La Legione cinese

La Legione cinese ci riporta nell’anno 53 a.C., anno in cui il triumviro Marco Licinio Crasso trovò la morte insieme al figlio durante la disfatta romana di Carre, epilogo della disastrosa campagna partica promossa dal collega di Cesare e Pompeo Magno. Nello specifico, tra storia e leggenda, si racconta che i circa 140 legionari sopravvissuti alla carneficina, si radunarono dirigendosi in marcia verso oriente divenendo probabilmente mercenari al soldo degli Unni prima e dell’Impero Cinese poi.

La Legione Cinese: Liqian:

Alcuni studiosi riportano che quel che rimaneva della legione di Crasso, venne fatta prigioniera e adibita alla difesa della fortezza di Zhizhi, caposaldo della tribù nomade degli Unni, posta al confine occidentale dell’Impero Cinese e conquistata dagli stessi nel 36 a.C.. Tale fortezza viene ricordata nelle memorie dell’Imperatore Han Shu, ed è proprio da questo episodio che nasce la storia della legione cinese. Pare infatti che un certo reparto adibito alla difesa di quella fortezza combattesse in modo alquanto insolito per quelle genti, serrando gli scudi nella parte anteriore e superiore dello schieramento, una tecnica che i cinesi chiamavano a “scaglia di pesce”, ma che ricorda in modo inequivocabile la formazione a testuggine usata dai romani. I legionari romani passarono poi dalla parte cinese, ragion per cui venne loro concesso di insediarsi in un villaggio da loro fondato con il nome di Liqian, nome, anche questo, indicato negli scritti dell’Imperatore cinese Han Shu, e indicato come “villaggio romano ai confini del deserto del Gobi”. Il nome stesso “Liqian”  evoca nella pronuncia il sostantivo legione, in latino ‘legio, legionis’ .

Altro elemento che supporta questa tesi è la scoperta rinvenuta nell’antica Battriana, oggi Uzbekistan, di iscrizione latine, attribuite ai soldati romani in fuga, su alcuni miliari. Tale rinvenimento andrebbe così a comprovare  la fondazione romana di Liqian, collocata nell’estrema periferia dell’Impero cinese. Alcuni detrattori ritengono comunque che in questi avvenimenti ci sia molto di inventato per poter incrementare in qualche modo il turismo in quella regione, va però detto che esiste una somiglianza nel patrimonio genetico della sua popolazione con quello di altre etnie caucasiche, ed estraneo invece alle genti  presenti in quella regione. Di una eventuale Liqian antica vi sono solo cumuli di macerie che non possono ricondurre ad alcuno stile architettonico, oggi esistono solo costruzioni moderne.

La Legione Cinese
La Legione Cinese

La Legione cinese: tra mito e realtà:

Gli eventi raccontati fino ad ora sono sicuramente molto affascinanti  ma sono ancora lontani dall’essere provati con certezza. Tra gli indizi a favore di queste teorie si aggiungono anche i vari test sul DNA su alcuni abitanti della zona che presentano molte analogie con quello caucasico, provato anche dall’aspetto esteriore di alcuni di essi con tratti somatici molto distanti dagli standard asiatici. Tutti questi sono comunque solo indizi perfettamente confutabili, nessuno infatti può dimostrare che i tratti caucasici della popolazione di Liqian siano stati effettivamente portati dai romani, Marco Polo, per esempio percorse le stesse zone più di mille anni dopo. Detto questo, si può ancora dubitare sulle varie teorie che un gruppo di legionari romani si sia insediato in Cina,  ma nessuno può negare che l’impero romano e quello cinese avessero una reciproca conoscenza l’uno dell’altro.

Alcuni scavi archeologici nella città di Liqian (oggi chiamata Lai-Chen) hanno portato alla luce alcune fondamenta di abitazioni che farebbero pensare ad una disposizione dell’abitato molto simile a quello adottato dai romani, ma anche in questo caso l’indizio non può essere decisivo, in quanto molte città dell’impero cinese avevano una disposizione simile.

A smentire ulteriormente certe ipotesi vi sarebbero poi le prove presentate da alcuni ricercatori cinesi secondo le quali una città chiamata Liqian esisteva già nel 104 a.C., quindi più di mezzo secolo prima della battaglia di Carre. Un’altra critica riguarda la corrispondenza della formazione descritta “a scaglie di pesce” con la nota tattica della testuggine romana: in effetti venivano utilizzate in quest’epoca nell’Asia centrale e in India doppie palizzate di legno il cui aspetto potrebbe essere descritto con questa analogia.

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