Agrippina

Busto di Agrippina minore
Busto di Agrippina minore
Giulia Agrippina, conosciuta come Agrippina Minore per distinguerla dalla madre Agrippina Maggiore, fu Augusta dell’Impero romano dal 49 al 54 d.C., e madre dell’Imperatore Nerone. Ebbe il ruolo di reggente durante l’assenza dell’Imperatore Claudio, suo zio e marito, e fu la prima donna a governare di fatto l’impero durante i primi anni di regno del figlio.
Agrippina nacque ad Ara Ubiorum, l’odierna Colonia in Germania, il 6 novembre del 15 d.C., e morì a Miseno nel 59 d.C.. Proprio a riguardo del suo luogo di nascita, nel 49 d.C. Agrippina chiese che il villaggio in cui era nata fosse innalzato al rango di colonia: fu allora istituita Colonia Claudia Ara Agrippinensium che tradotto sarebbe: “la colonia di Claudio e l’altare di Agrippina”, più semplicemente conosciuta con il nome di Colonia Agrippina. Dell’antico nome oggi rimane solo il primo, Colonia.

Giulia Agrippina vide la luce nell’accampamento militare dove si trovavano il padre Germanico, acclamato condottiero diretto discendente di Marco Antonio e fratello del futuro imperatore Claudio, e la madre Agrippina Maggiore, figlia del console Agrippa e nipote di Augusto. Fortissimamente convinta dell’importanza della propria stirpe, ambiziosa, dominatrice, ma anche accorta, lungimirante, pregna di senso dello Stato, Agrippina fu una delle più significative figure femminili dell’Impero romano, l’unica che riuscì a conseguire uno status effettivo comparabile a quello di un Principe-donna, ovvero di un’autentica imperatrice. Il Senato di Roma infatti gli conferì il titolo di “Augusta”, il che non corrispondeva ad essere in effetti una sorta di imperatrice, ma era un riconoscimento di grande prestigio, rimasto praticamente l’unico nella storia dell’Impero che fosse stato attribuito ad una donna.

I primi anni della sua vita furono da subito tutt’altro che semplici. Durante il principato di Tiberio la sua famiglia fu praticamente sterminata per volere dell’Imperatore stesso, che dapprima con ogni probabilità, avvelenò il padre di Agrippina, Germanico per la grande invidia che suscitava in lui la sua grande popolarità, poi i fratelli di lei , Nerone Cesare e Druso Cesare, l’uno esiliato e lasciato morire e l’altro rinchiuso nelle segrete del palazzo imperiale, dove impazzì e morì poco dopo, fu poi la volta della madre Agrippina maggiore, esiliata sull’isola di Pandataria dove si lasciò morire di inedia.
Allo sterminio compiuto da Tiberio sopravvissero solo Agrippina, le sorelle Giulia Livilla e Giulia Drusilla, e Gaio Cesare, meglio conosciuto in seguito come Caligola.
Dopo aver assistito a tutte queste tragedie Agrippina fu inoltre costretta, sempre da Tiberio, a contrarre matrimonio con Gneo Domizio Enobarbo, persona che ella detestava, ma che con la quale ebbe l’unico figlio nel dicembre del 37 d.C., Lucio Domizio Enobarbo, più conosciuto con il nome di Nerone.
E’ evidente che nonostante Tiberio fosse un parente di Agrippina in quanto fratello del nonno Druso, nulla fece per impedire che lei lo odiasse profondamente.

Agrippina con un giovane Nerone
Agrippina con un giovane Nerone

Nel 37 d.C. Tiberio morì e subito gli successe il fratello di Agrippina, Gaio Cesare, che per via dei sandali militari che era solito portare, venne subito soprannominato Caligola. Se nei primi mesi di regno Roma sembrava aver trovato un Imperatore misurato e degno di tale ruolo, i tempi che seguirono mostrarono il contrario, tanto che nel 40 d.C. le due sorelle (Giulia Drusilla era infatti già morta nel 38), anche se non è dimostrato, tentarono con una congiura di assassinare il giovane fratello, che scoperti i loro piani giustiziò il marito di Livilla, Marco Vinicio ed esiliò Agrippina e Livilla sull’isola di Ponza, Agrippina fu così costretta ad affidare Nerone alla dubbia moralità della zia paterna Domizia.
Nel 41 d.C. una congiura ordita da diversi senatori e cavalieri e capeggiata dal centurione Cassio Cherea, mise fine alla vita di Caligola, cosa che permise ad Agrippina e Livilla di rientrare a Roma giusto in tempo per organizzare una degna sepoltura al fratello. Ben presto però la moglie del nuovo Imperatore Claudio, Messalina, invidiosa dell’avvenenza di Giulia Livilla, la accusò di adulterio con Lucio Anneo Seneca e la mandò nuovamente in esilio, dove questa volta trovò la morte. Agrippina rimase così sola e unica sopravvissuta della famiglia di Germanico.
Passati alcuni anni nei quali Agrippina fu coinvolta nella controversa storia di Messalina che finì giustiziata per la sua immorale condotta, nel 49 d.C., grazie alla sua bellezza, al prestigio della sua famiglia e della sua grande personalità, Agrippina fu scelta da Claudio come sua nuova moglie, nonostante lo scandalo costituito dall’esserne la nipote. Agrippina divenne sempre più potente e popolare e riuscì a far sposare il figlio Nerone con Claudia Ottavia, figlia di Claudio e Messalina, nonché a convincere Claudio a designare erede al trono non il figlio Britannico, avuto da Messalina, ma Nerone stesso.

Con il passare degli anni l’Imperatore Claudio si ammalò gravemente e si pentì di aver sopravanzato il figlio Britannico nella successione con Nerone, questo suo ripensamento fece nascere aspri dissidi con Agrippina, e poichè la morte dell’Imperatore avvenne in quel periodo, le voci che si levavano verso di lei si facevano sempre più insistenti e sospettose. Agrippina divenne tuttavia flaminica del Divo Claudio e della Casa Giulia, ovvero la massima sacerdotessa dello Stato romano, facendo anche costruire il tempio del Divo Claudio, sul Celio.
I rapporti con il figlio Nerone che seguirono questi eventi, furono tutt’altro che idilliaci, principalmente quando il figlio prese a preferirle come consiglieri Sesto Afranio Burro e Lucio Anneo Seneca e a mostrare scarsa disponibilità al sacrificio, nonché a tradire Ottavia con la liberta Atte. Agrippina delusa dal comportamento del figlio prese ad avvicinare a se il figliastro Britannico. Alla luce di ciò Nerone, insofferente all’autorità della madre , tolse di mezzo Britannico, avvelenandolo durante un banchetto. Da quel momento, i due si dichiararono guerra aperta. Nerone tolse immediatamente ogni protezione alla madre e la fece allontanare dalla corte. Prese quindi come amante la bella Poppea Sabina, la quale istigò l’Imperatore a sbarazzarsi di sua moglie Ottavia e della stessa madre Agrippina. Nerone accolse le preghiere della bella amante senza immaginare che quel momento rappresentava l’inizio della sua fine. L’assassinio fu più difficile del previsto, non fu sufficiente infatti far affondare la nave che riportava Agrippina ad Anzio dopo una festa a Baia (ora in provincia di Napoli), alla quale era stata invitata dal figlio. Salvandosi a nuoto e portata in salvo da alcuni pescatori, capì subito che si trattava di un complotto nei suoi confronti, quando durante il dramma, la sua accompagnatrice Acerronia Polla, sostenendo di essere Agrippina, venne uccisa da quelli che evidentemente erano complici dell’Imperatore.
Una volta tratta in salvo Agrippina fece subito sapere a Nerone che nonostante tutto era ancora in vita, ma perseverando nei suoi propositi l’Imperatore mandò alcuni sicari alla villa dove alloggiava la madre. Racconta Tacito che, ferita e colpita con una mazza, Agrippina porse il ventre ai suoi assassini, gridando: Ventrem Feri (“Colpisci il ventre!”). I sicari colpirono molte volte. Sempre Tacito ci tramanda che Agrippina sia stata sepolta nottetempo e di gran fretta a Bacoli; il monumento che ancora oggi lì viene indicato come “Tomba di Agrippina” porta in realtà un nome di fantasia. Gli scavi che di recente hanno caratterizzato la zona, hanno si rinvenuto resti di inumazione di epoca romana, ma nessuna che possa far risalire al mausoleo funebre di Agrippina.

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