Honesta Missio

Per “honesta missio” si intende il momento del congedo dei soldati dell’esercito romano al termine di un servizio militare svoltosi in modo del tutto regolare, fino al suo naturale compimento.
Durante il periodo imperiale, da Augusto in poi, veniva rilasciato ai legionari e agli ausiliari, un diploma che ne sanciva per legge la fine del servizio; veniva, quindi, consegnata un’indennità in denaro chiamata “nummaria missio”, o l’equivalente con un appezzamento di terra con deduzione di colonie romane, chiamata in questo caso “agraria missio”, corrispondente ne più ne meno alla pensione dei giorni nostri.
Ad alcuni, come ad esempio gli ausiliari, poteva essere concesso il diritto di cittadinanza romana con la possibilità di contrarre matrimonio legittimo. Godevano di questi privilegi anche i legionari congedati prima del tempo per ferite o malattie (causaria missio) o i congedati per volere del comandante (gratiosa missio). La perdita dei benefici avveniva con il congedo disonorevole (ignominiosa missio).
I militari ormai in congedo erano, quindi chiamati, veterani ed in caso di necessità, se richiamati in servizio attivo, venivano chiamati “evocati”

Già nel 13 a.C., l’Imperatore Augusto stabilì il numero di anni di ferma militare per i cittadini e l’ammontare di un premio alla conclusione della leva come indennizzo della terra che da sempre continuavano a chiedere, in modo tale che i soldati, non prendessero questi problemi come pretesto per fomentare una rivolta. Il numero degli anni di servizio della guardia pretoriana fu così fissato a 12, per gli altri soldati regolari era fissato a 16, e probabilmente portato a 20 anni per gli ausiliari.
Qualche anno più tardi, nel 5 d.C., visto che nessuno intendeva rimanere oltre il limite della ferma stabilita, Augusto dispose che ai pretoriani venissero dati come indennizzo di fine ferma, circa 20.000 sesterzi al raggiungimento però di 16 anni di servizio; mentre ai legionari furono dati 12.000 sesterzi solo dopo i 20 anni di servizio, cifre stanziate entrambe dall’aerarium militare. Nel 14 d.C., meno di dieci anni più tardi , subito dopo la morte di Augusto, le legioni di stanza in Germania e Pannonia, chiesero e ottennero di tornare al precedente sistema di ferma dei 16 anni previsto per i legionari. Pochi mesi più tardi questo provvedimento fu però cancellato dal nuovo Imperatore, Tiberio.

Un diploma militare distribuito al termine della honesta missio, rinvenuto nei pressi della fortezza legionaria di Carnuntum
Un diploma militare distribuito al termine della honesta missio, rinvenuto nei pressi della fortezza legionaria di Carnuntum

E così, se i legionari prestarono servizio per 20 anni nell’arco dei secoli successivi, dopo la riforma augustea, le truppe ausiliarie servivano l’esercito di Roma per 25 anni, al termine del quale ricevevano il diploma militare che ne attestava il congedo. Sappiamo, inoltre, che molti dei centurioni, nonostante la normale ferma militare durasse 20 anni anche per loro, fin dai tempi di Augusto, rimasero in servizio fino a 30-35 anni. Sappiano di un caso particolare, raccontato da un’epigrafe dove si tramanda che un centurione di nome Lucius Maximius Gaetulicus, percepì fino a 57 annualità, un autentico record. E’ noto inoltre, che sotto Caracalla nel 212 d.C., il premio di fine ferma fu aumentato fino a 20.000 sesterzi.
Per quanto riguarda i “Classiari”, il personale della flotta era diviso in due gruppi: gli addetti alla navigazione ed i soldati, per loro Il servizio durava 26 anni, contro i 20 dei legionari ed i 25 degli ausiliari. Dal III secolo la ferma fu aumentata fino a 28 anni.
Verso la fine dell’impero divenne sempre più difficile trovare i fondi per pagare le truppe e le retribuzioni divennero sempre più irregolari. I legionari potevano ritirarsi dopo 20 anni di servizio militare con l’honesta missio o, con maggiori privilegi, dopo 24 anni con “l’ emerita missio”, come attestato da una tavola in bronzo rinvenuta presso il sito di Brigetio e databile al 311 d.C. sotto il principato di Costantino. Con la riforma costantiniana fu previsto un differente trattamento tra comitatenses e riparienses, dove i secondi ottenevano la honesta missio solo dopo 24 anni. Ma pochi anni più tardi, nel 325, le due tipologie di corpi di truppa furono uniformati, estendendo ai riparienses il medesimo trattamento riservato ai primi.
Al termine della propria carriera si ricevevano tutta una serie di privilegi, come ad esempio l’esenzione fiscale dalla capitatio di epoca dioclezianea, 25.000 folles (corrispondenti a 16 solidi), un terreno, due buoi e cento modii di semi. All’epoca di Valentiniano I (364-375) sembra rfossero previsti solo il terreno, i buoi ed i semi, non invece la somma di denaro.

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