L’Hibernia e Roma

L’Hibernia (o l’Irlanda come la chiamiamo noi oggi) e Roma ebbero  continui rapporti commerciali, almeno fino al completo ritiro degli ultimi legionari dalla Britannia, avvenuto nel 410 d.C., circa. Roma non annesse mai l’Hibernia all’interno del suo Impero, ma la sua influenza su quest’isola fu davvero notevole, anche se le testimonianze a tal proposito sono scarse e frammentarie. Queste relazioni fra L’Hibernia e Roma furono essenzialmente di carattere commerciale, religioso e militare.

L’Hibernia e Roma, caratteristiche:

La principale caratteristica dell’interazione fra l’Hibernia e Roma fu senza dubbio di stampo commerciale, come sostengono alcuni storici, infatti, i primi contatti si ebbero durante lo sbarco dei romani in Britannia, ai tempi del regno dell’Imperatore Claudio (41-54 d.C.), le rotte commerciali che partivano dal Mediterraneo che già coinvolgevano la Britannia, finirono per interessare anche i porti dell’Hibernia. Lo stesso scrittore romano Tacito nel suo “vita di Agricola”, scrive riguardo all’Irlanda di come i suoi approdi finirono per essere meglio conosciuti grazie al commercio dei mercanti, in seguito, anche il geografo e astronomo greco, Tolomeo, riferisce di alcune coordinate corrispondenti ad alcune località costiere dell’Irlanda, citando addirittura le tribù che le abitavano, dimostrando ancora una volta di come le rotte commerciali lo avessero aiutato a sviluppare la sua mappa. Altri studiosi di epoca più moderna sostengono di come l’Hibernia fra il II e III sec. d.C., finì per essere in gran parte spopolata, grazie alla tratta di schiavi che dall’isola venivano portati in Britannia per utilizzarli nei lavori  agricoli, per i quali essi  erano più avvezzi. Vi è inoltre da annotare di come nella zona di Damastown, vero importante snodo commerciale dell’Hibernia, e in altre zone dell’Irlanda centrale, siano stati ritrovati numerosi manufatti, in particolare monete e gioielli, di fattura romana.

Una seconda caratteristica che legava L’Hibernia e Roma fu senza dubbio di natura religiosa, la rapida ascesa del cristianesimo sull’isola, già  a partire dal II secolo d.C., presuppone l’esistenza di una solida comunità cristiana già in tempi più remoti, inoltre il fatto che le persone più abbienti dell’Hibernia, fossero molto colte ed erano solite seguire abitudini tipicamente romane, tanto da imitarne persino gli indumenti, dimostra quanto strette potessero essere le relazioni fra l’Hibernia e Roma.

La terza caratteristica che unisce L’Hibernia a Roma, si può considerare di natura storico-militare. E’ ancora oggi oggetto di molte discussioni fra gli storici moderni, di come molto probabilmente, anche a seguito di alcuni ritrovamenti archeologici nei pressi di Drumanargh, un contingente armato con fini esplorativi sia effettivamente sbarcato sull’isola per ordine di Giulio Agricola, uno dei principali artefici della conquista britannica.

L'Hibernia e Roma, la mappa di Tolomeo
L’Hibernia e Roma, la mappa di Tolomeo

L’Hibernia e Roma, possibili esplorazioni romane:

Intorno al promontorio fortificato di Drumanargh, la cui radice del nome stesso “ruman”, suggerisce chiaramente un riferimento agli antichi romani, sono nate nel corso degli anni teorie che vedono la sicura presenza romana in Hibernia già verso la fine del I secolo d.C.. Altri storici moderni sostengono di come i resti di un possibile forte romano nei pressi di Dublino, possa essere stato utilizzato dai soldati di Agricola nell’82 d.C.. Alcuni importanti riferimenti li possiamo ritrovare negli scritti di Tacito nel suo “Vita di Agricola”,  che tra l’altro era anche suo suocero. In questi scritti, Tacito ci racconta di come Agricola, ai tempi del suo governatorato in Britannia (78-84 d.C.), avesse accolto un principe irlandese in esilio, probabilmente un certo Techtmar, facendo balenare in lui l’ipotesi di una conquista di quell’isola, che comunque non avvenne mai. Su questo evento alcuni studiosi valutano che Agricola avesse potuto vedere in questo Techtmar un forte alleato in grado di aiutare i romani a fermare le scorribande di alcune tribù irlandesi in Britannia. Un altro scrittore del II sec. d.C., Giovenale, famoso per la sua satira, ma che probabilmente servì sotto Agricola in Britannia, ci racconta di come :”le armi furono portate oltre le coste irlandesi“, ma è sempre Tacito che su altri fatti ci offre i maggiori dettagli.  Lo scrittore romano ci informa che nell’82 d.C., Giulio Agricola attraversò il mare, sconfiggendo poi alcune popolazioni con cui i romani non erano mai entrate in contatto, alcuni studiosi teorizzano che anzichè al mare, Tacito si riferisse ai fiumi scozzesi Forth e Clyde, ma lo scrittore romano subito dopo continua a parlare dell’Irlanda e di come alcune tribù fossero molto simili a quelle britanniche, aggiungendo anche di come il suocero, Agricola, di tanto in tanto, sostenesse di come quell’isola potesse essere facilmente conquistata con la forza di una sola legione. C’è quindi chi pensa, dando credito agli scritti di Tacito, che i romani avessero effettivamente intrapreso una qualche forma di spedizione punitiva nei confronti di qualche tribù irlandese. Non è tutto, alcuni studiosi britannici sostengono l’ipotesi di una seconda spedizione romana in Hibernia nel 225 d.C., ad opera del governatore “Maximus”, questa spedizione iniziò con l’invasione del Leinster, la regione che comprende il promontorio di Drumanagh, sopra riportato, e di come quell’invasione avesse portato alla creazione della celebre Rocca di Cashel, conosciuta anche come Rocca di S.Patrizio.

L'Hibernia e Roma, il promontorio di Drumanagh
L’Hibernia e Roma, il promontorio di Drumanagh

L’Hibernia e Roma, evidenze romane:

Le prove dell’influenza e della presenza romana in Irlanda sono piuttosto scarse ma lasciano dietro di se un quadro piuttosto preciso.

Nel sud-est dell’Irlanda e sull’isola di Lambay, di fronte alle coste di Dublino, si possono trovare numerose sepolture in stile e con chiari ornamenti di stampo romano, molto spesso associate a manufatti e monete che dimostravano l’intenso commercio fra l’Isola e l’Impero romano.

In molte località irlandesi sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, particolarmente monete e gioelli, il complesso religioso-militare di Tara, nei pressi di Dublino, la Rocca di Cashel, il cui nome “Cashel” deriverebbe dal latino “Castrum”, il forte di Clogher, sedi dei rispettivi regni in epoca medievale, vantano tutte e tre tradizioni che si rifanno alla Britannia romana.

Il promontorio fortificato di Drumanagh, situato ad una ventina di chilometri da Dublino, è considerato da molti storici un forte romano a tutti gli effetti, nelle sue vicinanze sono state ritrovate numerose monete raffiguranti vari Imperatori come Tito, Traiano e Adriano, più molti altri manufatti che suggeriscono una chiara partecipazione romana almeno dal 79 al 138 d.C..

Secondo alcune teorie le tribù irlandesi degli “Attacotti”, servirono come “Foederati” l’Impero romano, combattendo come ausiliari in Britannia e in Gallia dopo il 350 d.C..

Il cristianesimo, importato in Irlanda dalle rotte commerciali del Mediterraneo, era già presente nel sud dell’Isola, quando S. Patrizio e S. Palladio, iniziarono le prime missioni per consolidarlo. Una delle prime chiese fondata in Irlanda da S. Palladio intorno al 420 d.C., veniva chiamata “Casa dei Romani”.

Per concludere possiamo affermare, che anche senza la presenza materiale di strade o  fondamenta di edifici costruiti dai romani, la loro presenza e la loro influenza sull’isola fu di grande rilievo, i numerosi ritrovamenti certificano infatti l’esistenza di un attivissimo commercio, radicando sempre più nella convinzione di molti storici di come la presenza di legionari sull’isola ai tempi di Agricola, sia molto di più che una semplice ipotesi.

Si ringrazia per le foto:

https://www.quora.com/Why-did-the-Romans-never-invade-Ireland

https://it.wikipedia.org/wiki/Hibernia_e_impero_romano

https://www.independent.ie/regionals/fingalindependent/news/plans-to-conserve-drumanagh-unveiled-36489798.html

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