La Centuriazione romana

La centuriazione era il sistema con cui i romani organizzavano il territorio agricolo, fondato sullo schema che già usavano per i “castra” e nella fondazione di nuove città. Essa si caratterizzava per la regolare disposizione, secondo un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati all’assegnazione a nuovi coloni che in molti casi erano legionari in congedo.
I romani cominciarono ad utilizzare questo sistema in relazione alla fondazione, nel IV secolo a.C., di nuove colonie in territorio sabino. Lo sviluppo delle caratteristiche geometriche ed operative che sarebbero divenute quelle classiche si ebbe con la fondazione delle colonie nella pianura padana, a partire dalla città di Ariminum (Rimini) nel 268 a.C..
La legge agraria promulgata da Tiberio Gracco del 133 a.C. prevedeva la privatizzazione dell’ager publicus, e ciò dette un grande impulso alle divisioni di terre effettuate mediante la centuriazione, che in seguito venne utilizzata sia nei casi di bonifiche e di fondazione di nuove colonie, sia nell’assegnazione di terre ai veterani delle tante guerre civili tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero, tra le quali la Battaglia di Filippi del 42 a.C..
La diffusione delle centuriazioni fu capillare in tutta Italia, esempio ne è il fatto che in alcune province tra Roma e Salerno, per esempio, siano state rintracciate fino a 80 diverse centuriazioni effettuate in epoche differenti.

La centuriazione del territorio di Padova
La centuriazione del territorio di Padova

L’ager centuriatus veniva tracciato dall’agrimensore che, analogamente agli insediamenti, individuava un “umbilicus agri” da cui, mediante una groma, tracciava due assi stradali perpendicolari tra loro: il primo generalmente in direzione est-ovest, chiamato “decumano massimo”, il secondo in direzione nord-sud, detto “cardine massimo”. In altre occasioni ci si basava sull’orientamento di vie di comunicazione già esistenti, come ad esempio le centuriazioni lungo la via Emilia, o ad altre caratteristiche del territorio . Talvolta, risultavano essere il prolungamento del cardo e del decumano massimo di una città, la quale veniva dunque a trovarsi in corrispondenza dell’umbilicus sopra citato.
La centuriazione era una caratteristica tipica di terreni pianeggianti, tuttavia sono state documentate anche centuriazioni anche in zone collinari.
L’agrimensore si posizionava nel punto prescelto con lo sguardo rivolto verso ovest e definiva il territorio: col nome “ultra” ciò che vedeva davanti, “citra” quanto aveva alle spalle, “dextera” quello che vedeva alla sua destra e “sinistra” quello che vedeva alla sua sinistra.
In un secondo momento venivano tracciati da una parte e dall’altra degli assi iniziali i cardini e i decumani secondari, detti “limites quintarii”. Erano assi stradali posti paralleli ad intervalli di circa 3,5 km. Il territorio risultava così suddiviso in superfici quadrate che venivano chiamate “saltus”.
La rete stradale veniva ulteriormente infittita con altre strade parallele ai cardini già tracciati ad una distanza tra loro di poco superiore ai 700 metri. Le superfici quadrate risultanti da questa ulteriore divisione erano le “centurie”. Tali dimensioni si imposero in effetti al momento di dover delimitare le grandi estensioni della pianura padana, mentre in precedenza si era fatto uso di centurie di dimensioni minori.
Le larghezze stradali, erano le seguenti: 40 piedi romani (11,84 m) per il decumano massimo, 20 piedi romani (5,92 m) per il cardo massimo, 12 piedi romani (3,55 m) per i limites quintarii, 8 piedi romani (2,37 m) per le altre strade.
Ogni centuria era suddivisa in dieci strisce, sempre con linee parallele ai cardini e ai decumani, alla distanza tra loro di una settantina di metri, formando così 100 superfici di quadrati di circa 0,5 ettari chiamate “heredia” .
Ogni “heredium” era suddiviso a metà nell’asse sud-nord costituendo due iugeri che era la quantità di terreno che poteva essere arata normalmente in un giorno da un paio di buoi.
Gli esempi più significativi, in Italia, di questa organizzazione territoriale si trovano ancora oggi nella zona di Acerra, Capua, Nola, in Campania;
nella provincia di Bergamo nella zona di Treviglio, nei dintorni di Cesena, nella Provincia di Cremona, a Firenze nella piana ad ovest fino a Prato e oltre, in Piemonte nella zona dell’alessandrino, in Provincia di Mantova, nel Padovano, a Villadose, comune della Provincia di Rovigo, dove è presente anche un museo dedicato alla centuriazione del territorio.
Gli autori latini Varrone e Frontino individuarono nella disciplina etrusca l’origine della pratica della centuriazione. I rituali religiosi messi in pratica dai sacerdoti etruschi avevano il compito di suddividere lo spazio terrestre sulla base dell’ordine celeste seguendo l’orientamento del sole e della luna per tracciare la divisione principale che correva da Est a Ovest a cui seguiva una seconda ripartizione in senso Nord-Sud. Tale impianto, realizzato su base astronomica, si rileva anche all’origine di alcune centuriazioni romane particolarmente antiche, come quella di Rimini, in cui la parte più arcaica segue un orientamento celeste.

Cippo gromatico di età romana
Cippo gromatico di età romana

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