Le Rotte navali romane

Le rotte navali romane iniziarono fin dai primi tempi della fondazione della città, quando il Tevere veniva utilizzato  per i commerci, fra la città e le coste laziali, e in seguito in tutto il Mediterraneo. D’altronde la navigazione era il metodo più comodo per viaggiare, via terra, le strade erano per lo più delle mulattiere di epoca etrusca,  scarse e scomode da percorrere, nemmeno lontanamente paragonabili alla rete viaria creata nei secoli successivi. I porti che le rotte navali romane sfruttavano, erano di diverso tipo,  e si dividevano in Porti principali, e di “rottura” del carico. I primi erano deputati allo sbarco e all’imbarco di merci e al compimento di funzioni doganali e amministrative, mentre gli altri venivano usati per lo sbarco e la riassociazione di merci in nuovi carichi. Vi erano poi approdi secondari, funzionali ad un particolare territorio, e i cosiddetti imbarcaderi, associati ad aree produttive particolarmente fiorenti.

Le rotte navali romane
Le rotte navali romane

I romani sfruttarono la navigazione fin dai suoi primi anni dopo la fondazione, ma una prima significativa svolta avvenne sotto il regno del Re, Anco Marzio. Ad egli infatti viene attribuita la fondazione della prima colonia romana di Ostia, eretta a sedici miglia dalla città, nei pressi della foce del Tevere, cosa che permise un grandissimo impulso allo sviluppo dell’Urbe, che finalmente ottenne uno sbocco sul mare. Anco Marzio fece costruire il primo porto sul Tevere, sulla cui banchina meridionale fece erigere il tempio di Portunno, Dio dei porti, ancora oggi visibile, non che il primo ponte, che andò a sostituire il precedente guado sul fiume: il celebre ponte Sublicio. Con la naturale espansione marittima, Roma ora si apriva a tutto il Mediterraneo, entrando in un periodo di prosperità senza precedenti, ma come è ovvio, le nuove e preziose rotte commerciali, andavano protette dai nemici che naturalmente le volevano insidiare. Inizialmente si faceva affidamento sugli Etruschi, abilissimi navigatori, e all’occorrenza anche ottimi combattenti, ma quando gli interessi di Roma, si scontrarono con quelli di Cartagine, regina incontrastata di tutto il Mediterraneo, si capì immediatamente che serviva un deciso salto di qualità per poterla contrastare. Proprio in occasione della prima guerra punica, i romani, con grandi spese di denaro e il sacrifcio di migliaia di uomini, riuscirono ad allestire una grande flotta navale, in grado di sconfiggere quella nemica, acquisendo così l’egemonia sul Mediterraneo, dal basso Adriatico, fino alle coste spagnole, andando ad incrementare i traffici mercantili fino a tutto il mondo allora conosciuto.

Le rotte navali romane,  si navigava anche per combattere:

Allo scoppio della prima guerra punica, i romani si trovarono di fronte ad un grande limite, fino a quel momento infatti, si erano preoccupati di difendersi ed attaccare i nemici sulla terra ferma, ma non avevano ancora valutato la creazione di una flotta propria, trovandosi in questo campo del tutto impreparati. Le prime imbarcazioni militari costruite erano lente, molto pesanti e diffcili da manovrare, al contrario della fantastica flotta cartaginese, costituita da marinai espertissimi. I romani erano però famosi per essere davvero scaltri, e se c’era una cosa che sapevano fare bene, era copiare, così prendendo spunto da alcune navi nemiche catturate, capirono gli errori commessi in fase di costruzione, e allestirono una nuova e molto più potente flotta. Inoltre per compensare la mancanza di esperienza nel combattimento in mare, inventarono nuove tecniche di abbordaggio che permettevano poi ai soldati di utilizzare le tattiche di combattimento terrestri nelle quali eccellevano. Uno degli strumenti di maggior successo fu il Corvo, che permetteva di agganciare le imbarcazioni puniche in modo che i romani potessero assaltarle come se fossero sulla terra ferma, la supremazia di Roma era cosa fatta, anche perchè i costruttori non si fermarono a quei modelli di nave, ma forti di questa esperienza, ne progettarono di nuove ancora più efficenti e manovrabili, al termine delle guerre puniche, nel 146 a.C, la flotta dell’Urbe contava di una potenza senza eguali, stanziandone i suoi quartieri generali a Miseno, nei pressi dell’odierna Castellammare di Stabia. Anche nei decenni seguenti le imbarcazioni romane fecero sfoggio della loro grande forza, Gneo Pompeo sbaragliò la pirateria, e ancora fu proprio una battaglia navale a porre fine alle sanguinose guerre civili, e che vide come grande trionfatore, Ottaviano Augusto, ad Azio nel 31 a.C.. Conquistata l’egemonia marittima, la flotta perse gradualmente la sua funzione militare, che comunque rimaneva, specialmente nei territori di confine, a beneficio di un’opera di pattugliamento per tutelare i commerci e i trasporti.

Le rotte navali romane
Le rotte navali romane

Le rotte navali romane,  quanto tempo occorreva per la navigazione?

Le tempistiche qui riportate tengono conto di un viaggio compiuto con un mezzo civile, e le relative soste:

Dal porto di Ostia a Tarso, nel sud della Turchia:  per coprire i quasi 3000 km, che separavano questi due luoghi occorrevano circa 20 giorni di navigazione, con tappe intermedie a Palinuro, Messina, e altre località greche.

Da Ostia a Londinium (Londra): Senza dubbio uno dei viaggi più lunghi che si potevano intraprendere per mare, più di 5000 km che si riuscivano a coprire in circa 40 giorni di navigazione, con tappe intermedie a Cagliari, Cadice e Lisbona.

Da Ostia a Costantinopoli: per coprire i 2.800 km che separvano i due centri occorrevano 24 giorni, con tappe intermedie a  Reggio Calabria, Delo ed Efeso.

Da Ostia a Gades (Cadice):  in questo caso il viaggio era piuttosto agevole e in un paio di settimane si poteva raggiungere il sud della penisola iberica, con una sola sosta nel porto di Cagliari.

Da Ostia ad Alessandria d’Egitto: Per navigare i circa 2.300 km di distanza, si impiegavano 14 giorni.

Da Ostia a Tarraco: Per arrivare a Tarragona, in Spagna, occorreva circa una settimana di navigazione.

Ma quanto occorreva da Ostia per arrivare a Cartagine?, Pochissimo! era uno dei viaggi via mare più corti, in soli 4 giorni, senza tappe intermedie era possibile giungere sulle coste africane.

Le rotte navali romane, come si presentava l'antico porto del Miseno
Le rotte navali romane, come si presentava l’antico porto del Miseno

Le rotte navali romane,  e la via della seta:

Questa preziosa rotta commerciale prese piede in epoca imperiale. I romani non avevano idea di dove venisse prodotto questo ricercato tessuto di cui erano grandissimi consumatori, ma verosimilmente, ebbero i primi abboccamenti con i mercati d’oriente, ben prima del primo contatto ufficiale con gli ambasciatori cinesi nel 166 d.C.. Secondo la tradizione infatti, negli anni seguenti la catastrofica disfatta subita da Crasso, a Carrae nel 53 a.C., i legionari superstiti riuscirono a fuggire verso l’estremo oriente, entrando a diretto contatto con l’esercito cinese, dove, sembra, servissero come mercenari. Solo in epoca tardo imperiale, quando ormai la parte occidentale era preda delle invasioni barbariche, e Costantinopoli, assunse un ruolo centrale in luogo di Roma, la via della seta si sviluppò prepotentemente. Il ricco oriente infatti non aveva più alcun interesse a commerciare con un Europa ormai impoverita, viceversa era molto attratto dalle grandi ricchezze che provenivano da est, stringendo profondi legami commerciali con la Cina, la maggior produttrice di seta del mondo. Non era però tutto rose e fiori, fra le due potenze vi era l’ostile impero Sasanide, da sempre oltre modo aggressivo verso i romani e ancora desideroso di contrastarne i traffici commerciali. Per ovviare al pericolo, l’allora imperatore d’oriente: Giustiniano, riuscì ad aprire una rotta alternativa, che passava dalla Crimea, e tramite al Mar Rosso, fino all’Oceano Indiano. Tuttavia anche questa via alternativa presentava diverse difficoltà da superare, almeno fino al 552 d.C., quando due monaci cinesi si recarono in visita a Costantinopoli, svelando il segreto della produzione della seta all’imperatore in persona, da li a poco, anche l’impero d’oriente iniziò la produzione della preziosa risorsa, e importanti e fiorenti mercati nacquero a Beirut, in Libano, e nella stessa Costantinopoli.

Credits to:

https://www.romanoimpero.com/2018/12/le-rotte-romane-nel-mondo.html

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