Maggioriano l’ultimo eroe di Roma

Tendenzialmente gli imperatori degli ultimi anni di vita dell’impero d’occidente, vengono visti come sovrani fantoccio nelle mani di potenti generali barbarici, oppure a semplici comparse, a malapena degni di essere ricordati. Purtroppo in questo calderone, è finito colpevolmente anche L’imperatore Maggioriano l’ultimo eroe di Roma, ed anche l’ultima speranza che ebbe la città eterna di tornare ai vecchi splendori. Fu solo grazie a lui infatti che un decadente impero, seppe improvvisamente rialzare la testa, riconquistando le Gallie e  la Spagna ai danni dei Visigoti, e  ad un passo anche dallo sbaragliare i Vandali di Genserico dal nord Africa, attuando allo stesso tempo importanti riforme fiscali che resero più equo il sistema delle riscossioni delle tasse.

Maggioriano l'ultimo eroe di Roma
Maggioriano l’ultimo eroe di Roma

maggioriano L’ULTIMO EROE DI ROMA, ascesa al potere:

La famiglia di Giulio Valerio Maggioriano apparteneva all’alta aristocrazia militare, suo nonno omonimo era infatti Magister Equitum dell’imperatore Teodosio, e la sua giovinezza fu forzatamente influenzata da una rigida educazione strategica e militare, con una specializzazione, per così dire, in ambito logistico. Le sue prime spedizioni furono al fianco del grande Flavio Ezio, generale romano in grado di sconfiggere il temutissimo Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici, insieme al suo giovane amico di origine barbarica, Ricimero. Al fianco di Ezio, Maggioriano sviluppa in breve tempo l’esperienza e una grande abilità sui campi di battaglia, diventando prestissimo uno dei più valenti comandanti dell’impero d’occidente. Tuttavia, quasi all’apice della sua carriera entrò in scena l’imperatore in carica, Valentiniano III, che mal sopportava la grande influenza e popolarità di cui godeva Flavio Ezio, pensando di donare in moglie a Maggioriano la sua unica figlia, con l’intento di portarlo dalla sua parte, e privando così di conseguenza Ezio di uno dei suoi uomini migliori. Intuendo però la mossa dell’imperatore il forte generale romano, pensò di stroncare la carriera di Maggioriano, che fu in questo modo costretto ad abbandonare temporaneamente la scena. La situazione cambiò improvvisamente quando Valentiniano, con una mossa a dir poco disastrosa, pensò bene di fare assassinare Flavio Ezio, privando l’impero dell’unico uomo in grado di tenere ancora unito un esercito sempre più barbarizzato e sempre meno motivato a difendere Roma. A questo riguardo gli storici dell’epoca riportano una celebre frase che calza a pennello sul gesto inconsulto compiuto da un sovrano, dai più riconosciuto come incapace e codardo:

“Uccidendo Ezio, Valentiniano III tagliò con il suo braccio sinistro il suo braccio destro”

L’unico merito che ebbe questa tragica scelta, fu il ritorno sulla scena di Maggioriano, il quale riprese la sua ascesa insieme all’amico Ricimero. Dopo la morte di Valentiniano, avvenuta il 16 marzo del 455 d.C.,  e dopo due mesi anche del suo successore Petronio Massimo, i due forti generali spinsero sul trono Flavio Eparchio Avito, il cui regno durò poco più di un anno, prima che i due, vista la sua incapacità di mediare fra le esigenze dell’esercito e il senato, decidessero di eliminarlo. L’idea di Maggioriano e Ricimero era quella che solo l’imperatore d’oriente, Leone I, avrebbe avuto l’autorità di nominare il nuovo sovrano d’occidente. Così sollecitato, Leone I, non potendo elevare Ricimero, in quanto di stirpe barbarica, scelse Maggioriano, di nobili origini romane, nominando il suo fedele amico come suo Magister Equitum.

maggioriano L’ULTIMO EROE DI ROMA,  la difesa dai vandali, e la riconquista della gallia:

Nell’estate del 458 d.C., un forte contingente di Vandali, sbarcò in Campania, creando subito grandi devastazioni, una situazione pericolosa che costrinse il nuovo imperatore Maggioriano ad intervenire in prima persona. Raccolto così un esercito, variamente composto da molte tribù barbariche alleate di Roma, si scontrò con i Vandali, ottenendo una brillante vittoria, impedendo così una probabile invasione da sud della penisola italica. Il sovrano nonostante il successo si rese subito conto che serviva un vero contingente a difesa dell’Italia, costituendo in proposito un vasto reparto di federati. Maggioriano sapeva inoltre che i Vandali erano dotati di una potente flotta, decidendo quindi di creare anch’egli nuove navi da guerra, puntando sugli antichi scali del Miseno e di Ravenna. Allo stesso tempo promulgò una legge che consentiva ad ogni cittadino di essere armato, richiamando l’antica tradizione per la quale un cittadino poteva anche essere un soldato pronto a difendere la sua terra da un eventuale invasore. In questo modo, in caso di minaccia diretta, sarebbe stato relativamente facile reclutare nuovi elementi per l’esercito.

Sistemate le difese in Italia, Maggioriano volse lo sguardo verso la Gallia, una regione strategica che tuttavia non lo riconosceva come nuovo sovrano, il che creava un vistoso ostacolo per la stabilità del nuovo sistema che si intendeva ricostituire. Dopo una prima spedizione comandata dal generale Egidio, suo uomo di fiducia che però finì presto accerchiato dai Visigoti, Maggioriano ancora una volta si recò sul luogo di persona, lasciando gli affari italici con buona fiducia al fidato Ricimero. L’imperatore si mosse velocemente, riuscendo ad ottenere importanti successi, senza che questi sfociassero in grandi battaglie campali, con rapide mosse del suo esercito, assediò, o tolse dall’assedio diverse città importanti, guadagnandosi così il controllo su quei territori, per poi nominare il generale Egidio, nuovo governatore. Il nuovo sovrano non fu però solo un abile militare, ma anche un fine diplomatico, un’arte con la quale intraprese nuove trame politiche con i vari principi gallici, con l’obiettivo di far capire loro che la sua guida sarebbe stata conveniente anche per i loro interessi. Questo lavoro, diviso fra operazioni belliche mirate e trattative diplomatiche, portò in breve tempo la Gallia sotto l’egida di Roma come nei tempi più antichi, ma Maggioriano non si accontentò, anche la vicina Spagna era ritenuta altrettanto importante.

Maggioriano l'ultimo eroe di Roma
Maggioriano l’ultimo eroe di Roma

maggioriano L’ULTIMO EROE DI ROMA,  la riconquista della spagna:

Approfittando del sacco di Roma operato dai Visigoti, e del relativo momento di sbandamento dell’autorità centrale, gli stessi si impadronirono della penisola iberica. Maggioriano, che già aveva programmato di sbarcare anche in nord Africa per affrontare i Vandali, aveva assoluto bisogno di riassumere l’intero controllo della Spagna, per poi concentrare tutte le sue forze contro Genserico. Proprio con questo obiettivo, l’imperatore ricostituì il suo esercito in Liguria, per poi marciare verso il sud della Gallia, prima di giungere in Spagna dove decise di dividere in due parti le sue forze, per dirigerle in due diverse direttrici: il primo troncone avrebbe proceduto lungo la costa mediterranea della penisola, mentre il secondo avrebbe preso una direzione più interna diretto verso la Lusitania. La tattica ebbe il successo sperato, i Visigoti vennero totalmente colti di sorpresa, subendo una serie di rovesci che riportarono la Spagna nuovamente sotto il controllo di Roma. Le imprese di Maggioriano arrivarono in breve anche alle orecchie di Genserico, Re dei Vandali,  nel frattempo attestati nel nord Africa, che subito, un pò intimorito dalla rapidità delle sue azioni, gli offrì la pace. L’imperatore però rigettò nettamente l’offerta, preparandosi viceversa a riversare ogni mezzo disponibile in Africa per spazzare via definitivamente anche i Vandali, in modo da ricostituire quasi totalmente i possedimenti del vecchio impero d’occidente.

Prima di compiere questo passo, ancora una volta Maggioriano dimostrò di essere uomo accorto e di non lasciare davvero niente al caso, facendo un largo uso di quello che oggi giorno noi chiameremo “intelligence”. L’imperatore prima di sferrare l’attacco tentò di raccogliere il maggior numero di notizie possibili sul nemico, dal numero di effettivi, ai loro rifornimenti e alle loro tattiche sul campo, Procopio di Cesarea, ci racconta addirittura che lo stesso sovrano, si travestì come un ambasciatore, per recarsi personalmente da Genserico, così da vedere con i suoi occhi il nemico da vicino. Non sappiamo se questo racconto sia effettivamente accaduto, ma ci fa capire come Maggioriano tentò di non lasciare davvero niente al caso. Quando il romano si sentì pronto ad attaccare, accadde l’imprevisto che mandò i suoi piano all’aria. La principale arma in mano a Maggioriano era rappresentata da una potente flotta, che a quel momento era ancorata al largo delle Baleari, il tradimento di alcuni marinai, permise però ai Vandali, prima  di individuarla, e poi di darla completamente alle fiamme, a quel punto i rischi di quella missione, senza la flotta ormai inutilizzabile, erano troppo alti e Maggioriano dovette rinunciare al suo piano.

maggioriano L’ULTIMO EROE DI ROMA, il tradimento di ricimero e morte:

Il progetto di Maggioriano era prossimo al termine, e nonostante la sua buona volontà, le sue scelte lentamente si scontrarono con le caste più privilegiate. A far tramontare i suoi piani fu proprio quel Ricimero, rimasto in Italia a gestire la situazione con la fiducia del sovrano. Una fiducia davvero mal riposta, visto che a dispetto della loro lunga amicizia, il barbaro non perse tempo a coalizzare attorno a se tutti coloro che non ritenevano Maggioriano il legittimo sovrano, un fronte che si allargò ulteriormente con tutti coloro che non volevano perdere i propri privilegi, minacciati dalle riforme fiscali dell’imperatore. Il fallimento nord Africano capitò al momento giusto, Maggioriano, non potendo più pagare l’esercito, fu costretto a congedarlo, così Ricimero si trovò pronto a far scattare il suo tradimento. L’imperatore sulla via del ritorno nella Capitale, venne arrestato inseme alla sua guardia personale, nei pressi di Tortona, dove venne torturato per intere giornate e poi infine decapitato. Il comportamento di Ricimero fu incredibilmente spietato, nonostante la vecchia amicizia che lo legava al sovrano, non permettendo neppure che ai quei poveri resti, venisse data una degna sepoltura. Scompariva così Maggioriano l’eroe di Roma, l’ultimo grande sovrano d’occidente, abilissimo generale, statista e riformatore, ma schiacciato dalla totale corruzione di quei tempi e dal totale disfacimento della società.

Fra tutti gli imperatori dell’epoca risultati inetti, inadatti o veri e propri fantocci pilotati da altri, Maggioriano viene colpevolmente accomunato a queste figure, tralasciando invece che fu l’ultimo vero grande imperatore d’occidente e che tentò in ogni modo di ricostituirne gli antichi fasti.

Credits to:

https://scriptamanentitalia.it/imperatore-maggioriano-roma/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.