Roma antica e i miti da sfatare

Nel corso dei secoli, molte informazioni travisate, o mal riportate, hanno creato una lunga serie di stereotipi sulla Roma antica, che nella maggioranza dei casi, non corrispondono alla realtà dei fatti, ma che, consolidandosi nel tempo, vengono dati ormai per scontati e assolutamente veritieri, per questo oggi ci occuperemo della Roma antica e i miti da sfatare.

ROMA ANTICA E I MITI DA SFATARE, IL POLLICE VERSO:

Il pollice verso, è probabilmente uno dei falsi miti più rinomati della Roma antica, si pensa infatti che l’Imperatore, al termine dei combattimenti fra gladiatori, nell’arena, lo mostrasse rivolto verso il basso per condannare definitivamente a morte, lo sconfitto di turno. Viceversa, se il pollice veniva rivolto verso l’alto. lo sventurato avrebbe avuto salva la vita, niente di più falso. Le fonti antiche infatti, non menzionano niente di tutto ciò, anzi, alcuni studi più recenti, relativi all’epoca, hanno portato alla luce alcuni indizi che dimostrerebbero l’esatto contrario. In queste fonti, il pollice verso l’alto, o disposto orizzontalmente,  viene equiparato ad una spada sguainata, il che sarebbe stato sinonimo di condanna a morte, mentre rivolto verso il basso, o come suggeriscono alcuni ritrovamenti, chiuso nel pugno,  avrebbe significato il rinfoderare l’arma, e salvare la vita di colui che rimaneva in attesa del verdetto finale. A far diffondere questo falso storico, pare che sia stato il celebre quadro del pittore francese, Jean Leon Gerome, nel 1872. Nel dipinto infatti sono ben visibili alcune vestali sugli spalti dell’arena, con i pollici rivolti verso il basso, che suggeriscono ad un mirmillone in attesa, come comportarsi con il gladiatore da lui sconfitto.  Questo quadro ha avuto una fortissima influenza sullo svolgimento del famosissimo film, Il Gladiatore.Pare infatti che i produttori, al momento di proporre il film al regista, Rydley Scott, gli abbiano presentato una copia del dipinto, ancora prima della sceneggiatura. Pur venendo a sapere che si trattava di un falso storico, il regista per non disorientare il pubblico, preferì adeguarsi alla cultura popolare.

Roma antica e i miti da sfatare
Roma antica e i miti da sfatare

ROMA ANTICA E I MITI DA SFATARE, nerone con la cetra mentre la città brucia:

Un altro mito ormai radicato nell’immaginario collettivo e davvero duro a morire, è rappresentato dall’imperatore Nerone, che dopo aver appiccato un rovinoso incendio, osserva la città bruciare dilettandosi nel suono della sua cetra. Questo luogo comune è forse più recente rispetto ad altri, ma un ruolo decisivo nell’esacerbare a dismisura, la figura dell’eccentrico sovrano, lo hanno certamente avuto i numerosi film girati sull’evento in questione. Effetivamente la città di Roma subì un disastroso incendio nel 64 d.C., che ne rase al suolo molti quartieri, ma il punto fondamentale è che in quel frangente, Nerone non si trovava in città, ne tantomeno, ordinò a qualcuno di appiccare le fiamme. La realtà vuole che i cittadini romani, fomentati in larga parte dai detrattori di Nerone,  finirono per incolpare l’imperatore, in quanto edile, e di conseguenza, responsabile della sicurezza del popolo. Il sovrano poi non perse tempo ad incolpare una frangia estremista di cristiani, che in quel periodo ben si prestavano come capro espiatorio. Certamente vi sono elementi che lasciano diversi dubbi, anche perchè poco tempo dopo, Nerone utilizzò una larga parte di terreno sgomberato dalle macerie, per costruire la sua Domus Aurea, uno dei palazzi più sontuosi e lussuosi di tutta la storia romana, tuttavia un autorevole storico come Tacito, ci tramanda che fu proprio l’imperatore a ritornare precipitosamente a Roma, una volta appresa la notizia dell’incendio, prodigandosi per favorire i primi aiuti, arrivando persino ad aprire i suoi giardini privati per ospitare coloro che avevano perso tutto.

Roma antica e i miti da sfatare
Roma antica e i miti da sfatare

ROMA ANTICA E I MITI DA SFATARE, i legionari col pennacchio in testa:

Un altro luogo comune diffusissimo è rappresentato dai legionari romani, dotati di elmo con alti pennacchi di colore rosso. Per prima cosa, il pennacchio sull’elmo era un tratto distintivo esclusivo del centurione, ma il punto fondamentale è che non era di colore rosso, come non erano rossi neppure i mantelli che potevano essere in dotazione ai più alti graduati. Nell’antica Roma il colore porpora non era semplice da ottenere, e cosa ben più importante non era assolutamente economico, è perciò impensabile che pennacchi o indumenti di questo colore fossero prodotti in grande numero, non essendo inoltre indispensabili. Anche questo mito, portato in auge dalla filmografia, va di pari passo a quello della figura del gladiatore. Tendenzialmente i gladiatori erano schiavi, prigionieri di guerra o criminali, ma potevano anche essere comuni cittadini, ansiosi di mettere a rischio la propria vita in cambio di immensi guadagni, o addirittura personaggi in vista della società, disposti a dimostrare il loro valore. Tutti frequentavano le scuole gladiatorie, gestite dai lanisti, anche se non era certo una vita facile, veniva scelta come possibilità di carriera, e con un pò di fortuna, anche per diventare ricchissimi.

ROMA ANTICA E I MITI DA SFATARE, vomitare ai banchetti per poter ricominciare a mangiare:

Ai miti da sfatare aggiungiamo anche il fatto che i romani ai tanto amati banchetti, perdessero ogni dignità, e come dei pazzi, mangiavano fino a scoppiare, per poi vomitare e ricominciare nuovamente ad ingozzarsi. Questa rappresenta un’ennesima immagine totalmente fuorviante, portata dal fatto che in alcune fonti, probabilmente mal riportate, viene citato un “vomitorium”, ovvero una sala, presente nelle domus patrizie, che sarebbe servita esclusivamente per ospitare i partecipanti ad un banchetto, troppo pieni e che desideravano liberarsi. L’errore in questo caso è di fraintendimento, e probabilmente in queste fonti si faceva riferimento ai “Vomitoria”, che non erano altro che passaggi creati per far defluire più regolarmente la folla in entrata e in uscita dalle arene o dai teatri. Questo non vuol dire che i romani in alcune occasioni non amassero lasciarsi andare ad esagerazioni, gli imperatori, Vitellio e Claudio, fanno scuola con i loro incredibili banchetti e con le loro abitudini alimentari, ma si tratta di casi isolati, e che molto spesso venivano presi ad esempio come comportamenti sconvenienti ed eccessivamente lascivi.

Credits to:

https://bardiromaantica.it/falsi-miti-roma-antica/

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