Saturnino e Glaucia

Saturnino e Glaucia furono due figure politche della Repubblica romana, sul finire del II secolo a.C..

Lucio Apuleio Saturnino,  fu questore nel 104 a.C., con il particolare compito di supervisionare l’importazione di grano al porto di Ostia, in un anno di particolare carestia, poco tempo dopo venne tuttavia destituito dal Senato, visti gli scarsi risultati, mai realmente attestati,  da lui ottenuti, a beneficio di Emilio Scauro, uno dei leader degli Optimates, un’ingiustizia, che portò Saturnino a passare immediatamente  alla fazione dei Populares, dove strinse subito saldi rapporti con Gaio Mario. Saturnino si guadagnò in breve tempo il sostegno di molti, tanto da essere eletto Tribuno della Plebe, nel 102 a.C..

Gaio Servilio Glaucia fu anch’egli un tribuno della plebe nel 101 a.C., ma fu anche pretore l’anno seguente, e addirittura candidato al consolato per il 99 a.C., subito alleato di Saturnino e Mario, i tre  non esitarono ad eliminare i loro avversari, anche fisicamente, emanando al contempo leggi che incontrarono il favore delle classi sociali più povere. Purtroppo però, i loro modi eccessivamente sbrigativi, portarono il Senato ad emanare un Senatus Consultum Ultimum, che obbligava Gaio Mario,  console in carica al momento, ad agire contro i suoi stessi alleati. Senza farsi troppi scrupoli Mario agì in fretta per i propri interessi, e per sedare i tumulti scoppiati in città, eliminò Saturnino e Glaucia, e ne abrogò le leggi precedentemente emanate.

Saturnino e Glaucia
Saturnino e Glaucia

saturnino e glaucia, situazione del fronte interno:

Il graduale rafforzarsi della figura di Gaio Mario, portò in poco tempo la fazione dei populares in una situazione di vantaggio rispetto agli aristocratici optimates. La sorte dei due schieramenti era sempre strettamente legata alle sorti dei  generali che si alternavano nelle varie campagne di conquista di quei tempi, e i populares ebbero in questo senso vita facile, data l’incapacità, e la propensione alla corruzione dei comandanti provenienti dalla fazione avversaria, rispetto al loro uomo di punta, che viceversa otteneva brillanti risultati, sia in campo militare che politico. Come detto, all’interno della fazione democratica, Saturnino e Glaucia si distinsero più degli altri, al secondo, nel 104 a.C., si deve la promulgazione di due leggi: La Lex Servilia Judiciaria, che ripristinava il potere giudiziario degli Equites, e la Lex Servilia Repetundarum, che rendeva più severi i procedimenti contro la corruzione. l’anno successivo sarà il turno di Saturnino, che eletto tribuno, promuoverà la Lex Apuleia dei Majestate, una legge che rendeva penalmente perseguibile chiunque arrecasse un’offesa al popolo di Roma, in pratica si sarebbe potuto punire ogni uomo che avesse partecipato e perso una battaglia contro le legioni romane, una legge sfavorevole agli optimates che potevano così essere messi sul banco degli imputati per ogni eventuale obiezione politica o per ogni battaglia persa da un loro generale. Nel 101 a.C., Saturnino, Mario e Glaucia, programmarono il loro piano d’azione il quale prevedeva l’elezione a console di Mario per la sesta volta, di Saturnino come Tribuno della plebe e di Glaucia come pretore. Il tutto andò a buon fine, grazie soprattutto ad un gran numero di veterani di Mario, che accorsero a Roma per votare, il tutto però si svolse in un clima di grande confusione, neanche tanto segretamente sobillato dai tre, tant’è che Aulo Nunnio appartenente all’aristocrazia romana, venne ucciso in uno scontro per le vie della città.

saturnino e glaucia, la legge agraria di saturnino:

Appena eletto tribuno, Saturnino promosse una legge a lui molto cara, che prevedeva una grande distribuzione di terre ai veterani di Mario, sui nuovi territori conquistati, a patto che questi avessero servito il generale per almeno sette anni. Il problema stava nel fatto che sotto Mario servivano non solo romani ma anche italici, le colonie che di conseguenza sarebbero state fondate, avrebbero automaticamente avuto la cittadinanza, unendo in un sol colpo il problema della distribuzione delle terre a quello della concessione della cittadinanza. L’approvazione non fu scontata vista anche  la perplessità di molti populares, ma anche a causa del clima intimidatorio creato ad arte dai tre e dall’accorrere in massa in città di veterani e di molti italici, la legge passò.

Saturnino e Glaucia
Saturnino e Glaucia

saturnino e glaucia, disordini e repressione:

Le legge invisa a molti, populares compresi, diede modo al Senato di rompere gli indugi per provare a boicottarla in ogni modo possibile, ma proprio in questo frangente il comportamento di Mario divenne a dir poco equivoco. Il generale romano infatti, ben più avvezzo alla tattica militare che alla politica, si disinteressò della questione cedendo il gioco ad alcuni  suoi collaboratori, il suo comportamento diventò ancor più indecifrabile al tempo delle elezioni per l’anno successivo, il 99 a.C., quando Saturnino si candidò al terzo tribunato e Glaucia al consolato. La situazione precipitò quando Caio Memmio, candidato al consolato per gli optimates, venne linciato dalla folla. Il senato, giunto al limite della sopportazione per l’indegna confusione creata, decise di investire Gaio Mario, console ancora in carica, di pieni poteri, affidandogli il compito di ristabilire l’ordine, anche con l’uso della forza.  Mario si trovò quindi nella particolare situazione, come capo carismatico della sua fazione, di attuare piani per ridimansionarla. Il senato mobilitò le forze armate, molti senatori imbracciarono le armi e si recarono nel Foro, la stessa cosa fecero i seguaci di Saturnino, che nel frattempo si era proclamato Re, aiutati da galeotti e schiavi liberati per l’occasione. Nel Foro romano si svolse una vera battaglia fra le due fazioni, al termine della quale, Saturnino e i suoi, si videro costretti ad asserragliarsi sul Campidoglio, dove però furono costretti in seguito, ad arrendersi a Gaio Mario, che nel frattempo aveva tagliato ogni conduttura d’acqua che portava al luogo più sacro di Roma. Gli sconfitti, vennero poi scortati dal generale fino alla Curia, per subire un regolare processo, qui però un gruppo di aristocratici, fatta irruzione nel luogo e divelto alcune tegole dal tetto della struttura, uccisero il gruppo di sediziosi, Saturnino e Glaucia compresi, era il 14 dicembre del 100 a.C.. Il risultato di tutto ciò fu che Metello Numidico tornò dall’esilio, dove si era recato volontariamente dopo l’approvazione della legge di Saturnino, mentre il percorso inverso toccò a Gaio Mario, già inviso agli optimates, ma ora anche ai populares, dopo aver represso con la forza la loro iniziativa. Mario si recò così in Asia minore, ufficialmente per un pellegrinaggio religioso, per ringraziare la grande madre degli Dei, dopo la grande vittoria sui Cimbri e i Teutoni.

Credits to:

https://digilander.libero.it/syntmentis/Storia/Roma/Roma22.htm

 

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