I Velites

I Velites erano i reparti armati alla leggera in capo agli eserciti di Roma, e a partire dal III secolo a.C., erano quasi di pari numero rispetto agli hastati e ai principes, ovvero circa 1.200 uomini a legione.

i velites, armamento e utilizzo tattico:

L’armamento di un velite consisteva di una leggera corazza in cuoio (a volte assente), un piccolo scudo di legno di forma rotonda, una spada, e una serie di giavellotti, di dimensioni ridotte, più leggeri ma molto appuntiti, vagamente simili ai moderni giavellotti nelle gare di atletica, questi venivano scagliati con gran velocità, abbattendo le prime fila nemiche, permettendo poi ai velites di ritirarsi nelle retrovie. Il loro equipaggiamento era poi completato da un elmo, il più delle volte ricoperto da una pelle di animale, solitamente di lupo, il che fece guadagnare loro l’appellativo di uomini lupo, , che serviva per una maggiore protezione ma che aveva anche lo scopo di renderli più distinguibili sul campo di battaglia.

I Velites
I Velites

Il loro compito era quello di attaccare battaglia per primi, con il loro fitto lancio di giavellotti, molto sottili e appuntiti che spesso bastavano per infliggere gravi danni fra i nemici. La particolarità di questi dardi era simile al più pesante pilum dei legionari, la loro sottile punta infatti, dopo aver colpito il bersaglio, che poteva anche essere uno scudo avversario, si sarebbe irrimediabilmente piegata, non permettendone così a nessuno un secondo utilizzo. Il fitto lancio di giavellotti tormentava di continuo il nemico, che sotto attacco, si sarebbe trovato nello scomodo ruolo di dover affrettare lo schieramento, o addirittura scompaginato e incapace di organizzarsi. I Velites erano sicuramente aiutati dal loro equipaggiamento leggero, la loro sottile armatura in cuoio, li rendeva molto agili e veloci, il che consentiva loro di compiere operazioni che sarbbero state impossibili per la fanteria pesante, rendendo perciò l’intera legione molto più versatile e in grado di adattarsi meglio al territorio e al nemico che si aveva di fronte. Il punto di forza dei Velites era quindi la velocità, e il fatto che non combattessero in formazione ma in ordine sparso, li rendeva anche l’unità più adatta ad affrontare carri da guerra o elefanti, d’altro canto però erano molto vulnerabili nel corpo a corpo. In poche parole i Velites erano preparati ad affrontare tutta una serie di azioni, molto più simili a tattiche di guerriglia, lasciando gli scontri più violenti nelle mani dei legionari veterani

Ogni manipolo poteva contare su 40 velites, sempre sotto al comando dei Centurioni, al tempo della seconda guerra punica, ogni legione poteva contare sull’apporto di circa 1.200 Velites, reclutati sempre fra i più giovani di età e i più poveri. Poco prima che la battaglia avesse inizio, lanciavano sul nemico una vera pioggia di dardi, che solitamente causava più danni morali che materiali, ma che però concedeva maggior tempo allo schieramento romano di completarsi con successo. Nonostante il loro prezioso apporto però, i Velites non erano quasi mai tenuti in grossa considerazione. All’interno dell’accampamento i Velites, completavano i turni di guardia esterni, disponendosi lungo il vallo che circondava il campo,

classe sociale ed eta’:

In epoca repubblicana i soldati dovevano provvedere personalmente al proprio equipaggiamento, anche per questa ragione i Velites, visto il loro scarno armamento, provenivano dalle classi sociali meno abbienti, oppure di età media molto bassa. Ciò è confermato anche dallo storico Polibio, che nelle sue “Storie”, ci racconta di come i Velites fossero composti dalla parte più giovane e più povera della popolazione, almeno fino ai tempi di Gaio Mario e della sua riforma dell’esercito, dove la classe sociale di ogni cittadino perdeva ogni rilevanza.

Da quel momento in poi infatti l’unica cosa che contava era la salute, ogni uomo, povero o ricco che fosse, poteva servire nell’esercito, lo Stato avrebbe provveduto a fornire un adeguato equipaggiamento anche a coloro i quali non potevano permetterselo. Il censo del cittadino perdeva così ogni rilevanza, almeno all’interno delle legioni, e gli armamenti e l’addestramento furono sempre più standardizzati, compreso il ruolo dei Velites, che lentamente scomparirono venendo così assorbiti nel corpo delle legioni, lasciando il loro compito nelle mani delle truppe ausiliarie.

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