Aulo Cecina Severo

Il generale Aulo Cecina Severo, nacque a Volterra attorno al 43 a.C.. Prestigioso politico e grande militare,  fratello del console suffetto, Gaio Cecina Largo, ebbe ben sei figli, e morì in data incerta dopo il 21 d.C..

Appartenente alla Gens Caecina, originaria dell’Etruria, Aulo Cecina Severo divenne nell’1 a.C., all’età di 42 anni, console suffetto, in quanto “Homo Novus”, e non avendo quindi una discendenza consolare, per tradizione dovette aspettare il raggiungimento dei 40 anni di età per ricoprire tale ruolo, anche se va detto che la sua carriera cominciò ben prima, quando nel 25 a.C., fu tribuno militare, e poi questore nel 19 a.C..

Aulo Cecina Severo divenne in breve tempo uno dei migliori generali durante i primi anni della dinastia Giulio Claudia, in particolare ebbe modo di mettersi in evidenza quando fra il 6 e il 9 d.C., da governatore della neonata provincia di Mesia, dovette affrontare la sollevazione dalmato-pannonica. L’insurrezione divampò prima fra i Dalmati, capeggiati da un certo Batone, per poi estendersi verso la Pannonia, dove i Breuci del generale Pinnes, si unirono alla rivolta. Anche in questo caso gli uomini che capeggiavano gli insorti, come nel caso di Arminio, avevano in precedenza servito sotto l’esercito di Roma come ausiliari, conoscendo quindi  molto bene le tattiche militari e la disciplina che governavano le legioni sul campo di battaglia. Quando l’imperatore Tiberio chiese ai nemici, il motivo di tale sedizione, pare che Batone gli abbia risposto:

«Voi Romani, dovete essere incolpati per aver mandato, come guardiani delle vostre greggi, non cani o pastori, ma lupi».
Aulo Cecina Severo
Aulo Cecina Severo
Per fronteggiare la situazione, Tiberio impiegò tre lunghi anni, avvalendosi a rotazione dei migliori generali a disposizione, oltre ad Aulo Cecina Severo, vale la pena nominare anche Marco Valerio Messalla, Marco Emilio Lepido, e Marco Plauzio Silvano.  Nel 6 d.C., Severo riuscì nell’impresa di espugnare la roccaforte di Sirmio, odierna Sremska Mitrovica, difendendo allo stesso tempo tutta la provincia dalle incursioni dei Daci, grazie anche all’aiuto degli alleati Traci. Nei tre anni seguenti, insieme a Marco Plauzio Silvano, non solo intervenne per evitare la disfatta di un’intera armata romana presso Siscia, ma correndo lungo tutto il fronte  macedone, difese con valore tutta la provincia, riuscendo addirittura ad avanzare nell’Illiria meridionale per sedare le ultime sacche di resistenza dalmata.
Pochi anni più tardi, nel 14 d.C., troviamo Severo impegnato come legato al seguito di Germanico nella Germania inferiore. In particolare si fece notare per aver sedato sul nascere il malcontento delle legioni già pronte ad ammutinarsi, dopo di che, a capo dei suoi uomini, (la I e la XX legione erano sotto il suo diretto comando),  si trovò ad affrontare una coalizione di germani, ancora in fiducia dopo la vittoria di Teutoburgo di 5 anni prima.  La ribellione delle legioni si sviluppò subito dopo la morte di Ottaviano Augusto, l’esercito infatti, stanco della dura vita al fronte, prese a chiedere a gran voce una diminuzione della ferma militare, e un aumento della paga, la sedizione nacque proprio fra gli uomini di Severo, che costrinsero Germanico a spostarsi dalla Gallia dove si trovava, in gran fretta. Il generale romano fu costretto ad alcune concessioni per placare gli animi delle truppe, che soddisfatte rientrarono nei loro quartieri.
Germanico si spostò poi nella Germania superiore, dove ottenne il giuramento di fedeltà delle truppe li dislocate, si riappropriò di un forte romano dismesso, e da li gettò un ponte sul fiume per addentrarsi nei territori nemici, facendosi precedere da Aulo Cecina Severo e dalle truppe leggere. Giunti nei territori dei Marsi, i romani li trovarono ancora ubriachi e addormentati dai banchetti della sera precedente, Germanico così allargò il più possibile il fronte dei suoi uomini, in modo da devastare quanto più territorio nemico possibile. Alla notizia di ciò che stava accadendo, le altre tribù germaniche si disposero lungo gli stretti passaggi che i legionari dovevano obbligatoriamente percorrere per far ritorno ai loro accampamenti, Germanico però che si aspettava quel genere di mossa, fece precedere la colonna dalla XX legione in assetto da battaglia, guidando personalmente i suoi uomini durante le imboscate, facendo così passare indenne il resto dell’esercito che sopraggiungeva.
L’anno seguente, le campagne militari romane culminarono con il recupero del vessillo della XIX legione distrutta sei anni prima a Teutoburgo, vendicando la pesante onta subita, nel frattempo Aulo Cecina devastava i territori fra i fiumi Ems e Lippe, giungendo nuovamente in quei luoghi dove i resti di migliaia di romani giacevano ancora insepolti, inflisse poi una parziale sconfitta ad Arminio, che ancora imperversava, e ricevendo per questo grandi onori militari.
In particolare, Aulo Cecina Severo, si venne a trovare in difficoltà durante l’attraversamento dei cosiddetti Pontes Longes, ovvero delle vie sopraelevate costruite dai romani per superare più agevolmente quei terreni acquitrinosi. L’attacco improvviso dei Cherusci, guidati da Arminio, colse di sorpresa i legionari di Aulo, che rischiarono seriamente di essere annientati. Fortunatamente, dopo ore di lotta, i romani riuscirono a spingere il nemico su di un terreno più stabile e asciutto, riuscendo a respingerlo e a costruire il campo per la notte. La battaglia appena terminata aveva però disperso una gran quantità di tende, attrezzi da lavoro, e medicamenti per i feriti, cosa che causò negli uomini di Aulo un grande scoramento, accersciuto ancora di più dai germani, che nel frattempo avevano accerchiato il campo. Con una mossa fulminea però Aulo, la mattinata seguente, portò fuori i legionari dal campo, accerchiando a sua volta i nemici che si fecero cogliere di sorpresa, ottenendo una grande vittoria, e costringendo Ariminio ad una fuga precipitosa.
Le ultime notizie che riguardano Aulo Cecina Severo risalgono al 21 d.C., il che fa supporre che non condusse più alcuna campagna militare, e che all’età di 64 anni potrebbe aver perso la vita a causa di una malattia. In conclusione Aulo Cecina Severo fu una personalità che si guadagnò tutti gli onori ricevuti, non per il suo censo o perchè aveva conoscenze alto locate, bensì per la sua bravura e per il suo grande coraggio sul campo di battaglia.
Credits to:
https://www.romanoimpero.com/2019/05/aulo-cecina-severo-caecina-severus.html?m=0

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