I Triarii

I triarii formavano la terza ed ultima linea della fanteria dell’esercito della Roma di età repubblicana. Erano i veterani che formavano l’ultima linea di battaglia nelle legioni manipolari, dietro la seconda linea dei principes. Il loro nome deriverebbe dalla parola latina tres “tre”, a testimonianza della terza ed ultima schiera di soldati. Il loro compito era quello di entrare in battaglia qualora le prime due linee dello schieramento degli astati e dei principi, si fossero trovate in grave difficoltà.
Esattamente come gli hastati ed i principes, i triarii avevano l’obbligo di portare la propria panoplia (armatura completa), la quale era costituita da: uno scudo di forma ovale, che prese il posto del “clipeus” che usava l’oplita greco, il famoso “gladius hispaniensis” almeno a partire dalla seconda guerra punica, che si trovava appeso al fianco destro, un “hasta” dalla punta in ferro, lunga almeno un metro e ottanta, un elmo di bronzo con tre piume dritte sopra, di colore rosso o nero, in modo da far sembrare il soldato ancora più alto, così da incutere maggior spavento nel nemico, due schinieri a protezione delle gambe, e infine, un pettorale consistente in una piastra di bronzo a protezione del torace. Va detto che i militari di censo superiore potevano permettersi anche un’armatura a maglie, la famosa “lorica hamata”.


Come venivano utilizzati i Triarii sul campo di battaglia? Nello specifico, come abbiamo scritto in precedenza, essi ingaggiavano battaglia per ultimi, dapprima utilizzando l’asta per tenere a debita distanza il nemico, serrando poi le fila per utilizzare il gladio nella lotta corpo a corpo.
Nello specifico Tito Livio ci racconta che: “Qualora anche i principes avessero combattuto con scarso successo, si ritiravano dalla prima linea fino ai triarii. Da qui l’espressione latino “Res ad Triarios rediit” (“essere ridotti ai triarii”), quando si è in difficoltà. ».
Vi è ancora da aggiungere che mentre gli hastati e i principes, per le loro caratteristiche legate all’armamento ed alle modalità di combattimento, erano votati all’attacco, i triarii, al contrario, seppur dotati di molta esperienza in battaglia, erano destinati alla difesa. Il loro stile di combattimento era molto simile a quello degli opliti greci, e usavano le loro lunghe lance formando una sorta di falange impenetrabile, configurazione tipica anche degli schieramenti etruschi. Questa falange subì però nel corso della storia numerose sconfitte date soprattutto nella scarsa manovrabilità di questo schieramento, in particolar modo quando i romani si trovarono di fronte i sanniti dotati di eserciti molto più agili e manovrabili. Roma fece però tesoro di quelle sconfitte, imparando e assimilando dai propri nemici i giusti cambiamenti per ovviare a quegli inconvenienti.
All’interno dell’accampamento di marcia, i triarii erano esentati dal prestare servizio ai tribuni, fornendo, invece, ogni giorno un corpo di guardia agli squadroni di cavalleria. Si trattava delle cosiddette “turmae” che si trovavano accampate alle proprie spalle. Essi sorvegliavano in modo particolare i cavalli, per evitare che, impigliandosi nelle pastoie, potessero ferirsi, o che, sciogliendosi potessero generare confusione all’interno dell’accampamento. Infine, un manipolo a turno montava giornalmente la guardia al praetorium, per proteggere il console da eventuali attentati.
Nel corso della storia l’esercito romano subì numerosi cambiamenti, e se nel IV secolo a.C., l’esercito si schierava, come abbiamo visto, su tre linee, alla fine del III sec. a.C., la prima linea degli hastati erano anticipati dai “velites” che con i loro giavellotti scompigliavano una prima volta le prime file nemiche, lasciando poi il campo allo scontro corpo a corpo. Fu Gaio Mario con la sua celebre riforma che abolì la differenza fra hastati, principes e triarii riformando la legione manipolare nella coorte legionaria e a tutti i soldati diede lo stesso equipaggiamento e per tutti la stessa arma da lancio, il pilum. Dopo tale riforma che rese l’esercito professionistico, equipaggiando l’intero esercito allo stesso modo a spese dello stato, durante l’età imperiale il termine triarii denotò la terza parte della coorte, anche se solo come titolo onorifico, dato che tutta la coorte era armata ed equipaggiata allo stesso modo.

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