Lucio Cornelio Silla

Di Lucio Cornelio Silla, lo scrittore romano Sallustio scrisse:

“Ebbe un ingegno il più profondamente simulatore che immaginare si possa, fu il più fortunato degli uomini ma la sua attività non fu mai inferiore alla fortuna”.

Lucio Cornelio Silla, nacque a Roma nel 138 a.C.,  da un ramo povero della celebre famiglia dei Cornelii, e ancora oggi non è certo con quali mezzi abbia potuto intraprendere la carriera politica, anche se alcune teorie affidano il merito ad una eredità lasciatagli da un’anziana signora che si prese cura di lui fin quasi ai 30 anni di età. Lucio Cornelio Silla fu una persona abile e astuta,  soprattutto molto intelligente, ma allo stesso tempo era totalmente privo di scrupoli, il che lo portava spesso a tradire amicizie o ad eliminare in modo crudele, anche solo per sospetto,  chiunque potesse ostacolarlo. Le sue doti militari di grande condottiero erano indiscutibili, allo stesso modo in cui ricorse in varie occasioni alla corruzione per ottenere ciò che voleva, e il suo esercito lo seguiva volentieri, non tanto per stima o fedeltà nei suo confronti, quanto per le laute ricompense che Silla era solito concedere loro, mantenendo sempre  le promesse fatte.

Lucio Cornelio Silla, ipotetica ricostruzione del volto
Lucio Cornelio Silla, ipotetica ricostruzione del volto

LA CARRIERA E IL CONSOLATO DI LUCIO CORNELIO SILLA:

Lucio Cornelio Silla ottenne nel 107 a.C., la questura, avendo egli sposato la sorella minore di Gaio Mario, suo futuro grande avversario politico, e in quel frangente impegnato nelle logoranti guerre in Africa contro Giugurta, Re di Numidia. La guerra si concluse l’anno successivo con la vittoria di Gaio Mario, aiutato però in maniera decisiva dallo stesso Silla, suo prezioso legato, che grazie alle sue capacità oratorie, riuscì a convincere la famiglia del Re numidico a tradirlo e consegnarglielo. Silla giunse così dinnanzi a Mario con il Re nemico in catene, cosa che gli procurò grandissimi onori, ma anche una forte gelosia da parte di Mario. Ciò nonostante Silla continuò a servire Mario anche negli anni successivi (104-103 a.C.) in occasione delle campagne militari contro le tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni. Egli dimostrò ancora una volta il suo talento in ambito militare, distinguendosi per aiutare il console rivale di Mario, Quinto Lutazio Catulo, a sconfiggere i Cimbri nella battaglia dei Campi Raudii, nei dintorni di Vercelli nel 101 a.C..  Tornato a Roma, Silla ottenne la pretura nel 94 a.C., non senza l’accusa, probabilmente fondata, di aver pagato a caro prezzo i voti necessari, d’altra parte la corruzione in tempi di elezioni era una pratica  ampiamente diffusa nella Roma antica. L’anno successivo a Silla venne affidato il governatorato della Cilicia, nell’odierna Turchia.

Nel 92 a.C. Silla fece ritorno a Roma per schierarsi al fianco degli aristocratici che si opponevano a Gaio Mario, la guerra sociale divampava ormai da diversi anni fra gli Optimates e i populares e questi ultimi avevano sostenuto Mario a tal punto da ottenere il consolato per ben cinque anni conscutivi. Anche in questo caso Lucio Cornelio Silla si rivelò un perfetto stratega, mettendo in secondo piano le azioni del console Strabone e dello stesso Gaio Mario,  nel soffocare la ribellione delle popolazioni italiche alleate di Roma. Celebre fu la presa di Aeclanum (odierna Mirabella Eclano in provincia di Avellino), ottenuta incendiando le recinzioni di legno che circondavano la città. Nell’88 a.C., Silla ottenne così il consolato affiancato a Pompeo Rufo.

LA RIVALITA’ CON MARIO:

A complicare la situazione si aggiunse il Re del Ponto, Mitridate, che prese ad insidiare sempre più frequentemente i territori che già da qualche tempo erano sotto l’influenza romana. Il dissidio scoppiò immediatamente fra Equites e Senato, con i primi più favorevoli ad una soluzione militare e Gaio Mario insieme a loro, mentre l’aristocrazia era più propensa a prendere tempo preferendo una soluzione diplomatica. La situazione precipitò nel momento in cui Mitridate fece trucidare tutti i mercanti italici stabiliti nel Ponto, a quel punto il Senato affidò a Silla il compito di riportare l’ordine nella regione. A Roma nel frattempo andava consolidandosi l’alleanza fra gli Equites e i populares, a capo della quale venne posto Gaio Mario a cui si voleva affidare il compito delle operazioni nel Ponto in luogo di Silla, proprio questa spaccatura causerà lo scoppio della guerra civile pochi anni dopo. Nonostante fosse già in età avanzata, Mario ottenne per la settima volta il consolato nell’86 a.C., e convinse il tribuno della plebe, Sulpicio Rufo, a convocare una seduta del Senato per revocare a Silla il comando delle operazioni in Asia. Appresa la notizia, Silla, che nel frattempo era in attesa di imbarcarsi per la Grecia, scelse le sei legioni migliori e a lui più fedeli per marciare su Roma, violando, una volta giunto in città, il confine del sacro pomerio con l’esercito. Molti dei suoi generali riluttanti per il sacrilegio compiuto vennero costretti da Silla con la forza a procedere con le operazioni. Mario e i suoi seguaci fuggirono in Africa, e Silla una volta giunto in Senato, si dichiarò vittima di una congiura nei suoi confronti, dopo di che, prima di ripartire verso l’Asia, abrogò ogni legge promulgata contro di lui, e lasciò a guardia della città due suoi luogotenenti: Cinna e Ottavio. Cinna molto più vicino alle posizioni dei populares prese presto le distanze dal collega Ottavio, e si affiancò a Gaio Mario, una volta che quest’ultimo fece ritorno in Italia, iniziando ad eliminare fisicamente un gran numero di sostenitori di Silla. Nell’86 a.C., l’anziano Mario morì, mentre Cinna venne eletto console negli anni successivi. Dopo tre anni di battaglie Silla ebbe ragione di Mitridate, obbligandolo a rinunciare ad ogni mira espansionistica, e una volta appresa la notizia della morte di Mario, non si attardò oltre e nell’83 a.C., sbarcò a Brindisi, sbaragliando le forze dei populares di Cinna nei pressi di Porta Collina, ma l’omicidio dello stesso Cinna, assassinato dai suoi stessi soldati, scombinò ulteriormente la già instabile situazione.

Lucio Cornelio Silla tentò una mediazione con la fazione avversa, ma la svolta intransigente presa dai populares dopo l’assassinio di Cinna vanificò ogni sforzo, dando vita ad una nuova guerra civile, più sanguinosa della precedente, che in quest’occasione coinvolgeva anche altre popolazioni italiche. Il tutto venne stroncato da una nuova entrata in città di Silla, e dalle pesantissime e crudeli rappresaglie che mise in atto nei confronti dei suoi avversari e delle loro famiglie, allo stesso tempo un giovane Pompeo Magno, faceva piazza pulita degli ultimi sostenitori mariani in Sicilia e in Africa.

Lucio Cornelio Silla, le liste di proscrizione
Lucio Cornelio Silla, le liste di proscrizione

LUCIO CORNELIO SILLA, IL DITTATORE:

Nominato dittatore a tempo indeterminato nell’82 a.C., Silla convogliò su di se tutti i poteri. Questa investitura, ammessa solo per sei mesi e solo in situazioni di estremo pericolo per la città, contravveniva decisamente ad un principio fondamentale della Repubblica Romana, ovvero la sottrazione di ogni libertà, esattamente come avvenì all’epoca della monarchia. Silla instaurò un vero regno del terrore, ricompensando chiunque avesse eliminato un suo avversario, emanò le famigerate liste di proscrizione che portarono all’uccisione di oltre 2.600 Equites a lui da sempre ostili, ne confiscò i beni e li concesse a cifre ridicole ad alcuni dei suoi sostenitori. Anche un giovanissimo Giulio Cesare, che all’epoca aveva solo 16 anni, in quanto genero di Cinna fu costretto ad una fuga precipitosa, evitando la condanna solo per l’intercessione delle Vestali. Sembra che nell’occasione, Silla avesse risposto alle Vestali:

“Tenetevelo pure se volete, ma dentro questo ragazzo ci sono venti Marii”.

Ormai al sicuro da ogni oppositore, Silla, insieme a Quinto Cecilio Metello Pio, nell’80 a.C., ottenne il consolato, approfittandone per attuare una serie di riforme, e in particolare:

– ampliò la base senatoria, introducendo italici ed equestri, portando il loro numero da 300 a 600, naturalmente i 300 aggiunti erano tutti suoi sostenitori.

– diminuì in modo drastico il potere dei tribuni, ai quali venne tolto il diritto di veto, non che la possibilità di ottenere  altre cariche politiche.

– aumentò il numero dei pretori, assicurandosi una migliore distribuzione delle cariche.

– separò il potere civile da quello militare.

– la nomina a senatore avveniva ora al raggiungimento della questura, mentre prima era affidata ai censori.

– veniva fissato un limite minimo di età per le magistrature, come ad esempio 30 anni per i questori, o 40 per la pretura.

– stabilì la confisca di molti terreni, in particolare in Campania, da affidare ai veterani del suo esercito.

– grazie ad un’alleanza fra dirigenti romani e dirigenti locali, garantì ad una buona parte di municipi romani, il rispetto di alcuni diritti precedentemente concordati.

LA MORTE:

Grazie alla tirannia da lui messa in atto, Silla si guadagnò in poco tempo sia l’antipatia del popolo che quella del Senato, ma un altro colpo di teatro era alle porte. Stupendo tutti, nel 79 a.C., Silla dichiarò di sottrarsi dal consolato per ritirarsi a vita privata. Si narra che nella sua abitazione avesse l’abitudine di circondarsi da un’allegra brigata formata da attori, prostitute e ballerini, in particolare un certo Metrobio, conosciuto in gioventù pare che fosse un suo fervido amante, come da lui stesso ammesso nel suo ultimo discorso al Senato. Silla morì, forse di cancro nel 78 a.C., nella sua villa di Cuma. Nell’epitaffio funebre da lui stesso dettato fu scritto:

“Nessun amico mi ha reso servigio, nessun nemico mi ha recato offesa, che io non abbia ripagato in pieno”.

Il suo funerale fu organizzato in modo sontuoso da Pompeo Magno.

credits to:

https://www.romanoimpero.com/2010/03/lucio-cornelio-silla.html

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