Come detto la lunghezza delle mura si aggirava attorno ai diciannove chilometri (oggi ne rimangono visibili più o meno dodici), ed erano intervallate ogni trenta metri circa, da una torretta di forma quadrata, inoltre un camminamento, largo quasi quattro metri rimasto ad oggi quasi intatto, correva lungo tutto il perimetro munito inoltre di postazioni per le artiglierie leggere. Naturalmente nel corso degli anni, a secondo delle necessità diversi imperatori, ritoccarono, innalzarono o modificarono queste mura, e queste differenze si notano bene ancora oggi osservando le torri quadrate citate sopra, con le finestrelle costruite da Onorio molto tempo dopo ad un livello più elevato rispetto a quelle del periodo di Aureliano, molte di queste torri poggiano su monumenti o edifici già esistenti lungo le vie consolari: è il caso delle porte Flaminia, Salaria, Nomentana, Tiburtina e la posterula Ardeatina. Le porte sono formate da blocchi di travertino (Ostiense, Pinciana, Tiburtina) mentre le porte maggiori presentano rivestimenti in marmo (Appia, Latina). Alcune porte sono state completamente sostituite nel tempo, come la Flaminia la Nomentana e l’Aurelia, altre hanno subito cambiamenti solo nel nome: l’Appia si è tramutata in Porta San Sebastiano, l’Ostiense in Porta San Paolo e l’Aurelia in Porta San Pancrazio.
Come scritto sopra, diversi imperatori modificarono leggermente o radicalmente alcuni tratti di mura, si possono ricordare in proposito gli interventi apportati da Massenzio nel 310 (anche se per molti storici, questo non è accertato), i rinforzi costruiti da Arcadio e Onorio nel 402- 403, e gli interventi obbligati fatti da Teodosio II e da Valentiniano III dopo il sacco di Roma da parte di Alarico nel 410.