Il Circo nella Roma antica

Nella Roma antica il circo era il luogo dove si svolgevano le celebri corse dei carri, il suo nome deriva dal latino “Circus”, cerchio,  che indicava appunto, la forma ad anello che aveva il percorso di gara.

Il Circo nella Roma antica, struttura:

Il percorso del circo nella Roma antica aveva un fondo sabbioso, ed era costituito da due rettilinei paralleli separati da una sorta di balaustra, chiamata “spina”, tali rettilinei erano poi raccordati alle estremità da due  curve a 180 gradi. All’interno di ciscuna curva, alle estremità quindi della spina centrale, era posizionata una colonna, chiamata “meta”, intorno alla quale ogni auriga doveva girare, la distanza fra queste due colonne era tipicamente di uno stadio (circa 200 metri), ma nei circhi più grandi tale distanza poteva essere anche superiore. Il circo quindi, nella sua lunghezza poteva assomigliare dall’alto ad una sorta di rettangolo allungato con una estremità arrotondata e l’altra più piatta sulla quale si allineavano i cosiddetti “carceres” ovvero gli ambienti dai quali uscivano i carri. Su tutto il resto del perimetro del circo, erano costruite le gradinate per il pubblico, all’interno delle quali (solitamente nella parte centrale dell’emiciclo), era costruito il “pulvinar”, ovvero la tribuna d’onore riservata alle varie autorità. L’edificio che ospitava i “carceres” era solitamente un complesso monumentale, costituito da una ricca facciata che univa  due torri all’interno delle quali erano collocati vari ambienti di servizio.

Solitamente i circhi erano costruzioni molto fastose e imponenti, ne sono un chiaro esempio i vari obelischi trasportati dall’Egitto per ornare le spine centrali del Circo Massimo a Roma  e di Costantinopoli, ancora oggi ben visibili, seppure in luoghi diversi da dove erano originariamente posizionati, o come il famoso complesso dei cavalli di San Marco, che oggi orna la facciata della medesima basilica a Venezia, che anticamente sormontava la tribuna imperiale del circo di Costantinopoli.

Il Circo nella Roma antica
Il Circo nella Roma antica

Il Circo nella Roma antica, ubicazione e svolgimento delle corse:

Solitamente gli anfiteatri venivano costruiti in luoghi periferici dove il deflusso degli spettatori, così come quello degli animali incaricati di trasportare le varie scenografie, non costituisse un eccessivo disagio al già intenso traffico cittadino. I circhi invece avevano la peculiarità di essere costruiti in prossimità del palazzo imperiale, o dei palazzi delle varie autorità in base al luogo, affinchè Imperatori o governatori potessero recarvisi senza scendere direttamente in strada.

Le Corse:

Seguendo l’usanza greca, le corse dei cavalli avvenivano aggiogando gli animali ad un carro a due ruote, pilotato da un auriga. Le corse potevano avvenire fra “bighe” ovvero carri trainati da due cavalli, ma anche fra “quadrighe” carri trainati da quattro cavalli. La partenza si aveva quando i cancelli dei carceres venivano aperti e i carri velocemente irrompevano in pista fra il giubilo del pubblico. La corsa si svogleva normalmente su sette giri di pista, e il percorso era sempre in senso antiorario, collocata sulla spina centrale vi era poi una fila di segnali che potevano essere a forma di uovo o di delfino, a ogni giro ogni segnale cambiava posizione permettendo così al pubblico di vedere quanto mancasse al termine della gara. Logicamente vinceva chi arrivava primo al termine dei giri prestabiliti, ma la vincita non consisteva solo nella gloria che ne scaturiva ma anche in premi tangibili costituiti da grandi somme di denaro che trasformavano gli aurighi dell’epoca in veri eroi, un po come avviene oggi per i personaggi sportivi più rinomati. Non erano moltissime le città che potevano permettersi un circo, la costruzione, l’area su cui edificarli, ma soprattutto il mantenimento delle scuderie necessitavano di ingenti somme di denaro, tuttavia sono degni di essere menzionati i circhi di Alessandria d’Egitto, di Milano e di Aquileia, oltre naturalmente ai già citati di Costantinopoli e di Roma,

Il Circo nella Roma antica, altri usi del Circo:

Proprio in questi  ultimi due, essendo i più sfarzosi, che nel corso della storia avvennero altri eventi non correlati alle corse. In particolare quello di Costantinopoli, costruito successivamente al Circo Massimo di Roma, venne ultilizzato per l’acclamazione degli Imperatori d’oriente, per le assemblee popolari, nacquero tumulti e sommosse, e venne anche utilizzato per varie celebrazioni o per le condanne a morte. La tradizione per esempio ci racconta che San Pietro sia stato martirizzato all’interno del circo di Nerone, che all’epoca sorgeva dove oggi si erge la Basilica che porta, appunto, il nome del santo. Gli anfiteatri vengono giudicati dall’Impero cristiano i luoghi dei combattimenti cruenti da condannare, e cadono presto in disuso, mentre l’utilizzo dei circhi (per le corse dei cavalli ma ancor più per le assemblee o le celebrazioni pubbliche) prosegue ancora per molto tempo. Nel 314 d.C., solo un anno dopo la legalizzazione del Cristianesimo, il concilio di Arles previde la scomunica per gli aurighi: sono però attestati corse di cavalli e giochi anche in anni successivi.

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