Relazioni fra Roma e l’Impero dei Parti

Le relazioni fra Roma e l’Impero dei Parti si svilupparono in gran parte durante il periodo Imperiale romano, ma va detto che i primi contatti fra le due potenze si ebbero già in epoca repubblicana a partire dal 96 a.C.. Nel 69 a.C., ci fu il primo vero scontro fra le due super potenze dell’antichità, uno scontro che da quel momento si sarebbe protratto sia in campo militare che diplomatico fino al III secolo d.C., e poi più avanti ancora, almeno fino al 628 d.C., quando l’Impero romano era diventato bizantino, mentre la Partia era passata sotto la dinastia Sasanide.

Massima estensione dell'Impero romano nel 117 d.C.
Massima estensione dell’Impero romano nel 117 d.C.

RELAZIONI FRA ROMA E L’IMPERO DEI PARTI, PERIODO REPUBBLICANO:

Il primo contatto uffciale fra le due grandi potenze del mondo antico si ebbe nel 96 a.C., quando Lucio Cornelio Silla, allora proconsole della Cilicia, ebbe un incontro con l’ambasciatore dei Parti, Orobazo. Plutarco riferisce che in questo incontro, anche grazie alla mediazione di un altro ambasciatore del Ponto, fu possibile stabilire un confine fra i confini della Repubblica romana e la Persia, concordando che il percorso del fiume Eufrate costituisse un tracciato ideale allo scopo. Il risultato raggiunto non venne salutato nel migliore dei modi a Roma, dove Silla venne fortemente criticato per essersi comportato in modo troppo sprezzante con uno stato tanto potente, ma peggio andò ad Orobazo che una volta giunto in patria venne giustiziato. Quasi un trentennio più tardi dalle parole si passo ai fatti, quando il generale Lucullo invase il regno d’Armenia nel 69 a.C., provocando tensioni diplomatiche e scontri militari al confine fra i due regni. Nei decenni successivi sia la Partia che Roma rimasero in ostaggio di sanguinose guerre civili, probabilmente a partire dalla disfatta del triumviro Crasso patita a Carre nel 53 a.C., dopo aver tentato l’invasione della Persia. Nel 42 a.C., quando Marco Antonio costituì una legione romana in Siria, l’ex luogotenente di Giulio Cesare in Gallia, Quinto Labieno, che precedentemente aveva già raggiunto l’oriente per appoggiare il cesaricida Cassio, unì le forze con il Re dei Parti Orode II. Il rinnegato romano con le forze orientali attaccò l’Asia Minore, ma le sue spedizioni vennero stoppate da Publio Ventidio Basso, luogotenente di Marco Antonio che grazie alle sue brillanti tattiche militari recuperò i territori perduti. Dopo qualche difficoltà diplomatica i romani sottomisero la nuova provincia conquistata ponendo sul trono Erode il Grande, in seguito Marco Antonio varcò l’Eufrate nel tentativo di ampliare le sue conquiste, ma fu trattenuto a Zeugma dalle difese partiche e alla fine si dovette accontentare dell’annessione dell’Armenia dopo averne deposto il Re.

RELAZIONI FRA ROMA E L’IMPERO DEI PARTI, PERIODO IMPERIALE:

Il primo Imperatore di Roma, Ottaviano Augusto detestava creare tensioni con i Parti, ma un particolare di non poco conto continuava a tormentarlo. Da diversi decenni infatti le insegne perdute da Crasso durante la sua disastrosa invasione, erano ancora in mano orientale, e andavano riconquistate ad ogni costo. Fatalità volle che nel 30 a.C., Fraate IV usurpò il trono di Tiridate II di Partia che fuggì in Siria sotto protezione romana, da dove organizzò una rapida controffensiva che purtroppo per lui fallì. L’occasione era ghiotta per i romani, e subito colsero l’occasione per offrire a Tiridate l’occasione di vivere in Siria come Re in esilio, in cambio però di un suo impegno nel favorire il ritorno in patria delle insegne perdute. Le trattative andarono a buon fine e seppur riluttante, il Re dei Parti, Fraate IV restituì gli stendardi romani ad un giovanissimo Tiberio, su di un isola lungo il fiume Eufrate. Nel mezzo secolo seguente fra i due imperi serpeggiò un’ostilità latente, mai apertamente mostrata, nella quale i romani tentarono di influenzare dall’esterno, per i propri fini la politica partica. Il sottilissimo equilibrio che si era venuto a creare si ruppe quando durante il principato di Nerone, il Re dei Parti, Vologese I, invase l’Armenia ponendovi sul trono il fratello, interrompendo di fatto l’influenza politica che i romani avevano su quel territorio. Lo scontro militare che ne seguì si concluse con il compromesso che vedeva il principe partico Tiridate I d’Armenia di regnare a condizione che lui e i suoi successori fossero incoronati dall’Imperatore romano in persona e governassero come suoi clienti. Durante il principato di Vespasiano i Parti tentarono un avvicinamento chiedendo di formare un’alleanza contro le temibili tribù Sarmate nel Caucaso, e offrirono persino rinforzi allo stesso Vespasiano contro l’Imperatore Vitellio ormai prossimo alla caduta.

Relazioni fra Roma e l'Impero dei Parti
Relazioni fra Roma e l’Impero dei Parti, massima estensione del regno Sasanide
RELAZIONI FRA ROMA E L’IMPERO DEI PARTI, TARDA ANTICHITA’:

Nel II secolo d.C., l’asticella del potere si spostò in favore dei romani, che con una serie ripetuta di invasioni della Mesopotamia, che portarono al saccheggio della capitale dei Parti, Ctesifonte, fecero ottenere ai romani una grande quantità di ricchezze, non solo materiali ma soprattutto territoriali, cosa che permise all’Impero romano di insinuarsi nelle politiche di quelle regioni, manipolando le numerose successioni dinastiche a proprio favore. Una svolta era però imminente, nel 216 d.C, l’Imperatore Caracalla presentò al Re dei Parti, Artabano V, la richiesta di sposarne la figlia per legare i destini dei due Imperi. Arrivati al dunque però Caracalla smascherò il tranello, massacrando tutto il partito diplomatico accorso per preparare il matrimonio, e tentando un’invasione della Partia che però non ebbe successo, scatenando anzi la reazione orientale che provocò gravissime perdite all’esercito di Roma. Nel 226 d.C., l’Impero dei Parti venne sostituito da quello Sasanide, una dinastia più stabile e organizzata che riportò l’equilibrio di potere in terra orientale. Le frequenti incursioni sasanidi durante tutto il III secolo d.C., avrebbero messo a durissima prova le difese romane, che tuttavia riuscirono faticosamente a mantenere le posizioni già acquisite, nessuna delle due parti riuscì ad ottenere una vittoria militare decisiva che ne poteva sancire la superiorità, continuando quelle oscillazioni fra guerre e diplomazia nell’arco degli anni successivi. Secondo alcune fonti il Re Sasanide, Sapore I, poco prima della sua morte sposò una delle figlie dell’Imperatore Aureliano con l’intenzione di romanizzare ulteriormente la città di Jundishapur, situata nella regione iraniana del Khuzestan, e già popolata in maggioranza da prigionieri di guerra romani. Nel V secolo d.C., ancora i romani fornirono un sussidio ai Sasanidi per costruire le difese di Derbent nella Russia meridionale, dove le incursioni delle tribù delle steppe orientali mettevano a rischio l’incolumità dei due Imperi.

2 Risposte a “Relazioni fra Roma e l’Impero dei Parti”

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    Mario Ierardi

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