La Via Emilia

Costruita dal console Marco Emilio Lepido, la via Emilia attraversava in linea retta una buona parte della pianura padana, da Ariminum (Rimini), fino ad arrivare a Placentia (Piacenza). La sua grande importanza per i trasporti commerciali e militari si è mantenuta attraverso i secoli, tant’è che ancora oggi la strada statale numero 9, porta lo stesso nome.

L'Arco di Augusto a Rimini, sotto il quale parte la via Emilia
L’Arco di Augusto a Rimini, sotto il quale parte la via Emilia
 LA STORIA:

In epoca Repubblicana l’Italia settentrionale era conosciuta dai romani come Gallia Cisalpina, ma quello che più importava è che in essa era racchiusa la pianura padana, ovvero la pianura più estesa e fertile di tutto il suolo italico. Conquistandola i romani avrebbero ottenuto un deciso passo in avanti dal punto di vista economico , ma anche la possibilità di espandere i propri confini e di conseguenza di aumentarne la popolazione. Dopo una lunga serie di non semplici campagne militari, i romani sottomisero totalmente le tribù galliche che abitavano la pianura padana, preparandosi così il terreno per le loro future espansioni che però vennero ritardate di una ventina di anni a causa della seconda guerra punica. Con l’invasione da nord di Annibale infatti, molte tribù celtiche appena sottomesse si schierarono a fianco del generale cartaginese respingendo le armate romane, che in pratica dovettero ricominciare tutto da capo. Solo nel 189 a.C., le ultime resistenze galliche vennero spezzate con la conquista romana di Bona (Bologna), loro ultimo caposaldo, e proprio nello stesso anno iniziarono i lavori per la costruzione della via Emilia, che vennero completati appena due anni più tardi. In quegli anni la costruzione della via Emilia risultò doppiamente strategica, non solo infatti i vantaggi erano di natura economica, ma anche militari, in quanto la colonia di Placentia era ancora insidiata da vicino da tribù di Galli Boi che non avevano ratificato alcun accordo di pace coi romani, ragion per cui la costruzione in linea retta della via Emilia risultò decisiva anche per un più rapido spostamento delle truppe in caso di necessità. La via Emilia, lunga 262 km venne probabilmente costruita sopra ad un percorso già esistente.

Il ponte di Tiberio a Rimini percorso dalla via Emilia
Il ponte di Tiberio a Rimini

Resti della via Emilia rinvenuti a Reggio Emilia
Resti  rinvenuti a Reggio Emilia

 IL PERCORSO:

Il percorso della via Emilia iniziava proprio nell’esatto punto nel quale terminava un’altra importantissima via consolare: la via Flaminia che da Roma giungeva ad Ariminum, per terminare a Placentia dove poi intersecava l’altrettanto importante via Postumia, fatta costruire per volere del console Postumio Albino, che collegava i porti di Genova e Aquileia.

Da Rimini la via Emilia attraversava gli insediamenti più importanti costruiti dai romani, e in particolare: Acervolanum (Santarcangelo di Romagna), Sabinianum (Savignano sul Rubicone, luogo dove Giulio Cesare attraversò il celebre fiume dando inizio alla guerra civile contro Pompeo), Caesena (Cesena), Forum Popilii (Forlimpopoli), Forum Livi (Forlì), Faventia (Faenza), Forum Corneli (Imola), Savenae (S.Lazzaro di Savena), Bononia (Bologna), Ad Medias (Crespellano), Forum Gallorum (Castelfranco Emilia), Mutina (Modena), Regium Lepidi (Reggio Emilia), Tannetum (S.Ilario d’Enza), Parma, Fidentia (Fidenza), Florentia (Fiorenzuola d’Arda), Pons Nure (Ponte Nure) e Placentia (Piacenza).

Ancora oggi la via Emilia, rappresenta l’arteria principale dell’Emilia Romagna, un tracciato che per secoli, fino ai nostri giorni ha rappresentato un vero punto di riferimento per tutta una serie di infrastrutture sorte proprio accanto a quella che oggi è la statale numero 9. Quasi parallele alla via Emilia sono state infatti costruite la linea ferroviaria che mette in comunicazione Milano con Bologna, l’Autostrada del Sole, e l’Autostrada Adriatica. Tra le infrastrutture antiche più importanti attraversate dalla via Emilia vale la pena ricordare invece il ponte di Tiberio a Rimini, il ponte di Teodorico a Parma e il ponte romano di Fidenza.

LA VIA EMILIA, COSA RESTA OGGI:

A Rimini, il punto di partenza dell’importante via di comunicazione coincide con quello che forse è il vero simbolo della città: il ponte di Tiberio (anche se ufficialmente la via Emilia parte da sotto l’arco di Augusto, dove terminava la via Flaminia), una struttura massiccia che attraversa il fiume Marecchia, iniziata dall’Imperatore Augusto e terminata dal suo successore Tiberio, da cui appunto prende il nome. Anche a Forlì durante i lavori per la costruzione della circonvallazione cittadina sono stati rinvenuti importanti resti dell’antica via Emilia.

A Bologna durante alcune operazioni avvenute sui fondali del fiume Reno, è stata rinvenuta un’importante pietra miliare sulla quale sono registrati gli interventi di ristrutturazione della via Emilia da Rimini fino al fiume Trebbia,  da parte di Augusto nel 2 d.C.. Sempre lungo il fiume Reno sono poi stati ritrovati i resti di un ponte romano dotato di parapetti su entrambi i lati e crollato probabilmente nel IX secolo.

A Savignano sul Rubicone è giunto fino a noi il ponte romano sul quale transitava l’antica via Emilia. Costruito da Augusto, la struttura è comunque postuma al celebre attraversamento da parte delle truppe di Giulio Cesare.

Esistono altri ponti romani sulla via Emilia, in particolare a Parma e a Fidenza, nel primo caso quel che rimane del ponte di Teodorico è visibile nel sottopasso di via Mazzini, mentre nel secondo i resti sono più frammentari e sono visibili in piazza Grandi.

La costruzione della Via Emilia segnò in pratica l’inizio della romanizzazione dell’intera pianura padana, la grande fertilità della regione ne fece in poco tempo la zona più popolosa e più rilevante dal punto di vista economico, di tutta la penisola italica, mettendo in secondo piano Roma e l’Italia centrale. A conferma di tutto ciò, durante il secondo triumvirato tutta quell’area che fino a quel momento era chiamata Gallia Cisalpina, venne formalmente abolita e incorporata a tutti gli effetti alla provincia d’Italia.

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