Res Gestae Divi Augusti

Le Res Gestae Divi Augusti, letteralmente “gli atti del divino Augusto”, sono un resoconto, redatto dal primo Imperatore romano, prima della sua morte, riguardanti le opere e i principali atti politici da lui compiuti nell’arco della sua lunga vita. Il testo che ci è giunto tradotto in greco e latino è stato rinvenuto inciso sulle pareti del tempio del Divo Augusto e della Dea Roma ad Ancyra (odierna Ankara in Turchia).

Res Gestae Divi Augusti
Res Gestae Divi Augusti

Secondo le volontà dello stesso Imperatore, espresse nel rotolo contenente le sue imprese e da lui affidato alle vergini Vestali assieme al testamento, alle disposizioni per il suo funerale e ad un bilancio dello stato redatto un anno prima di morire, il testo delle Res Gestae doveva essere inciso su tavole in bronzo da porre davanti al suo Mausoleo. Oltre al testo rinvenuto ad Ankara si conoscono altre copie frammentarie provenienti dalla medesima provincia di Galazia, una, sempre in latino ad Antiochia, mentre un’altra copia, rinvenuta ad Apollonia (attuale villaggio di Uluborlu), è stata ritrovata tradotta in greco.  Dell’originario tempio dedicato ad Augusto e Roma di Ankara, si conservano oggi solo il pronao e le due pareti laterali, e proprio all’interno dello stesso pronao, sul lato sinistro, è inciso  il testo latino dell’iscrizione disposto simmetricamente in sei colonne di scrittura, per un’altezza di 2, 70 m e larghezza di 4 m. La traduzione greca si sviluppa invece all’esterno, lungo la parete laterale intatta, ordinata su 19 colonne, alte circa 1, 25 m. I ruderi del tempio misurano ancora ben 12 m di altezza e circa  32 m di lunghezza.  Lo stato di conservazione del testo, ormai ampiamente illeggibile, è da alcuni anni sotto la responsabilità dell’Università degli studi di Trieste, che con il “progetto Ancyra” si preoccupa della tutela del Tempio .

La data di composizione delle Res Gestae Divi Augusti ce la conferma lo stesso Augusto, quando afferma di essere nel settantaseiesimo anno, cioè nel 14 d.C., essendo nato nel 63 a.C. Il documento non fa alcun riferimento a nessun nemico e neppure a nessun membro della sua famiglia, se non ad eccezione dei successori designati, Agrippa, Gaio e Lucio Cesare e Tiberio.  Nelle Res Gestae Divi Augusti vengono quindi raccontate le  conquiste militari e si ricorda l’atteggiamento di Augusto nei confronti dei  popoli vinti, ai quali era comunque concesso di continuare a seguire i propri costumi e di mantenere le precedenti forme di governo purché pagassero i tributi dovuti a Roma. Vengono poi ricordate  le onorificenze avute per i suoi successi militari, quindi sono elencate le cariche e le dignità accettate, ed infine le cariche sacerdotali. C’è quindi spazio per relazionare l’attività politica: la revisione delle liste di leggi a favore de patrizi, e i vari censimenti. I capitoli dal 15 al 23 formano la sezione dedicata alle spese sostenute da Augusto con risorse attinte direttamente dal suo patrimonio privato. Dal capitolo 19 al capitolo 24 sono elencate le spese effettuate per la costruzione o il restauro di edifici pubblici, templi, acquedotti, strade, ponti, nonché alla restituzione dell’oro offertogli dai municipi e dalle colonie per i suoi trionfi. Dal capitolo 25 inizia l’ultima sezione delle Res Gestae Divi Augusti, riservata alla narrazione delle sue imprese prima fra tutte la lotta contro i pirati, quindi la guerra civile, e le campagne militari in Gallia, Spagna, Germania ed Egitto. Il capitolo 28 è invece dedicato alle colonie militari. Nel capitolo 29 Augusto racconta del recupero delle insegne militari perse da vari comandanti nelle varie guerre  contro i Parti. I capitoli dal  31 al 33 raccontano il rapporto del principe con i lontani regni di Media, India e dei Parti. Il capitolo 34 è di  grande importanza, in esso è riportato  la storia della genesi del principato e vi sono elencati tutti i titoli e gli onori a lui conferiti a partire dal 27 a.C. Il capitolo 35 rappresenta invece la chiusura delle Res Gestae Divi Augusti, in esso è infatti riportata la celebre frase che indica con precisione il periodo storico in cui l’Imperatore redasse l’opera, ovvero:  “scrissi questo all’età di 76 anni”.

Res Gestae Divi Augusti, Tempio di Augusto ad Ankara
Res Gestae Divi Augusti, Tempio di Augusto ad Ankara

Il testo delle Res Gestae Divi Augusti si compone quindi di un’introduzione, 35 paragrafi raggruppabili in 4 sezioni, e di un’appendice.

  • Pars prima (paragrafi da 1 a 14) :viene descritta la carriera politica di Augusto, il suo “cursus honorum”, le cariche, uffici e onori che egli ha ricevuto o dato.
  • Pars altera (paragrafi da 15 a 24) : vengono citate le distribuzioni di denaro, i giochi e i monumenti offerti al popolo di Roma.
  • Pars tertia (paragrafi da 25 a 35) : in essa Augusto scrive delle sue conquiste militari e della sua azione politica.
  • Appendix:  probabilmente postuma e non scritta per mano di Augusto, in questa appendice vengono riassunte le spese sostenute da Augusto per l’erario, per i monumenti dell’Urbe, per i giochi e per far fronte a diverse calamità naturali. Illuminante l’ultima frase cui si citano le spese sostenute per amici e senatori, caduti tanto in disgrazia da non avere più il censo richiesto per far parte del senato. Tali spese vengono definite  “innumerabilis”, ovvero, non conteggiabili.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

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