Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore

Noto anche con il diminutivo di “Augustolo”, cioè “piccolo Augusto”, Flavio Romolo Augusto è tradizionalmente considerato dalle fonti storiche l’ultimo Imperatore dell’Impero Romano d’Occidente. Anche se non ottenne mai un riconoscimento giuridico da parte di Costantinopoli, la deposizione di Romolo Augusto segna uno spartiacque tra la fine del mondo antico e l’inizio del Medioevo. Le fonti storiche non ci danno molte notizie sulla sua vita, è risaputo che nacque nel 461 per poi morire in data incerta dopo il 511, e che fu messo sul trono imperiale dal padre Flavio Oreste, magister equitum dell’esercito romano, subito dopo la deposizione del precedente Imperatore Giulio Nepote. Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore di Roma, data la sua giovane età era chiaramente inadatto al ruolo, fungendo da specchietto per le allodole, per le trame politiche sviluppate dal padre Flavio Oreste. Il giovane Imperatore regnò per soli 10 mesi quando il 4 settembre del 476, venne deposto per opera del generale barbaro Odoacre che lo mandò in esilio al Castellum Lucullanum, attuale Castel dell’Ovo a Napoli.

 Augusto, l'ultimo Imperatore
Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore

Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore: ascesa al trono e regno:

Come scritto in precedenza Romolo Augusto era figlio del magister equitum Flavio Oreste originario della Pannonia, la madre Flavia Serena invece era figlia del Comes del Norico, Romolo. Nel 474 gli Imperatori d’Oriente, Leone I e Zenone, nominarono Giulio Nepote reggente della parte occidentale dell’Impero, l’anno successivo, lo stesso Nepote, rimosse dal ruolo di magister equitum il gallo Ecdicio a favore di Flavio Oreste. Oreste ottenuto immediatamente l’appoggio dell’esercito mosse da Roma in direzione di Ravenna, dove vi entrò il 28 di agosto. Giulio Nepote incapace di opporre una minima resistenza fuggì a Salona (odierna Spalato). Dopo circa due mesi, nei quali Oreste attendeva un riconoscimento dagli Imperatori d’Oriente, il magister equitum decise di rompere gli indugi dichiarando decaduto l’Impero di Nepote a favore del figlio Romolo Augusto che all’epoca aveva circa 14 anni e che poteva facilmente salire sul trono imperiale in quanto la madre era di stirpe romana. Romolo Augusto era un adolescente totalmente incapace di prendere importanti responsabilità che il delicato periodo storico richiedeva, naturalmente fu Flavio Oreste che effettivamente deteneva il potere diventando a tutti gli effetti una sorta di imperatore ombra. Il problema più urgente era quello di organizzare le truppe barbariche a difesa dell’Impero, queste erano ufficialmente fedeli all’Imperatore, ma lo erano più probabilmente alle ingenti somme che le casse dello stato elargiva a loro per evitare rivolte. Nel 476 l’impero romano si trovava in una fase di grave e profonda crisi economica. Le casse dello stato non erano più sufficienti per pagare le truppe barbariche e la situazione si aggravò ulteriormente quando alcune truppe barbariche mercenarie appartenenti alle tribù degli Sciri e degli Eruli, pretesero che gli fossero concesse terre in Italia, Flavio Oreste rispedì al mittente la richiesta scatenando la rivolta dei barbari che sfociò, il 23 agosto, nell’elezione di Odoacre a loro Re. Appena cinque giorni più tardi Flavio Oreste venne catturato e ucciso dai barbari presso Piacenza, dove nel frattempo si era diretto per tentare di arginare la rivolta, il 4 settembre Odoacre alla testa del proprio esercito entrava a Ravenna, mettendo fine al breve regno di Romolo Augusto.

Romolo Augusto, l'ultimo Imperatore, Odoacre
Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore, Odoacre

Romolo Augusto, l’ultimo Imperatore: eventi dopo la deposizione:

Romolo Augusto, subito dopo la deposizione, avvenuta il 4 settembre del 476, verosimilimente dietro ordine dello stesso Odoacre, spedì una lettera a Costantinopoli in cui affermava che sarebbe stato opportuno trasferire ogni potere nelle mani del Re barbaro. Odoacre spedì immediatamente le insegne imperiali all’imperatore orientale Zenone, a cui passò automaticamente anche la sovranità sulla parte occidentale dell’impero. Zenone riconobbe poi Odoacre governatore dell’Italia col titolo di “patrizio”. Se Odoacre si fosse proclamato imperatore d’Occidente o avesse permesso alle truppe di acclamarlo come tale (era stato costume comune per molti imperatori raggiungere il trono in questo modo) avrebbe “costretto” l’imperatore d’Oriente ad entrare in guerra contro di lui.
Odoacre era totalmente privo di sangue romano e Costantinopoli non avrebbe mai accettato l’affronto di un barbaro sul trono di Ravenna e tale gesto avrebbe causato una vera e propria guerra civile.  L’invio delle insegne a Zenone Imperatore d’Oriente scongiurò quindi una nuova guerra intestina che non tornava utile a nessuno, con grande soddisfazione di entrambi gli uomini forti dell’epoca:  Ravenna, capitale occidentale, diventava solo una provincia dell’impero d’oriente, e Zenone tornava ad essere l’unico Imperatore, Odoacre, lo scaltro re barbaro, raggiungeva così il massimo grado di ciò che avrebbe potuto mai sognare: il trono imperiale, se non di nome, almeno di fatto.  Comunque la fine ufficiale dell’impero non modificò, sull’immediato, i modi di vita della popolazione romana d’Italia. Le istituzioni come il Senato o il consolato proseguirono a riprova del fatto che ormai da tempo l’impero d’Occidente era solamente un nome privo di effettivo potere. È anche da rilevare che le regioni su cui si estendeva il potere, almeno formale, dell’Impero d’Occidente erano, nella fase finale dell’impero stesso, ridotte all’Italia, alla Provenza e a parte delle province del Norico, della Rezia, della Dalamzia, e della Sicilia orientale. La successiva vita di Romolo Augusto è davvero misteriosa, alcune fonti ci raccontano che Odoacre gli risparmiò la vita vista la sua giovane età, esiliandolo all’antica villa di Lucullo, attuale Castel dell’Ovo a Napoli, concedendogli addirittura  una sorta di vitalizio di 6.000 solidi all’anno, quanti ne otteneva un senatore facoltoso. Gli storici bizantini Giordano e Marcellino Illirico si limitano invece a scrivere che Romolo Augusto venne esiliato in Campania senza menzionare nessuna somma di denaro. Nel 507, Cassiodoro, segretario del Re Ostrogoto Teodorico il Grande, scrisse una lettera ad un certo Romolo, confermandogli la “pensione” da lui ottenuta, anche se non vi sono certezze sulla reale identità di questo Romolo, vi sono buone probabilità che possa trattarsi dell’ultimo Imperatore d’Occidente.

Alcuni storici ritengono essere Giulio Nepote l’ultimo Imperatore d’Occidente, in quanto Odoacre, quando chiese all’Imperatore d’Oriente Zenone di essere riconosciuto magister equitum e patrizio, ebbe come contropartita di riconoscere a sua volta come imperatore d’Occidente Giulio Nepote. Odoacre accettò e infatti fece anche battere delle monete con la sua effigie fino al  480, quando Nepote fu ucciso dal comes Ovida con la probabile complicità dell’ex-Imperatore d’Occidente Glicerio. Secondo alcune interpretazioni questa è la reale data della fine dell’Impero Romano d’Occidente. Questa tesi però non è condivisa da tutti gli storici dato che Zenone non poteva eleggere un imperatore, potere detenuto, almeno in via formale, dal Senato di Roma e il Senato aveva riconosciuto come imperatore Romolo Augusto. Altri storici, addirittura, considerano il 486 l’anno di caduta dell’Impero d’Occidente, in quanto in quell’anno venne a cessare l’ultimo effettivo baluardo della romanità in Occidente, dal momento che il Dominio di Noviodunum Suessiorum nella Gallia settentrionale  fu annesso al regno dei Franchi.

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