I memorabili banchetti di Lucullo

I memorabili banchetti di Lucullo si distinguevano senza dubbio per la grande ricchezza e qualità delle pietanze servite, nella casa del grande aristocratico e generale romano, Lucio Licinio Lucullo. Lucullo fu un importantissimo esponente della classe aristocratica romana, e si distinse per la sua profonda cultura e per le grandi doti di comandante militare. . Stranamente questo grande personaggio è passato alla storia più per la sua grande passione verso il cibo, piuttosto che per le sue grandi vittorie sui campi di battaglia, tant’è che ancora oggi, ad un pranzo particolarmente buono ed abbondante, attribuiamo la definizione di “luculliano”. Verrebbe quindi fin troppo facile pensare a Lucullo come una persona robusta, sopraffatta dal troppo cibo o inebriato dai numerosi vini, ebbene non esiste un’idea più sbagliata di questa, Lucullo era un uomo prestante, molto attento all’alimentazione, e dedito ad un duro addestramento militare, dotato di una mente lucidissima, padroneggiava senza problemi sia la lingua latina che quella greca.

I memorabili banchetti di Lucullo
I memorabili banchetti di Lucullo

I memorabili banchetti di Lucullo presero così piede, partcolarmente dopo il 69 a.C., dopo che il forte generale romano, ottenne una grande vittoria a Tigranocerta, ponenedo di fatto termine alla prima guerra mitridatica. Dopo quella memorabile impresa infatti, Lucullo, passò il suo tempo fra la sua villa di Roma e i suoi possedimenti di Baia, nel golfo di Napoli, luogo dove si distinse per le innovative tecniche di pescicoltura, in particolare di gamberi, aragoste, murene, ed altre specie pregiate. Così, fra le grandi storie riguardanti la fama di buongustaio di Lucullo, che tra l’altro, sembra sia stato il primo a portare le ciliegie, sulle tavole romane, ricordiamo di seguito un curioso aneddoto che lo vide protagonista con il grande oratore, Cicerone. Conoscendo la fama di Lucullo, Cicerone aveva messo in giro alcune voci che insinuavano che se qualcuno si fosse recato a cena da Lucullo, senza un minimo preavviso, si sarebbe trovato di fronte a delle pietanze misere, degne di una tavola plebea. Il generale, non appena udito quelle voci, invitò ad un banchetto seduta stante, Cicerone ed alcuni amici, senza avvertire i cuochi dell’arrivo di ospiti tanto illustri, ma chiese soltanto ad un servo di chiedere ai camerieri di preparare la sala dedicata al dio Apollo. A quella “parola d’ordine”, i camerieri capirono subito che qualcuno di molto imporante sarebbe arrivato da li a poco, e cosi in effetti avvenne. Con grandissima soprpresa di Cicerone e dei suoi amici, vennero serviti frutti di mare, asparagi, ostriche, scampi, pesci di vario tipo, pavoni arrosto, murene e pernici, il tutto innaffiato da abbondante vino. Pare che Lucullo avesse una particolare predilezione per la carne di tordo, e amava cenare in grande stile anche quando si trovava da solo, a lui infatti viene attribuita la frase: “Lucullo cena da Lucullo”, rimproverando aspramente un suo schiavo per aver preparato una cena troppo semplice, sapendo che il suo padrone non aveva ospiti.

I MEMORABILI BANCHETTI DI LUCULLO, LA VILLA:

La villa più famosa del golfo di Napoli era senz’altro quella di Lucullo, il generale romano, infatti, dopo aver militato nell’esercito, sotto il comando di Silla, si ritirò a vita privata, approfittando degli ozi offerti dai suoi possedimenti. Per costruire la sua fastosa villa sul mare, scelse l’isolotto di Megaride, abbracciando così  il territorio dell’antica Palepolis e il promontorio di Pizzofalcone, il Castrum Lucullanum, divenne presto una struttura enorme e lussuosissima, colma di oggetti d’arte, e dotata di biblioteca, vasche per l’allevamento delle murene, e bellissimi giardini. Proprio qui si svolgevano, spesso e volentieri i memorabili banchetti di Lucullo che a volte duravano giorni interi. Una antica leggenda ci narra che:

” ….egli violò la dimora delle ninfe oceaniche, per farsene la propria dimora: egli volle per sè i prati, i boschetti di rose, i margini che digradavano lievemente nel mare; scacciò le sirene e vi mise le sue bellissime schiave. “

In epoca tardo imperiale, la sontuosa villa di Lucullo venne saccheggiata da Vandali e Ostrogoti, e nei ruderi che rimasero in piedi, vi trovarono riparo alcuni eremiti del V secolo d.C., Odoacre, dopo la caduta dell’impero d’occidente, vi imprigionò l’ultimo giovane sovrano di Roma, Romolo Augustolo. Secoli dopo furono i Normanni a costruire sullo stesso isolotto e sopra i resti della villa di Lucullo, l’imponente maniero, conosciuto oggi con il nome di Castel dell’Ovo, poichè all’epoca si credeva che li si celasse l’uovo magico del poeta Virgilio. Sembra infatti che in quello stesso luogo avesse vissuto il grande poeta romano.

Tornando a Lucullo, ci si trova di fronte ad una personalità di grande intelletto, ma dai comportamenti a volte ambigui, la sua colpa principale fu senza dubbio quella di non aver mai instaurato un rapporto di fiducia con i suoi legionari,  particolarmente sprezzante nei confronti della plebe che veniva arruolata nei suoi ranghi,  forse proprio per questo motivo, venne additato da molti come uomo di una personalità deficitaria, soprattutto dopo essersi ritirato a vita privata, rinchiuso in quel mondo artefatto, che lo consegnò alla storia come un uomo bizzarro e strano, piuttosto che riconoscerne gli indubbi meriti sui campi di battaglia. Morì a circa 60 anni, avvelenato lentamente da una pozione preparata da un suo schiavo che gliela somministrava ogni giorno per guadagnarsi il suo favore.

I memorabili banchetti di Lucullo, Resti della villa
I memorabili banchetti di Lucullo, Resti della villa

 

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