L’eroica morte di Catilina

L’eroica morte di Catilina avvenne nell’ambito della battaglia che si svolse nei pressi di Pistoia nel 62 a.C., episodio conclusivo della famosa congiura che prese da lui il nome. Catilina, nato nel 108 a.C., e discendente da una famiglia nobile e antica, per due volte tentò in tutti i modi di essere eletto console tra le fila dei populares, incontrando però l’astio nei suoi confronti degli optimates, che favoriti anche dai tranelli di Cicerone, riuscirono ad impedirne l’elezione.

Lucio Sergio Catilina
Lucio Sergio Catilina

L’EROICA MORTE DI CATILINA, SVOLGIMENTO DEI FATTI:

Stanco dei complotti che impedivano la sua elezione, Catilina, nel 63 a.C., decise di organizzare una congiura che mirava ad un vero colpo di stato, che gli avrebbe  così permesso di fare piazza pulita di tutti coloro che lo osteggiavano continuamente. I suoi piani, sfortunatamente per lui, vennero smascherati da Cicerone, console in carica in quell’anno, molti dei suoi seguaci vennero così imprigionati e condannati alla pena capitale. Catilina riuscì tuttavia a fuggire da Roma per dirigersi verso l’Etruria, dove il suo luogotenente, Caio Manlio, aveva appena terminato di arruolare e organizzare un esercito di ribelli. Nei pressi di Fiesole, Lucio Sergio Catilina si mise a capo dei rivoltosi, con l’intento di ampliare le sue fila e di marciare in un secondo momento verso la Capitale. In pochissimo tempo l’organico a sua disposizione si completò e si compose di due legioni effettive, anche se va detto che solo un quarto dei suoi soldati a disposizione poteva contare su di un regolare armamento, mentre il resto disponeva di armi approssimative e di equipaggiamenti discutibili. Nonostante ciò, e nonostante avesse una grande necessità di arruolare nuovi soldati, Catilina rifiutò sempre i numerosi schiavi fuggiaschi che continuavano a presentarsi al suo cospetto, chiedendogli di combattere, perchè non desiderava che la sua causa, portata avanti da cittadini romani,  fosse confusa con una scadente rivolta  schiavile. In quell’anno fino alla prima metà di dicembre, l’esercito ribelle si mantenne in posizioni montagnose e di difficile accesso, spostandosi a volte attraverso la stessa Etruria, a volte verso la Gallia, nel tentativo di attirare attenzione verso la causa per incrementare gli effettivi, ed essere quindi più pronto allo scontro con le legioni di Roma che certamente da li a poco sarebbero sopraggiunte.

L’EROICA MORTE DI CATILINA, MOSSE DEI CONSOLI ROMANI:

A Catilina giunse la triste notizia che a Roma tutti i suoi seguaci e aiutanti, erano stati tutti arrestati e condannati a morte, non potendo perciò più contare su alcun aiuto, decise di spostarsi attraverso i territori del pistoiese, con l’intenzione di ripiegare verso la Gallia Transalpina. Nello stesso momento Catilina ricevette anche la notizia che le legioni guidate dal console Antonio Ibrida, erano in marcia verso di lui, il che lo convinse ad intraprendere per spostarsi, sentieri poco battuti. Sfortunatamente per lui, il pretore Quinto Metello Celere, aveva intuito i suoi piani, e al comando delle tre legioni che si trovavano nel Piceno, appena saputo dei primi spostamenti di Catilina, appostò il suo esercito ai piedi degli Appennini, dove la valle del Reno sbocca in direzione di Bologna, nel tentativo di sbarrare la strada  ai ribelli, per quella via che avrebbero forzatamente usato per scendere dai crinali, e che oggi corrisponde più o meno al tragitto della ferrovia Porrettana. Saputo che la via a nord era praticamente sbarrata dagli uomini di Metello, che Catilina sapeva essere anche un valente generale, i ribelli preferirono tornare sui loro passi per scontrarsi con le legioni del ben più inetto console, Antonio Ibrida, che nel frattempo, favorito dai territori pianeggianti e dalle tappe forzate a cui aveva costretto i suoi legionari, si trovava già nelle vicinanze.

Pistoia, Torre delle mura detta di Catilina poiché secondo la leggenda il corpo del romano è sepolto nelle vicinanze
L’eroica morte di Catilina, Pistoia, Torre delle mura detta di Catilina poiché secondo la leggenda il corpo del romano è sepolto nelle vicinanze

L’EROICA MORTE DI CATILINA, BATTAGLIA DI PISTOIA:

La battaglia di Pistoia si tenne presumibilmente il 5 di gennaio del 62 a.C., sul terreno che ospitò lo scontro, certamente sui rilievi attorno alla città toscana, sono state fatte diverse ipotesi, ma la più attendibile, lo collocano all’altezza dell’odierno paese di Campo Tizzoro, sulla strada che va dal capoluogo toscano al passo dell’Abetone. La scelta di un luogo così angusto e protetto su tre lati dai torrenti Reno, Maresca e dalla conformazione dei monti circostanti, fu decisa dallo stesso Catilina per far si che il suo esercito in forte inferiorità numerica, non corresse il rischio di essere accerchiato dalle più numerose e forti legioni del console Ibrida. All’alba i veterani guidati dal legato Marco Petreio, a cui Antonio Ibrida aveva affidato il comando a causa di un problema di salute, fecero suonare le trombe e partirono all’attacco, dopo il primo lancio dei giavellotti i soldati vennero al corpo a corpo e lo scontro fu fin dall’inizio violentissimo. Lo stesso Catilina, con alcuni uomini armati alla leggera si portò nelle primissime file per combattere e per soccorrere quanti si trovavano in difficoltà, dimostrandosi al tempo stesso un ottimo soldato e un validissimo comandante. Marco Petreio vedendo in Catilina un insospettato valore, mandò all’attacco del centro dello schieramento ribelle, la coorte pretoria, che costituiva una vera èlite del suo esercito, a questo ennesimo e duro impatto l’esercito ribelle cedette di schianto, seguito poco tempo dopo dalle ali dello schieramento, tra i primi a cadere con le armi in pugno ci fu il luogotenente di Catilina, Caio Manlio. Catilina vide il suo esercito sgretolarsi e rimasto a capo di un pugno di uomini, rifiutò di arrendersi e dimostrando un coraggio degno della sua stirpe, prese con se le sue armi e si gettò a capofitto dove la battaglia era più cruenta, morendo eroicamente. Così Sallustio ci racconta l’epilogo dei fatti:

Terminata la battaglia, solo allora si poté constatare quanta audacia e quanta forza d’animo ci fossero state nell’esercito di Catilina. Infatti ciascuno da morto copriva il posto di combattimento che aveva occupato da vivo. Soltanto alcuni del centro, quelli che la coorte pretoria aveva sgominati, giacevano poco lontano, ma tutti colpiti nel petto. Catilina fu trovato lontano dai suoi, tra i cadaveri dei nemici, respirava ancora un poco recando impressa nel volto l’indomita fierezza d’animo che aveva avuto da vivo. Di tutto l’esercito non fu catturato nessun uomo libero, né in battaglia, né in fuga: nessuno aveva tenuto in conto la propria vita più che quella del nemico. Né peraltro l’esercito del popolo romano riportò una vittoria senza lacrime e senza sangue: i più valorosi erano morti nel combattimento o ne erano tornati gravemente feriti. Molti, usciti dal campo per guardare o per spogliare i morti, nel voltare i cadaveri dei nemici riconoscevano chi un amico, chi un ospite, chi un parente; vi fu anche chi riconobbe avversari personali. Così variamente si aggiravano su tutto l’esercito gioia e mestizia, esultanza e dolore” . 

Il ritrovamento del corpo di Catilina dopo la battaglia di Pistoia”, di Alcide Segoni, 1871, Galleria dell’Arte, Firenze
Il ritrovamento del corpo di Catilina dopo la battaglia di Pistoia”, di Alcide Segoni, 1871, Galleria dell’Arte, Firenze

 EVENTI SUCCESSIVI:

Rintracciato il corpo di Catilina, il console Antonio Ibrida ne fece tagliare la testa per spedirla a Roma, per dimostrare che il traditore a capo dei rivoltosi era stato sgominato.  In seguitola condanna a morte dei congiurati costò cara a Cicerone, perché ottenuta in dispregio delle leggi che garantivano al cittadino romano la provocatio, ovvero la possibilità di appellarsi al popolo, in caso di condanna a morte. Quando nel 58 a.C. il tribuno Publio Clodio fece approvare una legge che puniva con l’esilio i magistrati che avessero condannato a morte dei cittadini romani senza concedere l’appello al popolo, Cicerone fu costretto, tra le lacrime, all’esilio, e la sua casa a Roma fu rasa al suolo.

Credits to:

Battaglia di Pistoia (5 gennaio 62 a.C.)

 

https://tuttatoscana.net/storia-e-microstoria-2/la-battaglia-di-pistoia/

 

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