Il Prefetto del Pretorio

Il Prefetto del Pretorio fu una figura dell’amministrazione civile e militare dell’Impero romano. Questa figura nacque come titolo riservato al comandante della guardia pretoriana, ovvero al corpo armato addetto alla difesa personale dell’Imperatore. Nei primi decenni dell’Impero il prefetto del pretorio era a capo di una struttura militare che faceva capo ai 9 tribuni (uno per coorte) e 54 centurioni, mentre nel tardo periodo imperiale divenne l’amministratore di una delle suddivisioni del tardo Impero.

Il Prefetto del Pretorio
Il Prefetto del Pretorio

Il Prefetto del Pretorio, storia:

Per volere del primo Imperatore di Roma, Ottaviano Augusto, nel 2 d.C., venne istituita la carica di “Prefetto del Pretorio”, dopo che nel 26 o 27 a.C., vennero create dallo stesso Augusto, le nove coorti pretorie. Inizialmente i prefetti eletti furono due, e i primi a ricoprire tale ruolo furono Quinto Ostorio Scapula e Publio Salvio Apro, rigorosamente scelti fra i membri dell’ordine equestre. In principio la prefettura del pretorio rappresentava la seconda carica del cursus equestre, ma già in età giulio claudia questa carica crebbe notevolmente d’importanza, esempio ne è la stretta vicinanza tra il prefetto Seiano e l’Imperatore Tiberio, quando il primo di questi, formalmente deteneva il potere a Roma mentre il secondo trascorreva il suo tempo nella sua villa privata di Capri. Fu però sotto Vespasiano, quando il figlio Tito ricoprì questa carica che la prefettura divenne quella più importante di tutto l’ordine equestre.

Il Prefetto del Pretorio era prima di tutto un comandante militare, particolarmente delle nove coorti pretorie stanziate a Roma, un corpo di armati che per disciplina e addestramento rappresentava l’elite dell’esercito romano, dovendo come primo impegno, difendere la figura dell’Imperatore. Nella prima epoca imperiale in questo reparto venivano selezionati solo giovani dalle famiglie più in vista della Capitale, pronti per una brillante carriera nell’ordine equestre. Oltre alla protezione dell’Imperatore, che  seguiva anche durante i suoi viaggi, il prefetto del pretorio era a capo del suo reparto in caso di battaglie campali, come ad esempio Tiberio Claudio Liviano al seguito di Traiano durante la conquista della Dacia, o come Publio Paterno al seguito di Marco Aurelio durante le guerre marcomanniche. Ciononostante già in epoca giulio claudia il prefetto del pretorio assunse alcune funzioni civili, essendo chiamato a dirimere diverse contese fra varie comunità italiche, divenendo nel tempo il responsabile della cancelleria palatina, preludio della svolta prettamente amministrativa che questo ruolo ebbe in epoca tardo imperiale.

Mura dei Castra Praetoria a Roma
Mura dei Castra Praetoria a Roma

Il Prefetto del Pretorio, epoca tardo Imperiale:

Nel 293 d.C.,con la tetrarchia di Diocleziano l’amministrazione dell’Impero romano cambiò notevolmente, tutto il territorio venne infatti suddiviso in quattro prefetture: quella delle Gallie con capitale Treviri, d’Italia con capitale Ravenna, dell’Illirico con capitale Sirmio e d’Oriente con capitale Nicomedia, tuttavia secondo studi recenti i prefetti a capo di queste zone rimasero due (uno per ogni Augusto). In questo periodo, stando agli scritti dello storico bizantino Zosimo il prefetto del pretorio:

” erano due ed esercitavano insieme la carica; alla cura e all’autorità di costoro non solo erano affidate le truppe di corte, ma anche quelle che avevano il compito di difendere la città, nonché i contingenti che presidiavano tutti i confini; infatti i prefetti, che erano secondi soltanto all’imperatore, provvedevano alle donazioni di cibo e reprimevano con opportune punizioni le trasgressioni commesse nell’addestramento militare.”.

Dopo essere diventato imperatore unico nel 324 d.C., Costantino, considerando insufficiente un solo prefetto del pretorio per tutto l’Impero (fino a quel momento vi era un prefetto del pretorio per ciascun imperatore), decise di suddividere l’Impero in cinque prefetture: Gallie, Africa, Italia, Oriente e Illirico, ponendo a capo dell’amministrazione  di ognuna di esse un prefetto del pretorio. Il prefetto del pretorio regionale, privato di ogni potere militare, supervisionava l’operato in ambito fiscale e giudiziario dei vicarii e dei governatori provinciali posti alle sue dipendenze.  Da Costantino in poi i compiti del prefetto del pretorio erano:

  1. la suprema amministrazione della giustizia e delle finanze.
  2. l’applicazione e, in alcuni casi, la modifica degli editti generali.
  3. controllo dei governatori delle province, i quali in caso di negligenza o corruzione venivano destituiti e/o puniti.
  4. Inoltre il tribunale del prefetto poteva giudicare ogni questione importante, civile o penale, e la sua sentenza era considerata definitiva, al punto che neanche gli imperatori osavano lamentarsi della sentenza.

Per limitare il grande potere di cui disponevano i prefetti, gli Imperatori ne disposero la brevità della loro carica. Solo Roma e Costantinopoli si sottraevano al potere dei prefetti, le due capitali  erano infatti amministrate dai prefetti della città (Praefecti Urbi), avendo essi la stessa dignità e importanza dei loro colleghi. Ogni prefettura venne poi suddivisa in Diocesi, una in Oriente governata da un Comes Orientis e un’altra in Egitto retta da un Prefetto Augusteo, le altre 11 (all’epoca di Costantino le Diocesi erano 13), venivano rette dai cosiddetti Vicarii, o viceprefetti, i quali sottostavano alle regole del prefetto del pretorio. Ogni Diocesi era poi a sua volta divisa in province. Tale riorganizzazione non durò: alla morte di Costantino nel 337, allorquando i suoi tre figli si spartirono l’Impero, le prefetture d’Africa e d’Illirico furono abolite, aggregate a quella d’Italia, e si tornò al principio di un prefetto del pretorio per ogni Augusto.

Credits to:

https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/2013126

 

 

 

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