaforte di Pedo. In quell’anno la guerra si trascinò senza sussulti. Nel 338 a.C., i nuovi consoli Furio Camillo e Menio Publio proseguirono l’assedio di Pedo, e, una volta espugnata la roccaforte, si scontrarono in battaglia a campo aperto con gli stessi abitanti della città più i rinforzi costituiti da Tiburtini e Prenestini. Ottenuta la vittoria i due consoli romani passarono a fil di spada ogni città ribelle ponendo così fine alla guerra latina e allo scioglimento della stessa lega. Per questa impresa ai due consoli fu concesso l’onore del trionfo e nel Foro Romano furono collocate due statue che li raffiguravano in sella ai loro cavalli.

La Guerra Latina, conseguenze:

Dopo la fine del conflitto, il Senato Romano decise il destino di ogni singolo insediamento latino, in base al comportamento che ognuno di essi aveva avuto nei confronti di Roma. Ogni decisione venne comunque presa con l’intenzione di pacificare quanto più possibile la regione. Alle città di Lanuvio, Aricia, Nomentum e Pedo venne concessa la cittadinanza romana e furono lasciati i culti religiosi, a Tusculum fu permesso di mantenere gli stessi diritti civili goduti in passato, all’insediamento di Velitrae furono rase le mura della città e ne furono allontanati i Senatori, ad Anzio fu insediata una nuova colonia romana, fu concessa la cittadinanza, ma le navi furono sequestrate, i Tiburtini e Prenestini vennero privati dei loro territori, mentre agli altri popoli latini venne negato il diritto di esercitare mutui scambi commerciali, di contrarre matrimoni misti e di tenere delle assemblee comuni. La Lega Latina era così di fatto sciolta. Per quanto riguarda gli altri insediamenti, si decise che venisse concessa la cittadinanza, senza diritto di voto, ai Cavalieri Campani, per aver rifiutato di unirsi ai Latini, agli abitanti di Fonda e di Formia,, per aver permesso il passaggio degli eserciti romani, Cuma e Suessula furono invece private del territorio, come era già accaduto per Capua.

3 Risposte a “La Guerra Latina”

  1. Degli Ernici nessuna menzione. ..venissetque in periculum summa rerum, ni T.Quinctius peregrinis copiis, cum Latino Hernicoque exercitu, subvenisset… – Tito Livio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.