Augusta Praetoria

Aosta, Porta Praetoria
Aosta, Porta Praetoria
Augusta Praetoria, conosciuta oggi con il nome di Aosta (capoluogo della regione autonoma della Valle d’Aosta), in epoca pre-romana non era altro che un piccolo insediamento popolato da tribù gallo-celtiche, chiamate Salassi.

Fu al termine della seconda guerra punica che i Romani puntarono ad espandersi verso il nord della penisola, le tribù galliche, stanziate nella Pianura Padana e più su verso le Alpi, alleate dei cartaginesi, costituivano ancora una grossa minaccia, era necessario quindi per Roma, mantenere il controllo di quell’area, le Alpi d’altronde avrebbero fornito un valido aiuto nella difesa di quei territori, nacque così allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.

Tuttavia nel corso del I secolo a.C., dopo le campagne militari di Giulio Cesare che portarono alla sottomissione dell’intera Gallia, l’importanza di questa area si modificò radicalmente, spostando l’attenzione esclusivamente sulle scorribande di quelle tribù di Salassi che ancora disturbavano la zona, danneggiando in particolare l’attività dei mercanti che si spostavano lungo la via delle Gallie. Così nel 25 a.C. Ottaviano Augusto inviò contro quei barbari il futuro Console Aulo Terenzio Varrone Murena, con un consistente esercito. Naturalmente le forti legioni romane ebbero la meglio e i Salassi furono dispersi o resi in schiavitù.

In questo contesto Augusta Praetoria Salassorum venne costruita in breve tempo sul modello dell’accampamento militare romano, all’incrocio delle vie del Piccolo e Grande San Bernardo, e dove i fiumi Dora Baltea e Buthier oggi confluiscono. La città fortificata da una imponente cinta muraria si estendeva su circa 400 mila metri quadrati, il Decumanus Maximus dell’insediamento era la prosecuzione della famosa via delle Gallie che da Mediolanum (Milano), portava al valico del Piccolo San Bernardo. L’accesso ad Augusta Praetoria era garantito da un ponte sul fiume Buthier, ponte di cui oggi sono visibili solo pochi resti, all’interno della città invece, costituita da vari quartieri residenziali, si trovavano il teatro, le terme, l’anfiteatro, e il foro, mentre a sud si estendevano i quartieri più popolari.

Da quanti abitanti era popolata Augusta Praetoria? la risposta non è semplice, in alcuni riferimenti si parla di almeno 3.000 abitanti, in maggior parte costituiti da legionari li stanziati, la controversia sta nel fatto che l’anfiteatro della città, secondo alcune stime, sia stato costruito per soddisfare le esigenze di un insediamento di almeno 30/40.000 abitanti. Un numero esatto probabilmente non verrà mai alla luce, di sicuro invece c’è che i coloni romani impararono a convivere con chi precedentemente viveva in quelle valli, i Salassi sopravvissuti infatti impararono ad integrarsi con i nuovi arrivati, e questo si evince da numerose iscrizioni funerarie rinvenute nella zona, nelle quali nomi di origine gallo-celtica sono associati a quelli latini, i cui figli nati da matrimoni misti portavano sempre nomi latini. Augusta Praetoria rivestì quindi un ruolo fondamentale per la conquista romana della Pianura Padana prima e della Gallia poi, grazie alla sua invidiabile posizione che consentiva un controllo totale sui due valichi alpini più importanti, ovvero il Piccolo e il Grande San Bernardo. imponendosi come uno dei centri più ricchi di tutto il Nord Italia.

Aosta, resti del teatro romano
Aosta, resti del teatro romano

2 Risposte a “Augusta Praetoria”

  1. Un articolo interessante, che racconta le basi di Aosta romana ai “non addetti ai lavori”. Quella di Augusta Praetoria Salassorum è una realtà che conosco bene, in quanto è la mia città di origine e i rapporti tra Romani e Salassi sono stati oggetto della mia tesi magistrale, discussa il 12 aprile 2016 (esattamente un anno dopo la pubblicazione di questo articolo!).
    Le informazioni qui riportate mi sembrano corrette, ma vorrei sottolineare – come approfondimento – che alcuni Salassi furono ammessi nella società romana di A.P. fin dai primissimi anni della colonia, come “incolae”: questa informazione ci è nota da un’epigrafe trovata alla fine del XIX secolo, che menziona i “Salassi incolae qui initio se in coloniam contulerunt” ed è datata grazie alla titolatura imperiale al 23 a.C., quindi a soli due anni dalla conquista di Aulo Terenzio Varrone Murena.
    Non solo, alcuni membri importanti dei Salassi furono inseriti nella vita pubblica come cittadini già nel I secolo d.C., forse sotto Claudio. Sembra appartenere a quest’epoca infatti un altro testo epigrafico funerario – purtroppo mutilo – che cita due fratelli: Caius Iulius Severus, decurione, e Lucius Iulius Salassus, cavaliere. Queste cariche erano prerogativa dei cittadini, quindi è chiaro che alcuni Salassi – probabilmente i più facoltosi o quelli che erano più favorevoli all’annessione romana – abbiano ottenuto la cittadinanza già sotto la dinastia Giulio-Claudia e alcuni di essi, come il nostro Iulius Salassus, avevano un reddito tale da poter appartenere all’ordo equestre (in epoca augustea, se non ricordo male, era necessario un censo minimo di 400.000 sesterzi annui).
    Mi complimento con gli autori del blog, che presenta articoli davvero interessanti e rende fruibile anche al grande pubblico la complicata – ma bellissima – storia di Roma Antica.
    PS: la foto della Porta Pretoria è ormai datata, da qualche anno è stata restaurata ed è stata scavata fino al livello del suolo romano (circa 2 metri più in basso), per mostrare quanto era più imponente al momento della costruzione. Ora per attraversarla si utilizzano delle passerelle sospese. 😀

    1. Grazie mille per le preziosissime e interessantissime puntualizzazioni, io sono un semplice appassionato di Roma e della sua storia e il blog mi da l’opportunità di condividere questa passione con tutti voi permettendo uno scambio culturale che mi piace molto e in questo caso arricchisce di molto l’articolo in questione, grazie ancora!

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